Strategia Energetica Nazionale: decarbonizzazione, indipendenza energetica e crescita sostenibili
07/11/2012
"La Strategia Energetica nazionale deve porsi Obiettivi
ambiziosi, in primis la Decarbonizzazione e l'Indipendenza
energetica del Paese; nel contempo, avere e, quindi, dare al Paese
Vision, Governance, Modelli, Scelte, Programmi, Misure, Strumenti,
Comportamenti per la Crescita Sostenibile dell'Italia. Un
Documento, quello in consultazione, pur tuttavia, che finisce per
certificare puntualmente le azioni in atto, più che guardare al
futuro e indicare le scelte di fondo relative al modello di
organizzazione del sistema energetico, al fine di individuare il
mix di fonti, tecnologie e soluzioni impiantistiche più adeguate
per un Paese più sostenibile. I casi recenti irrisolti da sempre
della Sardegna nella produzione dell'alluminio, dell'estrazione del
carbone, dell'ILVA di Taranto o del settore automobilistico con le
valigie in mano, per fare qualche esempio, impongono immediate
riflessioni, valutazioni e attività in tal senso".
E' quanto dichiarato dal Dr. Carlo Belvedere Segretario Generale di Ascomac - Federazione aderente a Confcommercio Imprese per l'Italia e Socio di Federcostruzioni, in base ad una prima analisi del testo, nel corso della Audizione al MSE sulla SEN lo scorso 31 ottobre. Grande apprezzamento a questo Governo per avere elaborato in tempi brevi un Documento per il Paese atteso da tempo e di averlo messo in pubblica consultazione. "Il nuovo Paradigma per un "Cantiere Italia" progressivamente decarbonizzato, più "Verde, Efficiente e Antisismico"> - secondo Belvedere - deve integrarsi e fondersi negli Obiettivi e nelle scelte strategiche di Politica di Crescita e di Sviluppo del Paese: territoriale, industriale, agricolo, edilizio, terziario, quale che sia. Si tratta, allora, di individuare e scegliere i settori - agricolo, manifatturiero, distribuzione, terziario, turistico ricettivo, servizi etc. - su cui il Paese intende puntare per crescere. A seguire, in funzione degli Obiettivi di crescita e di sviluppo economico e sociale, attribuire un ruolo alla SEN, solo ed in quanto integrato con altre strategie settoriali tra cui il Piano industriale e dei servizi, il Piano Città, il Piano nazionale per la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici e sismici, il Piano del Consumo del Territorio, il Piano Rifiuti, tanto per citarne qualcuno".
Il recente terremoto in Emilia Romagna, la grave perdita di vite umane, il rilevante dissesto idrogeologico, i danni subiti dal patrimonio abitativo, agricolo, industriale, infrastrutturale, artistico e culturale, le ingenti risorse impiegate "per riparare alla meglio più che costruire e manutenere a regola d'arte", fanno riflettere sulla necessità di "messa in sicurezza" statica oltre che energetica del nostro Territorio, a partire dal rilancio della riqualificazione urbana, metropolitana, territoriale, per settori economici ad iniziare dall'industriale, attraverso la contestuale programmazione della messa in sicurezza statica e dell'efficientamento energetico di edifici, capannoni e infrastrutture, così come interventi per la mobilità.
"La SEN in consultazione - ribadisce Belvedere - non affronta, poi, temi strategici quali Liberalizzazioni, Privatizzazioni, Generazione distribuita di energia "là dove serve", Dati Statistici, Semplificazioni, Fiscalità energetica, Credito, Formazione, Certificazione ISO, Mobilità sostenibile, temi che animano e afferiscono tutti ad una Strategia, senza i quali gli obiettivi di Crescita e di Sviluppo Sostenibili sono parole vuote. La "Modernizzazione del sistema di governance" è posta all'ultimo posto delle priorità. Ci si domanda il Perché. Ciò premesso a livello di metodo, Ascomac Cogena, nell'ambito delle priorità, ha proposto lo sviluppo congiunto e integrato delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, valorizzando l'apporto fattivo di tecnologie altamente efficienti in tutti i settori dall'industriale al residenziale, quale la Cogenerazione ad alto rendimento, anche in funzione di back up del sistema elettrico nazionale oltre che di programmazione e stabilizzazione delle fonti non programmabili; sui Programmi di Audit energetici e sui Sistemi di gestione dell'energia che consentono ragguardevoli risparmi di energia; sulla adeguata valorizzazione delle ESCO che potrebbero dare un apporto strategico allo sviluppo dell'efficienza energetica sia per il settore privato che, soprattutto per quello pubblico. Altrettanto rilievo è stato posto sull'energia da fonti rinnovabili che, nel Documento, finiscono per rientrare tra le "criticità" da contenere e controllare piuttosto che da sviluppare ed integrare nel sistema elettrico (Così anche il Piano Strategico AEEG 2012-2014).
