Stretto di Messina: dalla Corte dei Conti parere negativo sulla fattibilità del Ponte

22/01/2010

Parere complessivamente negativo della Corte dei Conti sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Come evidenziato, infatti, all'interno della relazione riguardante, gli esiti dei finanziamenti, da un'analisi delle modalità di contabilizzazione dei valori della produzione della s.p.a. Stretto di Messina, la Corte ha evidenziato la necessità di rivedere:
  • la fattibilità tecnica dell'opera, analizzata nel 2000 e formalizzata nel progetto preliminare approvato nel 2003;
  • l'attualizzazione delle stime di traffico che stanno alla base del disegno progettuale del ponte sullo Stretto di Messina;
  • la compatibilità ambientale, in relazione al contenuto sostanziale della procedura di messa in mora n. 2003/4090, avviata dalla Commissione Europea in data 12 ottobre 2005 e ritirata in data 17 ottobre 2007;
  • la completezza delle modalità di imputazione nel bilancio dello Stato delle somme, già destinate all'intervento per il ponte sullo Stretto di Messina e successivamente oggetto di riutilizzazione.

Ricordiamo che gli azionisti della Stretto di Messina S.p.A., società costituita nel 1981, sono attualmente Anas s.p.a. con l'81,48%, Rete Ferroviaria Italiana s.p.a. con il 13%, la regione Calabria con il 2,57% e la regione siciliana con il 2,57%, e che il progetto preliminare, approvato nel 2003, prevedeva un investimento complessivo di 4,68 miliardi di euro, che è stato rivalutato all'interno del Documento di programmazione economica finanziaria, sia del triennio 2009/2013 che in quello dl 2010/2013, per un ammontare di 6,1 miliardi di euro. Ma al dicembre 2009, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno indicato in circa 6,3 miliardi di euro l'onere complessivo per la realizzazione del ponte, da coprirsi per la quota di 2,5 miliardi di euro (pari al 40% del costo totale dell'investimento) da risorse proprie della società (per 1,2 miliardi di euro) e dai contributi in conto impianti assegnati dalla legge n. 102/2009 (1,3 miliardi di euro) e per la parte rimanente del 60% da finanziamenti da reperire sui mercati internazionali, senza garanzie da parte dello Stato.

Analizzando il profilo infrastrutturale del progetto preliminare, la Corte ha rilevato le seguenti caratteristiche essenziali:
  • scelta fondamentale di un ponte sospeso a campata centrale unica di lunghezza pari a 3.300 metri, con un impalcato di complessivi 3.666 metri, campate laterali comprese, e una larghezza di 60 metri;
  • sezione stradale dell'impalcato composta da tre corsie per ogni carreggiata (due di marcia ed una di emergenza), ciascuna di 3,75 metri;
  • sezione ferroviaria comprendente due binari con due marciapiedi laterali pedonabili;
  • altezza massima delle due torri di 382,60 metri sul livello del mare;
  • passaggio navigabile avente una altezza minima di 65 metri ed una larghezza di 600 metri;
  • inclusione nel progetto delle opere di raccordo stradale e ferroviario sui versanti calabrese e siciliano, in massima parte in galleria, per assicurare il collegamento del ponte al nuovo tracciato dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria ed alla prevista linea ferroviaria Napoli-Reggio Calabria, da un lato, ed alle tratte autostradali Messina-Catania e Messina-Palermo nonché alla prevista nuova stazione ferroviaria di Messina, dall'altro.

La Corte dei Conti pur riconoscendo come le suddette caratteristiche rendono il ponte sullo stretto di Messina il progetto più ambizioso sinora ideato al mondo e la fase progettuale - in posizione funzionale rispetto alla realizzazione dell'opera - sia in corso, ha rilevato che la prosecuzione delle attività procedurali dipende da successive decisioni da assumere in sede politica e amministrativa.

A cura di Ilenia Cicirello


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