Abusi edilizi, ordine di demolizione e proprietario incolpevole: il TAR traccia il confine

di Redazione tecnica - 31/01/2025

Non è certo una novità che l’abuso edilizio sia considerato un illecito permanente, con conseguente possibilità per l’amministrazione di ordinare la demolizione anche nei confronti del proprietario non responsabile della realizzazione dell’opera abusiva. Ma fino a che punto può spingersi questa responsabilità?

Abusi edilizi e demolizione: interviene il TAR

La sentenza n. 497/2025 del TAR Campania interviene proprio su questo delicato equilibrio, affermando un principio fondamentale: se il proprietario dimostra di non avere la disponibilità materiale del bene e di aver fatto tutto il possibile per ottenere lo sgombero degli abusivi, l’ordine di demolizione diventa illegittimo.

Una pronuncia che fa chiarezza in un ambito spesso caratterizzato da interpretazioni rigide, e che segna un punto fermo in tema di esigibilità degli ordini amministrativi.

La vicenda nasce da un’ordinanza di demolizione nei confronti di 59 soggetti responsabili di abusi edilizi, ma anche dei proprietari dei terreni su cui insistevano le opere abusive. I proprietari, tuttavia, avevano perso da anni la disponibilità dell’area, occupata abusivamente da soggetti terzi. L’occupazione aveva trasformato i terreni in un vero e proprio insediamento abusivo, con baracche, allacci illegali alle reti pubbliche, scarichi abusivi, rifiuti pericolosi e gravi rischi igienico-sanitari.

Nonostante le numerose denunce alle Autorità, i proprietari non erano riusciti a ottenere lo sgombero dell’area. Anzi, era stato lo stesso Comune a costituirsi parte offesa nel procedimento penale avviato contro gli occupanti abusivi, riconoscendo quindi l’illegalità della situazione.

Eppure, l’ordinanza di demolizione è arrivata lo stesso.

Le ragioni del TAR: quando un ordine è "inesigibile"

La sentenza del TAR è chiara: non si può imporre un obbligo giuridico a chi, oggettivamente, non ha il potere di adempiervi. Nel dettaglio, i giudici di primo grado forniscono i seguenti principi:

  • l’ordine di demolizione può essere legittimamente rivolto al proprietario solo se questi ha la possibilità di eseguirlo;
  • se il proprietario ha dimostrato di aver fatto tutto il possibile per rientrare nella disponibilità dell’immobile, l’ordine diventa inesigibile e quindi illegittimo;
  • il Comune non può scaricare sul privato l’onere di risolvere un problema che, per dimensioni e complessità, spetta alla pubblica amministrazione gestire.

Il TAR richiama anche la giurisprudenza consolidata secondo cui l’acquisizione del bene da parte del Comune, prevista in caso di inottemperanza all’ordine di demolizione, non può colpire il proprietario che incolpevolmente non abbia potuto eseguire l’ordine (Corte Costituzionale, sentenza n. 345/1991).

Messaggio chiaro alla pubblica amministrazione

La sentenza manda un messaggio inequivocabile alle amministrazioni locali: non si può pretendere che un privato si sostituisca allo Stato nella gestione di situazioni di illegalità diffusa.

Nel caso specifico, il Comune avrebbe dovuto attivarsi con gli strumenti a sua disposizione (sgombero forzato, intervento delle forze dell’ordine, rimozione delle opere abusive) anziché limitarsi a emettere un’ordinanza di demolizione destinata a restare lettera morta.

Il ripristino della legalità urbanistica è un obiettivo fondamentale, ma non può essere perseguito con atti amministrativi formalmente corretti ma, di fatto, irrealizzabili.

Conclusioni

La decisione del TAR Campania mette ordine in una materia che, troppo spesso, viene affrontata con rigidità. Sì, il proprietario ha delle responsabilità nei confronti dell’abuso edilizio, ma non può essere ritenuto responsabile di ciò che non ha mai avuto il potere di impedire o eliminare.

Ora resta da vedere se le amministrazioni recepiranno questo principio o se si continuerà con ordinanze “a tappeto”, senza considerare caso per caso la reale esigibilità degli ordini impartiti.

Una cosa è certa: questa sentenza sarà un punto di riferimento per tutti quei proprietari che si trovano a subire le conseguenze di abusi edilizi di cui non hanno alcuna colpa e, soprattutto, che non hanno gli strumenti per rimuovere.



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