Le Fonti rinnovabili costituiscono un pilastro dello sviluppo energetico, in combinato disposto con l'efficienza energetica, su cui basare, ora in parte e, successivamente in misura sempre maggiore, lo sviluppo economico del Paese verso la decarbonizzazione e la sostenibilità diffusa. Occorre invertire la rotta con una politica per il Cliente finale, vero investitore del sistema elettrico nazionale, attraverso una politica per la Generazione Distribuita Efficiente e Rinnovabile intesa come binomio impianto/rete energetica privata a supporto di quella pubblica e quindi per il cd "Prosumer - cliente finale/produttore".
Sul tema della bolletta energetica si pone grande attenzione sul costo delle rinnovabili ma non sui reali ed evidenti benefici ottenuti, così come non si pone altrettanta attenzione agli extracosti fiscali molto ridotti sostenuti dal settore termoelettrico che genera energia elettrica disperdendo il calore assoggettando il combustibile da sempre ad accisa agevolata, rispetto ad altre tecnologie più efficienti. "Sempre in tema di Generazione distribuita - ha proseguito Belvedere - la SEN non contiene alcun riferimento né di metodo né di merito al provvedimento dell'AGCM, Autorità Antitrust che, a seguito di osservazioni di Ascomac Cogena, ha trasmesso nel dicembre 2011 una Segnalazione al Governo ed al Parlamento, di cui riportiamo la parte finale, che non ha avuto esito alcuno e, con essa la liberalizzazione e la competitività del mercato elettrico".
"La discriminazione delle reti private diverse dalle RIU esistenti o autorizzate comporta, inoltre, una discriminazione a favore del modello dominante di organizzazione del sistema elettrico, basato sulla centralizzazione della generazione di energia elettrica in impianti di grandi dimensioni e sulla trasmissione e distribuzione attraverso reti pubbliche dell'elettricità alle unità di consumo. Alla luce dell'evoluzione tecnologica e delle crescente domanda di tecnologie di generazione che riducano l'emissione di gas inquinanti, l'Autorità ritiene che le scelte di fondo riguardo al modello di organizzazione del sistema elettrico debbano essere prese all'interno della strategia energetica nazionale, che deve disegnare un quadro coerente all'interno del quale il processo concorrenziale possa individuare il mix di tecnologie e soluzioni impiantistiche più adeguato".
"E' questo - conclude Belvedere - uno dei cardini della Strategia Energetica nazionale che il documento MSE non affronta in alcun modo, in una fase come quella attuale in cui la generazione distribuita da FER e da CAR sta già fornendo una grande ed efficiente contributo tecnologico ed ambientale verso la decarbonizzazione, la riduzione delle importazioni di energia e della bolletta energetica delle imprese e delle famiglie".
A cura dell'Ufficio Stampa Ascomac
© Riproduzione riservata
E' quanto dichiarato dal Dr. Carlo Belvedere Segretario Generale di Ascomac - Federazione aderente a Confcommercio Imprese per l'Italia e Socio di Federcostruzioni, in base ad una prima analisi del testo, nel corso della Audizione al MSE sulla SEN lo scorso 31 ottobre. Grande apprezzamento a questo Governo per avere elaborato in tempi brevi un Documento per il Paese atteso da tempo e di averlo messo in pubblica consultazione. "Il nuovo Paradigma per un "Cantiere Italia" progressivamente decarbonizzato, più "Verde, Efficiente e Antisismico"> - secondo Belvedere - deve integrarsi e fondersi negli Obiettivi e nelle scelte strategiche di Politica di Crescita e di Sviluppo del Paese: territoriale, industriale, agricolo, edilizio, terziario, quale che sia. Si tratta, allora, di individuare e scegliere i settori - agricolo, manifatturiero, distribuzione, terziario, turistico ricettivo, servizi etc. - su cui il Paese intende puntare per crescere. A seguire, in funzione degli Obiettivi di crescita e di sviluppo economico e sociale, attribuire un ruolo alla SEN, solo ed in quanto integrato con altre strategie settoriali tra cui il Piano industriale e dei servizi, il Piano Città, il Piano nazionale per la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici e sismici, il Piano del Consumo del Territorio, il Piano Rifiuti, tanto per citarne qualcuno".
Il recente terremoto in Emilia Romagna, la grave perdita di vite umane, il rilevante dissesto idrogeologico, i danni subiti dal patrimonio abitativo, agricolo, industriale, infrastrutturale, artistico e culturale, le ingenti risorse impiegate "per riparare alla meglio più che costruire e manutenere a regola d'arte", fanno riflettere sulla necessità di "messa in sicurezza" statica oltre che energetica del nostro Territorio, a partire dal rilancio della riqualificazione urbana, metropolitana, territoriale, per settori economici ad iniziare dall'industriale, attraverso la contestuale programmazione della messa in sicurezza statica e dell'efficientamento energetico di edifici, capannoni e infrastrutture, così come interventi per la mobilità.
