Abusi edilizi e prove documentali: ok alle foto da Google Earth
di Redazione tecnica - 21/10/2022
Le fotografie aeree ricavate tramite l’uso di Google Earth rappresentano a tutti gli effetti una prova documentale: ne dà conferma la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 39087/2022, con la quale ha confermato il sequestro preventivo ai sensi dell’art. 44, lett. b), del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) di un immobile abusivo.
Uso di Google Earth per provare (o no) abusi edilizi: la sentenza della Cassazione
La questione riguarda un edificio unifamiliare sul quale era stato realizzato un piano intero senza che ci fosse un titolo edilizio a giustificare l’intervento. Non solo: secondo il ricorrente, l’ordinanza del Tribunale sarebbe stata illegittima perché il reato era andato in prescrizione.
I giudici di Piazza Cavour invece hanno confermato su tutta la linea quanto stabilito dal Tribunale del Riesame.
In riferimento alla legittimità del sequestro preventivo dell'immobile, gli ermellini hanno ricordato che, in tema di reati edilizi o urbanistici, al fine di disporre il sequestro preventivo di manufatto abusivo, il giudice di merito ha il dovere di accertare se esista un reale pregiudizio degli interessi attinenti al territorio o una ulteriore lesione del bene giuridico protetto, anche con riferimento a eventuali interventi di competenza della P.A. in relazione a costruzioni non assistite da concessione edilizia, ma tuttavia conformi agli strumenti urbanistici, oppure se la persistente disponibilità del bene costituisca un elemento neutro sotto il profilo dell'offensività. Si tratta di un’ipotesi in questo caso ragionevolmente esclusa, dato che il manufatto veniva utilizzato abitualmente come abitazione e aveva delle dimensioni e caratteristiche tutt'altro che irrilevanti.
Fotogrammi da Google Earth come prove documentali
Inoltre non c’era alcun dubbio sul fatto che le opere fossero state ultimate di recente, come accertato dal consulente tecnico tramite Google Earth Pro: mentre nel 2018 l’ampliamento volumetrico al secondo piano, era assente, esso era visibile presente in un fotogramma del 2020. Non solo: nel fascicolo della CILA era presente la lettera di dimissioni del direttore dei lavori, datata 2020, in cui spiegava di voler lasciare l'incarico proprio per alcune difformità riscontrate rispetto al titolo abilitativo.
Sul punto, gli ermellini hanno anche ricordato che, sebbene i rilievi di Google Earth rappresentino solo uno degli elementi della complessiva valutazione del Tribunale, in tema di prove, i fotogrammi scaricati dal sito internet "Google Earth" costituiscono prove documentali pienamente utilizzabili ai sensi dell'articolo 234, comma 1, cod. proc. pen. o 189 cod. proc. pen., in quanto rappresentano fatti, persone o cose, essendo ben diversa, ovviamente, la questione relativa alla valutazione del loro contenuto e alla corrispondenza al vero di quanto in essi rappresentato.
Il ricorso è stato quindi respinto, confermando l’ordinanza di sequestro preventivo dell’immobile e la validità delle prove addotte tramite Google Earth.
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