Superbonus 110%: Proposta la disapplicazione della legge sulla certezza dei pagamenti
di Gianluca Oreto - 27/12/2020
Superbonus 110%: è stata presentata come emendamento al disegno di legge n. 893/A recante “Disposizioni finanziarie e per il sostegno ai processi di crescita e ripartenza del sistema produttivo regionale. Disposizioni varie” una proposta relativa al pagamento degli onorari professionali relativi agli interventi che rientrano tra le detrazioni fiscali del 110% previste dal Decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (c.d. Decreto Rilancio).
La certezza dei pagamenti nella Regione Siciliana
Facciamo un passo indietro. Nella Regione Siciliana vige una norma inserite nella Legge 22 febbraio 2019, n. 1 recante "Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2019. Legge di stabilità regionale" (Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana 26 febbraio 2019, n. 9 - Parte I) che, tra le altre cose, contiene una disposizione a tutela delle prestazioni professionali.
In particolare, l’art. 36 della Legge regionale n. 1/2019 prevede l’obbligo del pagamento della prestazione professionale per il rilascio dei titoli abilitativi o autorizzativi. In particolare è prevista l'attuazione della tutela dei professionisti attraverso due gradi di controllo:
- nel primo, ovvero la presentazione delle istanze relative al rilascio di titoli, i professionisti devono allegare all'istanza anche la lettera di affidamento dell'incarico sottoscritta dal richiedente il titolo di conformità;
- nel secondo, ovvero al momento del rilascio dei titoli abilitativi o autorizzativi, l'amministrazione deve acquisire la dichiarazione del professionista attestante il pagamento delle spettanze da parte del committente.
Una disposizione, conquistata dopo anni di richieste da parte di architetti, ingegneri, geometri e geologi, che prevede la dimostrazione del pagamento del professionista prima del rilascio di qualsiasi titolo edilizio.
Il superbonus 110% e la certezza dei pagamenti
La norma sulla certezza dei pagamenti unita alla necessaria velocità con la quale devono procedere le prestazioni relative al superbonus 110%, ha portato alla presentazione da parte degli Ordini degli Ingegneri di Catania, Ragusa e Trapani di un emendamento al disegno di legge n. 893/A con la quale si intende modificare l’art. 36 della legge regionale n. 1/2019.
Secondo i 3 Ordini degli Ingegneri, con una lettera inviata al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana “L’iniziativa del legislatore ha messo a disposizione dei proprietari ingenti risorse economiche con il meccanismo dei bonus fiscali e rappresenta una grande opportunità per rilanciare l’economia del Paese e per mettere in sicurezza le nostre città innescando processi di rigenerazione urbana attraverso la riqualificazione del patrimonio abitativo, migliorandone l’efficienza energetica e riducendo sensibilmente le emissioni di CO2 con ricadute positive sul cambiamento climatico e sull’emergenza ambientale”.
Ma non solo, perché secondo i tre ordini degli ingegneri “Questi obiettivi rischiano di essere vanificati dal combinato disposto dei commi 2 e 3 dell’art. 36 della L.R. 1/2019. Infatti, per lo svolgimento delle attività connesse alla applicazione del Superbonus 110% è necessario acquisire i titoli abilitativi e/o autorizzativi e considerato che le competenze tecniche spettanti ai professionisti variamente coinvolti nei relativi procedimenti amministrativi saranno liquidate nel corso dell’esecuzione dei lavori e per stati di avanzamento degli stessi, la disposizione di cui al comma 2 dell’art. 36 risulta inapplicabile e, di conseguenza, interrompe il procedimento amministrativo ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 36”.
Per questo motivo è stata proposta una modifica dell’art. 36 della Legge Regionale 1/2019 in modo da prevedere la disapplicazione dei commi 2 e 3 dell’art. 36, limitatamente ai soli procedimenti relativi al Superbonus 110% e per tutto il periodo di vigenza delle relative norme.
Il commento delle associazioni di categoria
Proposta che non è piaciuta ad alcune associazioni di categoria e sindacati siciliani che hanno parlato dell’articolo 36 della legge regionale n. 1/2019 ricordando gli anni di battaglia necessari per ottenere una norma che ha lo scopo di ridare dignità ai professionisti, soprattutto i più giovani.
Sull’argomento abbiamo intervistato il Presidente della associazione Comitato delle Professioni Tecniche, nonché componente del Consiglio di disciplina dell’Ordine degli Ingegneri di Caltanissetta, ing. Michele Privitera.
Domanda - In Sicilia è stata proposta la disapplicazione della norma sulla certezza dei pagamenti. Cosa ne pensa di questa proposta?
