Situazione sempre critica per i certificati verdi

08/07/2010

Potrebbe essere confermato l'articolo 45 della manovra finanziaria che rischia di bloccare il sistema incentivante e mettere in crisi l'intero comparto delle rinnovabili. Ora ci si mette anche un emendamento di un senatore che indicherebbe l'utilizzo alternativo delle risorse risparmiate … in bolletta. Il Governo italiano presenta a Bruxelles il Piano d'Azione Nazionale per le rinnovabili secondo le indicazioni vincolanti della direttiva 2009/28/CE, e al tempo stesso si muove in maniera controversa con una Manovra Finanziaria dove sembra restare sia l'art. 15 che impone agli impianti idroelettrici di grande derivazione un nuovo canone, che l'art. 45 che cancella l'obbligo da parte del GSE di ritirare i certificati verdi in esubero squilibrandone il mercato e determinandone il crollo delle quotazioni.

"Inoltre, l'emendamento all'art. 45 - dichiara Roberto Longo, presidente di APER - presentato nelle ultime ore dal Senatore Azzollini, relatore del provvedimento presso la Commissione Bilancio del Senato, introduce un pericoloso principio, quello di indebito trasferimento dalle bollette elettriche degli italiani al bilancio dello Stato di fondi (raccolti originariamente per mantenere in equilibrio il sistema elettrico nazionale) per dare copertura ad altre componenti della spesa pubblica, che con il sistema elettrico non hanno nulla a che vedere".

In effetti un emendamento del relatore Antonio Azzollini (Pdl), stabilisce nuovi criteri per la destinazione dei risparmi derivanti da questa norma. L'emendamento prevede che per il secondo semestre del 2010 e per gli anni 2011, 2012 e 2013, le economie derivanti, circa 500/600 milioni, vengano destinate per i 2/3 "alla costituzione di un fondo per il ministero dell'università e della ricerca", mentre solo per 1/3 serviranno "alla riduzione del prezzo dell'energia elettrica per i consumatori finali mediante riduzione della componente tariffaria A3".

Al momento, secondo Aper e altre associazioni, questi provvedimenti rischiano di bloccare gli investimenti nel settore delle rinnovabili e mettere in serissima difficoltà diverse iniziative imprenditoriali in corso e impossibili quelle future.

Fonte: KYOTO CLUB

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