Appalti pubblici: aperte le valutazioni sulle Direttive UE

di Redazione tecnica - 29/01/2025

Oltre 2.400 miliardi di euro spesi ogni anno, di cui il 48% proveniente da fondi strutturali e di investimento, per un totale pari a circa il 14% del PIL complessivo dell'Unione. È questa la cifra che ogni anno è a carico delle amministrazioni pubbliche dell'UE per l'acquisto tramite appalti pubblici di servizi, lavori e forniture, in molteplici settori, quali energia, trasporti, gestione dei rifiuti, protezione sociale e fornitura di servizi sanitari o di istruzione.

Appalti pubblici: le direttive UE a tutela di imprese e concorrenza

Tante risorse che vanno nelle tasche delle imprese, per le quali la UE cerca di garantire condizioni di parità, con norme  finalizzate a disciplinare gli affidamenti. In particolare, le direttive in materia di appalti pubblici contemplano:

  • le norme procedurali ("come acquistare"), comprese le norme di applicazione generale;
  • le norme specifiche applicabili agli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali;
  • le norme in materia di concessioni.

La Commissione ha quindi avviato una valutazione dei tre atti legislativi in materia, ovvero:

  • la direttiva 2014/23/UE (direttiva sulle concessioni);
  • la direttiva 2014/24/UE (direttiva sugli appalti pubblici);
  • la direttiva 2014/25/UE (direttiva sui servizi di pubblica utilità).

Lo scopo della consultazione, che sarà accessibile fino al 7 marzo 2025, è raccogliere prove, informazioni, dati e riscontri approfonditi e di elevata qualità sul loro livello di efficacia e se sianoancora adatte allo scopo, adeguate e sufficienti per conseguire gli obiettivi strategici dell'UE.

Revisione delle direttive sugli appalti: aperte le consultazioni

Secondo la relazione speciale della Corte dei conti europea sugli appalti pubblici nell'UE del 2023, seguita dalle conclusioni del Consiglio (C/2024/3521), sono infatti necessarie ulteriori azioni per affrontare il problema della diminuzione della concorrenza negli appalti pubblici e sfruttare appieno il potenziale del mercato degli appalti pubblici dell'UE.

Non a caso, negli orientamenti politici 2024-2029 per la prossima Commissione europea, la Presidente Ursula von der Leyen ha annunciato una revisione delle direttive sugli appalti pubblici per consentire di:

  • privilegiare i prodotti europei nelle gare d'appalto bandite in determinati settori strategici;
  • contribuire a garantire il valore aggiunto dell'UE e la sicurezza dell'approvvigionamento di tecnologie, prodotti e servizi essenziali;
  • modernizzare e semplificare le norme in materia di appalti pubblici, tenendo in particolare presenti le start-up e gli innovatori dell'UE.

Ne verranno analizzate l'efficacia e l'impatto in tutta l'UE, valutando se tali atti legislativi rimangono idonei allo scopo, se conseguono gli obiettivi previsti a un costo minimo e se sono adeguati ad affrontare le sfide attuali.

La valutazione riguarderà il periodo 2016-2024 e tutti gli Stati membri dell'UE e i paesi del SEE, con un'analisi approfondita della concorrenza nel mercato degli appalti pubblici dell'UE.

Criteri di valutazione delle Direttive

La valutazione si baserà sui seguenti criteri:

  • efficacia: valutare se le direttive sono state efficaci nel conseguire i loro obiettivi (contribuire a un elevato livello di concorrenza nel mercato unico; maggiore partecipazione delle PMI alle procedure di appalto; semplificazione e flessibilità delle procedure di appalto; trasparenza e integrità della spesa pubblica; uso efficiente dei fondi pubblici; rendere l'economia dell'UE più verde, sociale e innovativa);
  • efficienza: valutare i costi e i benefici apportati da tali direttive sia per gli acquirenti pubblici che per gli operatori economici, comprese le PMI.
  • pertinenza: valutare se le direttive continuano a rispondere all'evoluzione del contesto e alle esigenze di acquirenti, fornitori e utenti.
  • coerenza: valutare se le direttive sono coerenti internamente ed esternamente con altri interventi dell'UE.
  • valore aggiunto dell'UE: valutare in che modo le direttive hanno contribuito ad armonizzare le leggi e le prassi nazionali in materia di appalti pubblici e a ridurre la frammentazione giuridica e accertare se hanno apportato i benefici attesi.

