Appalti e prevenzione dissesti idrogeologici: molte risorse, pochi interventi
di Redazione tecnica - 17/11/2023
Opere avviate in ritardo, continui stop e progetti al palo. L’attività di prevenzione dei dissesti idrogeologici sembra essere già di suo un disastro, spingendo ANAC a intervenire per cercare di accelerare i tempi e garantire che gli stanziamenti siano davvero utilizzati.
Appalti e prevenzione dissesto idrogeologico: ANAC avvia un'indagine
L’Autorità ha quindi avviato un’indagine conoscitiva dettagliata, regione per regione, finalizzata a individuare le cause del blocco dei cantieri e a favorirne il più in fretta possibile la ripartenza.
Come ha spiegato il presidente dell’ANAC, Giuseppe Busìa, l'Autorità intende sollecitare le pubbliche amministrazioni alla tempestiva realizzazione di opere fondamentali, quali quelle necessarie per evitare emergenze e ridurre i rischi idrogeologici. Una sorta di vigilanza collaborativa preventiva, per evitare che i fondi stanziati vengano spesi in ritardo o sprecati.
L’indagine ha preso avvio dai dati sugli appalti rinvenibili dalla Banca dati ANAC e da quelli di istituti scientifici nazionali – in particolare ISPRA – e tenendo in considerazione quanto rapportato dalla Corte dei Conti in diverse sue deliberazioni sull’argomento.
Il commento di Federcepicostruzioni ai dati dell'indagine
Lo status quo è sintetizzato nelle tabelle con dati dal 1999 a novembre 2023. E i risultati non sono particolarmente confortanti, come ha fatto notare Antonio Lombardi, presidente nazionale di Federcepicostruzioni.
Proprio partendo dal report ANAC, Lombardi ha spiegato che, dal 1999 ad oggi, soltanto il 32,2% dei 25.101 progetti finanziati per 17,2 miliardi di euro contro il dissesto idrogeologico, è stato portato a termine.
Né i disastri sempre più frequenti provocati da frane e alluvioni, poco o nulla hanno mutato nell’azione politica: basti pensare, sottolinea Lombardi, che negli ultimi anni si è passati da 6.595 progetti finanziati nel 2019 agli 8.179 del 2021 (8.179 progetti). Negli ultimi due anni (2022 e 2023), quando pure non sono mancati disastri costanti anche vittime, oltre che ingenti danni, ci si è addirittura attestati intorno ad una media di appena 2.100 progetti all’anno, meno di un terzo di quelli finanziati quattro anni fa.
Secondo Lombardi, il dato più allarmante concerne però l’ultimazione degli interventi: dell’intera mole dei progetti finanziati in quattro anni, appunto 25.101, appena il 32,2% è stato portato a termine: meno di uno su tre (8.073). Un ulteriore 10,6% di interventi è ancora in fase di esecuzione, 114 sono stati aggiudicati, ma non ancora cantierati. Di ben 9.843 progetti (vale a dire il 37,8% del totale) si sono perse le tracce, e la stessa Anac ha sul punto ammesso di non essere riuscita a reperire notizie sullo stato di avanzamento. Gli ultimi 4.348 interventi, infine, sono ancora in fase di progettazione.
Tra le regioni che hanno ricevuto più fondi in tutti questi anni figurano la Campania con 1,5 miliardi di euro, la Lombardia e la Sicilia (entrambe con 1,4 miliardi) e la Calabria (altri 1,3 miliardi). Seguono il Lazio (1,2) e poi Piemonte e Toscana (un miliardo ciascuno). Lombardi lo definisce "un buco nero che ha inghiottito 17,2 miliardi di euro dal 1999 a oggi, con tante soluzioni che poco o nulla hanno prodotto di concreto".
Da questo punto di vista, l’intervento di ANAC viene accolto con entusiasmo: “Apprendiamo con soddisfazione che l’Autorità Anticorruzione ha deciso di avviare un’indagine conoscitiva dettagliata, regione per regione, su questi incresciosi ritardi, nel tentativo di accertare le cause di blocco dei lavori, e favorirne la ripartenza affiancando le regioni nella risoluzione delle procedure più complesse. Denunciamo da tempo la farraginosità dei percorsi, delle autorizzazioni e delle procedure in tema di dissesto: occorre intervenire con sollecitudine ed efficacia per mettere in sicurezza il territorio, ed è davvero increscioso che, nel mentre si registrano con sempre maggiore frequenza episodi drammatici di alluvioni, i lavori vengano bloccati dalla burocrazia”, ha concluso Lombardi.
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