"La SEN in consultazione - ribadisce Belvedere - non affronta, poi, temi strategici quali Liberalizzazioni, Privatizzazioni, Generazione distribuita di energia "là dove serve", Dati Statistici, Semplificazioni, Fiscalità energetica, Credito, Formazione, Certificazione ISO, Mobilità sostenibile, temi che animano e afferiscono tutti ad una Strategia, senza i quali gli obiettivi di Crescita e di Sviluppo Sostenibili sono parole vuote. La "Modernizzazione del sistema di governance" è posta all'ultimo posto delle priorità. Ci si domanda il Perché. Ciò premesso a livello di metodo, Ascomac Cogena, nell'ambito delle priorità, ha proposto lo sviluppo congiunto e integrato delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, valorizzando l'apporto fattivo di tecnologie altamente efficienti in tutti i settori dall'industriale al residenziale, quale la Cogenerazione ad alto rendimento, anche in funzione di back up del sistema elettrico nazionale oltre che di programmazione e stabilizzazione delle fonti non programmabili; sui Programmi di Audit energetici e sui Sistemi di gestione dell'energia che consentono ragguardevoli risparmi di energia; sulla adeguata valorizzazione delle ESCO che potrebbero dare un apporto strategico allo sviluppo dell'efficienza energetica sia per il settore privato che, soprattutto per quello pubblico. Altrettanto rilievo è stato posto sull'energia da fonti rinnovabili che, nel Documento, finiscono per rientrare tra le "criticità" da contenere e controllare piuttosto che da sviluppare ed integrare nel sistema elettrico (Così anche il Piano Strategico AEEG 2012-2014).
Le Fonti rinnovabili costituiscono un pilastro dello sviluppo energetico, in combinato disposto con l'efficienza energetica, su cui basare, ora in parte e, successivamente in misura sempre maggiore, lo sviluppo economico del Paese verso la decarbonizzazione e la sostenibilità diffusa. Occorre invertire la rotta con una politica per il Cliente finale, vero investitore del sistema elettrico nazionale, attraverso una politica per la Generazione Distribuita Efficiente e Rinnovabile intesa come binomio impianto/rete energetica privata a supporto di quella pubblica e quindi per il cd "Prosumer - cliente finale/produttore".
Sul tema della bolletta energetica si pone grande attenzione sul costo delle rinnovabili ma non sui reali ed evidenti benefici ottenuti, così come non si pone altrettanta attenzione agli extracosti fiscali molto ridotti sostenuti dal settore termoelettrico che genera energia elettrica disperdendo il calore assoggettando il combustibile da sempre ad accisa agevolata, rispetto ad altre tecnologie più efficienti. "Sempre in tema di Generazione distribuita - ha proseguito Belvedere - la SEN non contiene alcun riferimento né di metodo né di merito al provvedimento dell'AGCM, Autorità Antitrust che, a seguito di osservazioni di Ascomac Cogena, ha trasmesso nel dicembre 2011 una Segnalazione al Governo ed al Parlamento, di cui riportiamo la parte finale, che non ha avuto esito alcuno e, con essa la liberalizzazione e la competitività del mercato elettrico".
"La discriminazione delle reti private diverse dalle RIU esistenti o autorizzate comporta, inoltre, una discriminazione a favore del modello dominante di organizzazione del sistema elettrico, basato sulla centralizzazione della generazione di energia elettrica in impianti di grandi dimensioni e sulla trasmissione e distribuzione attraverso reti pubbliche dell'elettricità alle unità di consumo. Alla luce dell'evoluzione tecnologica e delle crescente domanda di tecnologie di generazione che riducano l'emissione di gas inquinanti, l'Autorità ritiene che le scelte di fondo riguardo al modello di organizzazione del sistema elettrico debbano essere prese all'interno della strategia energetica nazionale, che deve disegnare un quadro coerente all'interno del quale il processo concorrenziale possa individuare il mix di tecnologie e soluzioni impiantistiche più adeguato".
"E' questo - conclude Belvedere - uno dei cardini della Strategia Energetica nazionale che il documento MSE non affronta in alcun modo, in una fase come quella attuale in cui la generazione distribuita da FER e da CAR sta già fornendo una grande ed efficiente contributo tecnologico ed ambientale verso la decarbonizzazione, la riduzione delle importazioni di energia e della bolletta energetica delle imprese e delle famiglie".
A cura dell'Ufficio Stampa Ascomac
© Riproduzione riservata