Soggetti coinvolti

La UE ha quindi invitato gli stakeholders a presentare i propri contributi, prevedendo anche le seguenti attività:

  • consultazione pubblica online tramite questionario, accessibile per 12 settimane, che si terrà parallelamente al presente invito a presentare contributi e che sarà pubblicata sul portale Dì la tua della Commissione in tutte le 24 lingue dell'UE. L'obiettivo è raccogliere elementi di prova generali ai fini della valutazione.
  • consultazioni mirate per ottenere dati quantitativi e qualitativi dalle diverse categorie di stakeholders;
  • consultazioni di esperti nell'ambito delle consultazioni mirate – gruppo di esperti governativi della Commissione in materia di appalti pubblici, gruppo consultivo della Commissione sugli appalti pubblici verdi, gruppo di esperti della Commissione sugli appalti pubblici composto da rappresentanti delle parti interessate, rete degli organi di ricorso di primo grado in materia di appalti pubblici, gruppo multilaterale di esperti sugli appalti elettronici, altri gruppi di esperti settoriali pertinenti, nonché esperti facenti parte del gruppo “Appalti pubblici” del Consiglio.

La relazione di sintesi fattuale sarà pubblicata sulla pagina della consultazione otto settimane dopo il termine della consultazione pubblica. Un'ulteriore relazione riassumerà i risultati delle attività di consultazione e sarà allegata al documento di lavoro dei servizi della Commissione sulla valutazione.

Anche ricercatori scientifici, organizzazioni accademiche, società scientifiche e associazioni scientifiche con competenze in materia di appalti pubblici sono invitati a presentare ricerche scientifiche, analisi e dati pertinenti che potrebbero essere utili per analizzare qualsiasi aspetto della valutazione.

La partecipazione è aperta a tutti e comprende:

  • i governi, comprese le agenzie per gli appalti pubblici e le autorità pubbliche responsabili dell'attuazione dei fondi dell'UE in regime di gestione concorrente (ad esempio le autorità di gestione dei fondi della politica di coesione);
  • altri acquirenti pubblici, anche a livello regionale/locale e le centrali di committenza;
  • i centri di competenza incaricati della professionalizzazione dei committenti;
  • gli organi di ricorso in materia di appalti pubblici;
  • le imprese e organizzazioni imprenditoriali, comprese le PMI, le start-up e le imprese sociali;
  • le organizzazioni non governative;
  • i soggetti dell'economia sociale;
  • le parti sociali che rappresentano i sindacati e i datori di lavoro;
  • le università e gli istituti di ricerca.

Raccolta dati e metodologia

La raccolta dei dati comprenderà anche:

  • ricerche documentali;
  • un esame della letteratura esistente e delle relazioni, degli studi e delle analisi disponibili (tra cui lo studio della Commissione relativo all'attuazione della direttiva sulle concessioni e la relazione della Commissione sul funzionamento della direttiva 2014/23/UE);
  • informazioni raccolte tramite alcuni progetti dell'UE (tra cui Big Buyers Working Together, Strategic Public Procurement Dialogues);
  • dati forniti dalle banche dati sugli appalti (tra cui la Gazzetta ufficiale dell'UE sugli appalti, lo spazio di dati sugli appalti pubblici, le banche dati nazionali sugli appalti);
  • eventuali cause pertinenti dinanzi alla Corte di giustizia dell'UE.

Saranno inoltre commissionati studi a esperti privati. Le informazioni e i dati raccolti saranno ordinati ed analizzati affinché sia possibile rispondere alle domande di valutazione.



© Riproduzione riservata

Documenti Allegati

Documento