Superbonus 110%, proposta la proroga al 2024

di Redazione tecnica - 10/03/2021

Il Decreto Rilancio, con superbonus edilizio, ha dato una spinta eccezionale all’edilizia residenziale, in un momento estremamente critico per l’economia italiana”. Lo afferma Inarsind, associazione sindacale nazionale che riunisce Architetti e Ingegneri liberi professionisti, in una lettera inviata al Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, e al presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Superbonus 110%: l'orizzonte temporale e i problemi di avvio

Una lettera in cui Inarsind sottolinea come la spinta sull'edilizia residenziale "a causa delle tempistiche ristrette, abbia anche causato alcune distorsioni importanti al mercato e criticità nel processo”.

La richiesta dell'associazione degli architetti e ingegneri nasce dalla consapevolezza che pur essendo una misura dalla portata eccezionale, la detrazione fiscale del 110% (c.d. superbonus) messa a punto a maggio 2020 dal Decreto Legge n. 34/2020 (c.d. Decreto Rilancio) sconti alcune problematiche di base:

  • l'utilizzo del decreto legge che ha costretto il Paese ad un blocco di 139 giorni prima di avere un quadro normativo completo;
  • l'incertezza normativa che ha portato a continui chiarimenti da parte dell'Agenzia delle Entrate, dell'Enea e del Governo stesso;
  • la pandemia che ha creato una duplice difficoltà:
    • per i condomini nella convocazione delle assemblee necessarie per l'approvazione dei lavori;
    • per i tecnici che ancora oggi lamentano grandi difficoltà nel reperire la documentazione necessaria per la verifica dei presupposti normativi di base (come la conformità urbanistico edilizia);
  • l'orizzonte temporale su cui non si ha l'effettiva certezza se il termine del 30 giugno 2022 (31 dicembre 2022 per i condomini che al 30 giugno 2022 hanno completato il 60% dei lavori) sarà confermato dal Parlamento europeo.

Superbonus 110%: ampliare l'orizzonte temporale al 2024

Soprattutto sull'orizzonte temporale, Inarsind propone al Governo Draghi “una diluizione dei tempi per la realizzazione di questo importantissimo processo di riqualificazione, processo che porterà l’Italia a risolvere le grandi criticità del patrimonio immobiliare, riducendo i rischi per la salute e la sicurezza, i consumi energetici favorendo l’emersione di una rilevante quota del mercato sommerso”.

Il prolungamento dei termini per l’esecuzione delle opere al 2024 - chiede Inarsind - consentirà anche a coloro che stanno adesso valutando gli interventi di portarli a termine senza forzare i tempi e dedicando il giusto tempo allo studio, alla progettazione, all’approvazione e all’esecuzione degli stessi e pensiamo anche alle aree geografiche dove i lavori possono essere eseguiti in brevi periodi dell’anno”.

In questo modo - secondo Inarsind - si invoglieranno fortemente i proprietari degli immobili ad eseguire interventi di riqualificazione sismica ed energetica coinvolgendo professionisti, imprese edili e impiantistiche che da anni si trovano ad operare in un mercato asfittico e con ridotte prospettive dando certamente linfa al settore, perché allo stato attuale il tempo concesso per la realizzazione di questi interventi è limitato: la scadenza attuale è prevista per il 30 giugno 2022, prolungata al 31 dicembre solo per gli immobili delle aziende per l’edilizia economica popolare”.

Non si può riqualificare il patrimonio immobiliare in meno di due anni

Secondo Inarsind “non si può pensare di riqualificare l’intero patrimonio immobiliare italiano in meno di due anni. Un patrimonio importante e che per anni non è stato sostenuto adeguatamente".

Lo strumento adottato - spiega poi la lettera - ha di fatto generato una corsa alla riqualificazione, o meglio all’ottenimento di detrazioni fiscali, che, allo stato attuale, ha generato anche alcuni distorsioni tra cui un deciso aumento dei prezzi dei materiali, difficoltà nelle tempistiche per l’avvio dei lavori, il blocco di molti uffici edilizia privata comunali o il ritardo nell’approvazione dei progetti da parte degli stessi uffici, a causa dell’improvviso aumento delle pratiche presentate e del ridotto personale presente a causa dello smart working. Segnalate anche difficoltà nel reperimento di forza lavoro e un  forte rallentamento delle altre attività edilizie ordinarie, questo perché considerate meno interessanti e remunerative da parte delle imprese, con conseguenti problematiche generali allo sviluppo delle infrastrutture e dell’edilizia non residenziale”.

Ecco quindi i perché della richiesta al Governo di uno slittamento dell’efficacia del superbonus fino a tutto il 2024.

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A cura di Redazione LavoriPubblici.it



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