Superbonus 110%: 15 mesi basteranno per riqualificare i condomini italiani?
di Redazione tecnica - 27/10/2020
Dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale degli ultimi provvedimenti attuativi previsti dal Decreto Rilancio, restano meno di 15 mesi (agosto 2021 incluso) per sostenere le spese dei lavori che possono accedere alle detrazioni fiscali del 110% (c.d. superbonus) per gli interventi di riqualificazione energetica (ecobonus) e riduzione del rischio simico (sismabonus).
Superbonus 110%: serve più tempo?
In attesa del testo ufficiale del disegno di Legge di Bilancio 2021, dal Documento programmatico di bilancio - DPB inviato alla Commissione UE sono arrivate le anticipazioni che tutti ci aspettavamo, si andrà verso una proroga di un altro anno per le agevolazioni fiscali previste per la casa ovvero quelle per:
- le ristrutturazioni edilizie (bonus casa);
- il risparmio energetico (ecobonus);
- la riqualificazione delle facciate (bonus facciate);
- l'acquisto di mobili ed elettrodomestici (bonus mobili ed elettrodomestici);
- la riqualificazione delle aree verdi (bonus verde).
Ne abbiamo dato notizia in un articolo in cui si è evidenziata anche la necessità non solo di prorogare il superbonus ma anche di prevedere dei periodi temporali più ampi che consentano a tutti gli attori coinvolti (contribuenti, professionisti e imprese) di pianificare al meglio i loro investimenti.
Benché è evidente l'iniezione di liquidità che hanno portato le detrazioni fiscali in edilizia, è altrettanto vero che per poter avviare lavori che necessitano il rispetto di determinati requisiti e di precisi adempimenti, servono studio, professionalità, applicazione e pianificazione. Ciò che non si è compreso è che in edilizia non si possono avviare lavori dall'oggi al domani, servono permessi, professionalità, studio e tempi che possano correttamente essere organizzati. Personalmente, credo che le stesse pubblicità di chi ha mostrato alcuni cantieri aperti che beneficeranno del superbonus rappresentano solo l'ennesima mortificazione di un comparto che da 20 anni viene calpestato da chi non è mai messo piede all'interno di un cantiere.
In tempi normali (figuriamoci dentro una pandemia) professionisti e imprese necessiterebbero di almeno un semestre per confrontarsi su tecnologie, materiali e tecniche costruttive. Oggi si pretende che in qualche giorno il professionista diventi esperto di termotecnico/strutturista e le imprese specialiste in efficienza energetica e tecnicologie di riduzione del rischio sismico. In tutti in un contesto di gravi inefficienze della pubblica amministrazione e nello specifico degli sportelli Unici per l'Edilizia che negli ultimi tempi si sono svuotati del personale addetto alle pratiche edilizie, evidenziando al contempo lo scarso funzionamento del c.d. smart working.
In riferimento al Superbonus, recentemente ho inoltre fatto notare la sperequazione tra i lavori sulle parti comuni e quelli sugli edifici unifamiliari o unità immobiliari indipendenti su edifici plurifamiliari. L'avvio di una lavorazione su un edificio unifamiliare o su una unità immobiliare necessita unicamente della scelta di un singolo soggetto proprietario ed è quindi certamente più veloce. Nel caso di parti comuni di un condominio la cosa si complica perché serve:
- un amministratore che conosca la materia di cui si sta parlando;
- il benestare di 1/3 dei millesimi e la maggioranza dell'assemblea.
Ovvero di tempi che potrebbero non essere brevi soprattutto considerando l'emergenza Covid-19 e le difficoltà nel convocare le assemblee di condominio. A questo c'è da aggiungere le tempistiche relative a:
- la scelta di un tecnico per la verifica di conformità edilizia delle parti comuni dove intervenire (pratica oltretutto complicata dalla difficoltà di accesso agli atti dovuta alla pandemia);
- la scelta di un tecnico per la redazione dell'Attestato di Prestazione Energetica (APE) convenzionale che necessita degli attestati delle singole unità immobiliari, molte delle quali potrebbero essere sprovviste;
- la scelta di un tecnico per la verifica di fattibilità;
- la scelta di un tecnico per la redazione di un progetto di massima e poi esecutivo;
- la scelta dell'impresa per l'esecuzione dei lavori.
Questo senza considerare le relative tempistiche dei tecnici e delle imprese perché, non dimentichiamolo, in Italia non tutti si occupano di efficienza energetica e rischio sismico.
A questo punto la domanda che mi sono posto è questa: perché per gli IACP è stato previsto un orizzonte temporale differente (1 gennaio 2022 - 30 giugno 2022, art. 119, comma 3-bis del Decreto Rilancio), mentre per i condomini no? come sarà possibile pianificare correttamente gli interventi sui condomini italiani che necessitano di essere migliorati energeticamente e strutturalmente?
Ai posteri l'ardua sentenza.
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A cura di Ing. Gianluca Oreto
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