Toscana: Nuova legge sul recupero degli edifici rurali abbandonati
09/02/2017
Il Consiglio regionale della Toscana, su
proposta della giunta regionale, nella seduta dell’1 febbraio 2017
ha approvato una nuova legge recante “Disposizioni per il
recupero del patrimonio edilizio esistente situato nel territorio
rurale. Modifiche alla legge regionale 10 novembre 2014, n.65
(Norme per il governo del territorio)” che incentiva il
recupero edifici abbandonati nelle aree rurali.
Resta soltanto l’ultimo passo della pubblicazione sul Bollettino
ufficiale per farla diventare legge la norma che modifica la
legge regionale n. 65/2014 volta a tutelare il paesaggio e al tempo
stesso combattere l'abbandono ed il degrado nelle campagne.
"La nuova legge per il recupero del patrimonio edilizio
rurale - spiega l'assessore regionale all'urbanistica
Vincenzo Ceccarelli - rafforza i principi che
sottendono alla legge urbanistica regionale, cioè la volontà di
limitare il consumo di suolo e di valorizzare gli immobili
esistenti e spesso abbandonati. Nostro obiettivo è riqualificare il
territorio, ma anche migliorare gli edifici stessi, infatti sono
previsti incentivi crescenti man mano che nella ristrutturazione
vengono applicati principi di prevenzione sismica e risparmio
energetico".
La nuova legge stabilisce le modalità e gli incentivi con le quali
il recupero dei casolari di campagna abbandonati potrà avvenire, ad
esempio viene ammessa la possibilità, per quegli immobili non
sottoposti a vincolo di restauro conservativo, di un graduale e
progressivo aumento volumetrico in virtù di miglioramenti dal punto
di vista dell'efficientamento energetico e della sicurezza sismica.
Sono anche previste riduzioni degli oneri comunali. Fanno,
naturalmente, eccezione gli edifici che si trovano in aree a
rischio idraulico o geomorfologico elevato, cioè in aree dove
l'insediamento è da scoraggiare.
Sull’approvazione della nuova legge arriva, però, un comunicato stampa della Rete delle Professioni tecniche della Toscana che chiede di rivedere la legge già approvata in quanto si tratta di una legge “buona negli intenti” ma con un approccio parziale al tema del recupero del patrimonio edilizio rurale e alcuni discutibili criteri che di fatto tagliano fuori dal provvedimento la maggior parte delle strutture, rendendolo applicabile solo a pochi casi.
“La legge - spiegano nel comunicato stampa i professionisti - riguarda fabbricati totalmente abbandonati e che non abbiano contratti di fornitura dell'energia elettrica da almeno cinque anni, sono esclusi gli immobili sui quali sia stata presentata domanda di condono nel 1985 o che siano sottoposti a restauro dai regolamenti comunali”. Tali criteri, secondo la Rete, non tengono in considerazione l'effettiva situazione del patrimonio edilizio rurale e delle aree rurali toscane, che è assai più complessa e variegata. Il campo di applicazione della norma è assai limitato dall'adozione di criteri, quale la presenza o meno di un contratto di fornitura di energia elettrica, incomprensibili sotto il profilo urbanistico e che rischiano di creare un discrimine tra proprietari difficile da motivare ai cittadini e alle imprese che si rivolgeranno ai professionisti.
In allegato il testo della legge regionale approvata unitamente alla relazione illustrativa.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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