Stati generali costruzioni: Dalle imprese e dai sindacati richiesti al governo interventi urgenti per uscire dalla crisi

18/05/2010

A un anno esatto dagli Stati Generali, la filiera delle costruzioni (che rappresenta complessivamente il 12% del Pil nazionale) si è mobilitata per denunciare la grave crisi del settore e chiedere interventi urgenti per evitare la perdita di migliaia di posti di lavoro. Alla conferenza stampa - che si è tenuta venerdì 14 maggio a Roma presso la sede del Cnel - hanno preso parte:
  • il Presidente di Ance e Federcostruzioni Paolo Buzzetti;
  • i responsabili delle organizzazioni sindacali di categoria (Domenico Pesenti Filca-Cisl, Walter Schiavella Fillea-Cgil, Antonio Correale Feneal-Uil);
  • il Presidente dell’AGI Mario Lupo;
  • i rappresentanti del mondo delle imprese artigiane: Anaepa-Confartigianato, CLAAI, CNA Costruzioni, FIAE Casartigiani;
  • i rappresentanti delle cooperative: AGCI/PSL, ANCPL-Lega Cooperative, Federlavoro Servizi Confcooperative;
  • i rappresentanti dell'Aniem Confapi e di Assoimmobiliare.

Nel corso della conferenza stampa sono stati messi in evidenza i numeri della crisi che si traducono sinteticamente in:
  • 137.000 posti di lavoro persi nelle costruzioni nel 2009, ma se si considera anche tutto l'indotto il numero sale a 210.000;
  • più di 2.000 imprese di costruzioni fallite nel 2009, con un 30% in più rispetto al 2008;
  • 9.000 imprese di costruzioni in meno nel 2009 rispetto al 2008;
  • riduzione del 18% degli investimenti in costruzioni in 3 anni;
  • numero dei bandi di gara per lavori pubblici ridotto del 55% negli ultimi 6 anni;
  • compravendite di abitazioni diminuite del 30% negli ultimi 3 anni.

Durante la manifestazione è stata ribadita con forza la necessità e l'urgenza di interventi e riforme per il settore che sta entrando ora nella fase più pesante della crisi con gravi ripercussioni per le imprese, che chiudono a centinaia, e per le migliaia di lavoratori che perdono il posto e sono state indicate alcune vie d'uscita tra le quali quelle qui di seguito indicate.

Reciprocità nei diritti e nei doveri
Occorre instaurare un rapporto di reciproca correttezza tra p.a., imprese e cittadini. Tenendo conto dei mancati pagamenti da parte delle amministrazioni locali dovuti al patto di stabilità si ritiene necessario consentire alle imprese di compensare i propri crediti certi, liquidi ed esigibili con le imposte e i contributi dovuti.

Spendere i soldi che ci sono
Il Patto di stabilità va tenuto fermo ma, allo stesso tempo, bisogna mettere gli Enti locali virtuosi nella condizione di realizzare gli investimenti necessari allo sviluppo e alla competitività del Paese e onorare i propri debiti nei confronti delle imprese.

Accelerare il piano infrastrutturale
Per innescare la funzione anticongiunturale dell'edilizia è necessario:
  • dare effettivo avvio alla realizzazione del Piano Cipe;
  • mettere a disposizione le risorse disponibili in tempi certi;
  • dare priorità agli interventi diffusi sul territorio, che possono avere un effetto più immediato contro la crisi.

Utilizzare la leva fiscale
Per accelerare processi virtuosi di uscita dalla crisi è fondamentale l'utilizzo della leva fiscale e l'eliminazione di norme ritorsive, ripristinando l'Iva per le cessioni di abitazioni da parte delle imprese di costruzioni anche dopo i 4 anni dall'ultimazione dei lavori.

Piano casa 1 e 2
Sul fronte residenziale è necessario, per far decollare finalmente l'edilizia sociale, che Regioni ed enti locali rispettino la scadenza di 180 giorni per definire proposte d'intervento che possano coinvolgere anche l'imprenditoria privata, avviando un'azione mirata alla riqualificazione urbana e all'abitare sostenibile. Sono inoltre necessarie semplificazioni normative per far partire anche il Piano casa 2.

Regolarità e trasparenza nel mercato del lavoro
Per garantire la presenza sul mercato di imprese regolari in materia retributiva e contributiva è prioritario mantenere il documento unico di regolarità contributiva (Durc) nei lavori privati e ampliare lo strumento della Cassa integrazione guadagni ordinaria in edilizia (Cigo), prevedendo l'equiparazione delle modalità del trattamento a quello dell'industria in senso stretto, che consente la sospensione totale dell'attività lavorativa fino ad un massimo di 12 mesi.

A cura di Paolo Oreto


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