Voucher per la digitalizzazione Pmi: niente agevolazioni per i liberi professionisti
31/01/2018
Scadranno il prossimo 9 febbraio i termini per l'invio delle domande per i voucher per la digitalizzazione delle micro, piccole e medie imprese ma non dei liberi professionisti che, ancora, una volta vengono esclusi da un'importante agevolazione per l'acquisto di hardware, software e servizi specialistici per digitalizzare i processi e favorire l'ammodernamento tecnologico.
Con decreto direttoriale 24 ottobre 2017 il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) ha, infatti definito le modalità e i termini di presentazione delle domande, prevedendo, tra le altre cose, che per l'accesso alle agevolazioni, all’impresa proponente è richiesto il possesso di una casella di posta elettronica certificata (PEC) attiva e la sua registrazione nel Registro delle imprese. Condizione che esclude gli studi professionali e i liberi professionisti.
Nonostante la legge di Stabilità per il 2016 (art. 1, comma 821, legge 18 dicembre 2015, n. 28) ha equiparato i liberi professionisti alle PMI per accedere ai Piani operativi POR e PON del Fondo sociale europeo (FSE) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), rientranti nella programmazione dei fondi strutturali europei 2014/2020, il Italia esistono ancora agevolazioni dedicate esclusivamente alle piccole e medie imprese che ghettizzano ancora una volta i liberi professionisti.
A denunciarlo è una nota congiunta inviata dalla Rete delle Professioni Tecniche (RPT) e dal Comitato Unitario delle Professioni (CUP) al Direttore Generale del Ministero dello Sviluppo Economico, Carlo Sappino, e per conoscenza alla Dirigente della Divisione X - Interventi per il sostegno all'internazionalizzazione e all'innovazione delle imprese e per lo sviluppo di aree urbane, Alessandra De Angelis.
La nota ha sottolineato che con la misura agevolativa “Voucher per la digitalizzazione delle PMI” si sono esclusi gli studi professionali e, più in generale, ai liberi professionisti, contravvenendo alla normativa vigente in materia di equiparazione tra PMI e professionisti esercenti attività liberali e di diritto di accesso di questi ultimi ai fondi europei FSE e FESR.
Le due sigle hanno informato il Ministero che "I liberi professionisti , come statuito dalla cd. “Legge di stabilità per il 2016”, art. 1, comma 474, sono equiparati alle imprese nell’accesso ai fondi europei: essi possono accedere, come le PMI, ai piani operativi regionali e nazionali del Fondo Sociale Europeo (FSE) e del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), che rientrano nella programmazione 2014-2020. Il citato comma 474 (Equiparazione dei liberi professionisti alle imprese ai fini dell’accesso ai Piani PON e POR) è finalizzato ad equiparare i liberi professionisti esercenti attività economica alle PMI ai fini dell’accesso ai Fondi strutturali europei (Fondi FSE e FESR) 2014/2020".
La Legge di Stabilità per il 2016 ha esteso la fruizione dei Piani operativi POR e PON dei fondi Fondo sociale europeo (FSE) e Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), rientranti nella Programmazione dei fondi strutturali europei 2014/2020, anche ai liberi professionisti, in quanto equiparati alle PMI come esercenti attività economica, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, dalla Raccomandazione della Commissione europea 6 maggio 2003/361/CE e dal Regolamento UE n. 1303/2013, ed espressamente individuati, dalle Linee d'azione per le libere professioni, del Piano d'azione imprenditorialità 2020, come destinatari a tutti gli effetti dei fondi europei stanziati fino al 2020, sia diretti che erogati tramite Stati e regioni.
"La norma inserita nella citata Legge di Stabilità 2016 - precisano RPT e CUP - rende coerente la legislazione italiana con le direttive comunitarie, superando le interpretazioni diverse su base regionale (che in alcuni casi chiedono, per l’accesso ai fondi, l’iscrizione alla Camera di Commercio). Considerando che la disciplina attuativa della misura è stata adottata con il decreto interministeriale 23 settembre 2014, quindi precedente alla statuizione della Legge di stabilità 2016, alla luce delle disposizioni richiamate, si richiede di modificare la documentazione a supporto del finanziamento al fine di estendere, in modo esplicito, il beneficio previsto anche ai liberi professionisti interessati".
Nelle more dell’adozione dell’atto necessario a recepire la disposizione contenuta nella Legge di stabilità per il 2016, le due sigle hanno chiesto un differimento dei termini di scadenza previsti dal bando.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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