Abusi edilizi e demolizione dopo l’acquisizione al patrimonio comunale: cosa dice la Cassazione?

di Redazione tecnica - 18/03/2025

Un immobile abusivo acquisito al patrimonio comunale può essere sanato? Il vecchio proprietario può ancora opporsi alla demolizione presentando istanza di sanatoria? E cosa succede se il Comune non si pronuncia sul mantenimento del bene?

Abusi edilizi, demolizione e acquisizione al patrimonio comunale: interviene la Cassazione

Domande sempre interessanti e, soprattutto, all’ordine del giorno che, come spesso accade, trovano risposta all’interno della normativa edilizia (in questo caso gli artt. 31 e 36 del d.P.R. n. 380/2001, c.d. Testo Unico Edilizia) ma che, come altrettanto spesso accade, vengono definitivamente chiarite dalla giurisprudenza. Chiarimenti importanti, soprattutto quando arrivano dalla Corte di Cassazione come nel caso della recentissima sentenza n. 9920 del 12 marzo 2025 che affronta proprio queste tematiche, confermando principi fondamentali in materia di demolizione di immobili abusivi.

Nel caso oggetto del nuovo intervento degli ermellini, l’oggetto del contendere è un’ordinanza del Tribunale che respingeva la richiesta di annullamento dell’ingiunzione a demolire relativamente all’ordine di demolizione emesso con sentenza divenuta irrevocabile. L’ingiunzione di demolizione veniva emessa su un immobile abusivo già acquisito al patrimonio comunale per effetto dell’inottemperanza all’ordine demolitorio.

Avverso tale ordinanza veniva proposto appello in Cassazione sulla base di due motivazioni:

  • con la prima, la difesa deduce che per l’immobile abusivo, ricadente in zona non assoggettata ad alcun vincolo di natura urbanistica, erano state emesse dal Comune ingiunzioni per ottenere il pagamento della indennità di occupazione in esecuzione di una delibera di Giunta che detta le linee guida per la gestione di immobili acquisiti al patrimonio comunale e che sottraggono l’opera abusiva al suo normale destino della demolizione;
  • con la seconda, viene dedotto che, in ragione della presentazione della richiesta di permesso di costruire con gli allegati accertamenti di conformità e della esistenza dei presupposti di legittimità per ottenere il permesso di costruire in sanatoria, il giudice dell’esecuzione avrebbe dovuto accogliere l’istanza di sospensione dell’esecuzione per avvenuta presentazione di domanda di sanatoria, incombendo su colui che invoca la sospensione o la revoca dell’ordine di demolizione un onere di allegazione e sull’autorità giudiziaria il compito di procedere ai relativi accertamenti.
CONTINUA A LEGGERE

© Riproduzione riservata