Risposta - Penso che sia un clamoroso autogol, visto che la proposta è stata fatta da tre Ordini Provinciali degli Ingegneri (Catania, Trapani e Ragusa). La norma sulla certezza dei pagamenti, entrata in vigore da appena due anni, è una tutela importante per il professionista ed ha avuto degli effetti notevoli, nonostante le difficoltà dovute prima alla crisi e adesso alla pandemia.
I tecnici in questi mesi hanno dovuto investire molto per potere affrontare questo tipo di lavoro, sia in termini di studio che di acquisto di attrezzature e software; vedere una proposta di questo genere provenire da degli enti che dovrebbero garantire l’esercizio della professione non è un bel segnale.
Alcuni, all’interno della categoria, hanno sempre visto questa norma come un ostacolo, per il semplice fatto che ha costretto tutti a non anticipare lavoro gratuitamente ai propri clienti. E’ purtroppo diffusa la falsa convinzione che l’unica via per acquisire i clienti sia quella di anticipare le prestazioni professionali.
Domanda - Ritiene che l'attuale legge sulla certezza dei pagamenti possa rallentare le attività professionali legate al superbonus 110%?
Risposta - Assolutamente no, anzi credo che sia una componente fondamentale di un processo virtuoso. I costi legati all’attività tecnica sono deducibili per il committente; il professionista può optare per la pratica dello “sconto in fattura”, cioè emettere una fattura ed acquisire il credito di imposta corrispondente maturato al cliente. In questo caso il pagamento avviene con il passaggio del credito dal cassetto fiscale del committente al quello del professionista, che potrà a sua volta cederlo, ad esempio, ad un istituto bancario.
Non vedo quale rallentamento ci sia da temere.
Credo, invece, che la cattiva campagna di informazione per cui sia tutto “gratis” abbia condizionato la percezione che la committenza ha del lavoro del professionista, e si sia intrapresa una corsa per rendere realizzabile questa assurdità. Da questo punto di vista appare ancora più assurda l’idea che togliendo una tutela al professionista questo possa lavorare meglio. Non è difficile capire che ci potrà essere una vera e propria speculazione sulle attività dei tecnici.
Domanda - L’attuale norma sulla certezza dei pagamenti sta funzionando?
Risposta - La norma sulla certezza dei pagamenti si fonda sul principio per cui la quietanza liberatoria del professionista è parte fondamentale del titolo abilitativo: non aver pagato il professionista equivale a non avere pagato, ad esempio, gli oneri di urbanizzazione o i diritti di segreteria, quindi la pratica risulta incompleta e non efficace. Ogni singolo professionista può usare questa norma per tutelare il proprio lavoro. Evidentemente sta funzionando, specialmente quando ci sono funzionari attenti all’interno degli uffici, che chiedono esplicitamente il documento come integrazione alla pratica qualora mancasse.
Domanda - La proposta arriva da tre Ordini provinciali degli Ingegneri. Ritiene sia un soggetto qualificato per proporre soluzioni a favore della libera professione?
Risposta - Ho letto degli articoli che attribuiscono la proposta anche alla Consulta regionale degli Ingegneri ed alla Rete delle professioni Tecniche. Francamente c’è parecchia confusione sulla paternità di questa proposta, il che rende la proposta stessa ancora più anomala.
Comunque, un conto è proporre soluzioni, altra cosa è riuscire a portare in approvazione all’ARS un emendamento che condiziona così profondamente in negativo la vita professionale di tutti i tecnici della regione; qui si è andati ben oltre la semplice proposta. Ricordo la fatica di anni che fu necessaria per portare in aula l’art. 36 e rimango basito dalla velocità con cui si sta riuscendo a demolire tutto ciò che si è costruito.
Domanda - Superbonus 110%: che ne pensa della normativa in materia e del ruolo che si stanno ritagliando i professionisti?
Risposta - Credo che la normativa abbia un grande valore sotto diversi punti di vista, a cominciare dal concreto rilancio che può dare all’economia. Non sono altrettanto ottimista, alla luce di questi interventi a gamba tesa da parte di alcuni Ordini, sul ruolo che si stanno ritagliando i professionisti. C’è un evidente difficoltà a mettere a fuoco quali siano gli obiettivi primari: se ci fossero stati momenti di incontro e di confronto per discutere come si gestisce dal punto di vista fiscale una pratica di superbonus, forse sarebbe stato più chiaro a tutti che non è necessario derogare all’articolo 36.
Ringraziamo il collega Ing. Michele Privitera per il contributo e lasciamo come sempre a voi ogni commento.
A cura di Ing. Gianluca Oreto
© Riproduzione riservata
- Tag: