Appalti pubblici e Codice CPV: interviene ANAC

di Redazione tecnica - 16/05/2023

Al fine di evitare errori e incongruenze, il Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) Giuseppe Busia ha invitato le stazioni appaltanti a fare più attenzione nell’individuare i codici per gli appalti pubblici (Cpv) da indicare nelle procedure di affidamento.

Indicazioni sulle corrette modalità di individuazione dei codici CPV

Arriva da ANAC il Comunicato del Presidente 9 maggio 2023 che, nell’esercizio delle attività istituzionali di competenza, ha ritenuto opportuno richiamare l’attenzione delle stazioni appaltanti ad un’attenta individuazione dei codici del vocabolario comune per gli appalti pubblici (CPV) da indicare nelle procedure di affidamento.

Tra gli errori ricorrenti individuati da ANAC nell’ambito della sua attività di vigilanza è emersa l’incongruenza tra la prestazione identificata dal codice CPV prescelto e l’effettivo oggetto del contratto da affidare.

CPV (Common Procurement Vocabulary): cos'è e a cosa serve

Come ricorda l'Anticorruzione, l'utilizzo del Common Procurement Vocabulary, altrimenti conosciuto come CPV, nei formulari è obbligatorio dall'1 febbraio 2006 ed è utilizzato per descrivere l’oggetto dei contratti da affidare. Viene utilizzato a fini statistici e di raccolta dati, ma la sua funziona primaria è quella di uniformare e standardizzare la descrizione dell’oggetto della gara indicato nel bando, fornendo un riferimento comune in tutte le lingue dell’Unione europea.

L’utilizzo corretto del CPV consente di rimuovere le barriere linguistiche e di eliminare gli errori di traduzione, garantendo così una maggiore trasparenza delle procedure ed un incremento della concorrenza transfrontaliera. Tramite i codici CPV, infatti, gli operatori economici possono ricercare nel TED, la banca dati elettronica dove sono pubblicati tutti i bandi europei, le gare pubbliche relative ai propri campi di interesse.

Il CPV comprende un vocabolario principale per la descrizione dell'oggetto degli appalti e un vocabolario supplementare per aggiungere informazioni qualitative all'oggetto. Il vocabolario principale poggia su una struttura ad albero di codici che possono avere fino a 9 cifre (un codice di 8 cifre più una di controllo), ai quali corrisponde una denominazione che descrive le forniture, i lavori o servizi, oggetto del mercato.

CPV: vocabolario principale e supplementare

Il CPV comprende un vocabolario principale e un vocabolario supplementare:

  • il vocabolario principale poggia su una struttura ad albero di codici che possono avere fino a 9 cifre, ai quali corrisponde una denominazione che descrive le forniture, i lavori o servizi, oggetto del contratto.
  • il vocabolario supplementare può essere utilizzato per completare la descrizione dell'oggetto degli appalti. Esso è costituito da un codice alfanumerico, al quale corrisponde una denominazione che consente di fornire ulteriori dettagli sulla natura o la destinazione specifiche del bene da acquistare.

Nel vocabolario principale:

  • le prime due cifre identificano le divisioni (XX000000-Y);
  • le prime tre cifre identificano i gruppi (XXX00000-Y);
  • le prime quattro cifre identificano le classi (XXXX0000-Y);
  • le prime cinque cifre identificano le categorie (XXXXX000-Y);
  • ciascuna delle tre ultime cifre fornisce un grado di precisione supplementare all'interno di ogni categoria.
  • una nona cifra serve alla verifica delle cifre precedenti.

Nel vocabolario supplementare il codice alfanumerico comprende:

  • un primo livello costituito da una lettera corrispondente ad una sezione;
  • un secondo livello costituito da quattro cifre, le cui prime tre formano una suddivisione e le ultime tre cifre sono di controllo

Gli effetti in caso di errore

La ricerca e la selezione della voce o delle voci CPV del vocabolario principale che descrivono l’oggetto del contratto, costituiscono il momento fondamentale per assicurare la corretta informazione al mercato.

L’impropria attribuzione del codice CPV:

  • viola i principi di trasparenza e pubblicità che impongono, alle stazioni appaltanti, di fornire informazioni chiare e precise sulle procedure onde consentire una valutazione sulla legittimità del loro operato;
  • viola il principio di par condicio, poiché non consente a tutti gli operatori economici potenzialmente interessati di conoscere le opportunità effettivamente esistenti, con una conseguente violazione del principio di tutela della concorrenza;
  • può determinare anche una violazione degli obblighi di pubblicità legale. Se, ad esempio, viene indicato, erroneamente, nel bando un codice CPV per il quale è prevista una soglia di rilevanza comunitaria più alta (come nel caso dei servizi sociali e assimilati di cui all’allegato n XIV della direttiva 2014/24/UE) tale bando verrà pubblicato solo a livello nazionale e non in ambito europeo, determinando una lesione ancora maggiore della libera concorrenza;
  • determina una violazione del principio di buona amministrazione, impedendo un miglior utilizzo delle risorse pubbliche;
  • potrebbe costituire la comunicazione di un’informazione non veritiera, con conseguente possibile applicazione di sanzioni nei confronti della stazione appaltante.

Al fine di non commettere errori, le stazioni appaltanti devono individuare il CPV più in linea possibile con l’acquisto che intendono effettuare, tenendo presente anche la collocazione della voce prescelta nell’ambito della struttura del vocabolario.

Le indicazioni di ANAC

Il vocabolario principale è organizzato in una struttura gerarchicamente ordinata. È una struttura ad albero, costituita da un primo livello di classificazione più generale, le divisioni, che a loro volta si ramificano in livelli ulteriori che dettagliano in modo sempre più specifico le prestazioni (gruppi, classi, categorie, sottocategorie).

Le divisioni sono identificate dalle prime due cifre delle nove che costituiscono il codice mentre ogni cifra successiva identifica un ulteriore livello di specificazione all’interno del livello precedente (divisione XX000000-Y; gruppo XXX00000-Y; classe XXXX0000-Y; categorie XXXXX000-Y. Le ultime tre cifre forniscono un grado di precisione supplementare all’interno di ogni categoria, il numero oltre il trattino è una cifra di controllo).

Le divisioni sono ripartite tra beni, lavori e servizi. La prima parte del vocabolario contiene divisioni relative ai beni (codici CPV che iniziano con 0 fino a includere 44 o 48); la seconda parte del vocabolario contiene le divisioni relative ai servizi (codici CPV che iniziano con 50 fino a 98 compreso). Un’unica divisione è dedicata ai lavori (codici CPV che iniziano con 45).

Le stazioni appaltanti che devono individuare le voci del CPV da indicare negli atti di gara possono ricercare i codici partendo dalla struttura del vocabolario oppure effettuando una ricerca tramite parola chiave.

Nel primo caso, la stazione appaltante esamina i titoli delle varie divisioni e individua quella di interesse, e procede poi, nello stesso modo, a selezionare i successivi livelli di classificazione, fino a identificare i codici che sta cercando. Tale processo di selezione può apparire più lungo e oneroso ma consente di avere una chiara panoramica delle eventuali alternative e di definire i codici con estrema precisione.

Nel secondo caso, ricerca con parola chiave, vengono estrapolati tutti i codici che contengono una determinata parola chiave.

Tali codici possono appartenere alle divisioni più diverse. Questo tipo di ricerca non dà immediata evidenza della collocazione della voce nell’ambito della struttura gerarchica del vocabolario, né delle voci affini che, pur non contenendo tale parola chiave, potrebbero essere più confacenti. Per tale motivo si raccomanda di ripetere la ricerca utilizzando diverse parole chiave e di verificare sempre la coerenza tra l’oggetto del contratto e la prestazione identificata dal CPV selezionato, tenendo presente la divisione-gruppo-classe-categoria-sottocategoria cui tale CPV fa riferimento. La ricerca della parola ‘‘software’’ all’interno del vocabolario è un esempio semplice, ma emblematico, di un possibile errore: tale ricerca estrapola numerosissime voci, alcune appartenenti alla divisione 48 che riguarda le forniture altre riguardanti la divisione 72 che contempla, invece, i servizi. Una volta selezionato il codice CPV è, pertanto, necessario verificare che i vari livelli di classificazione che quel codice identifica, siano corretti e coerenti con l’oggetto della procedura.

Conclusioni

In conclusione, ANAC ha raccomandato alle stazioni appaltati:

  • di porre la massima attenzione nell’individuare il codice CPV del vocabolario principale, verificando che l’oggetto del contratto da affidare risulti coerente con la prestazione identificata dal codice CPV prescelto, sia con riferimento alla descrizione della prestazione, sia con riferimento alla struttura gerarchica nella quale tale CPV è inserito;
  • di individuare codici CPV del vocabolario principale con un livello di classificazione non inferiore alle categorie, ossia codici con almeno cinque cifre che indichino, quindi, divisione-gruppo- classe-categoria. Livelli di classificazione inferiori non garantiscono una descrizione sufficientemente specifica dell’oggetto della procedura.

In allegato, oltre al Comunicato del Presidente ANAC, pubblichamo:

  • il Regolamento relativo al vocabolario comune per gli appalti pubblici (CPV);
  • la Guida al Vocabolario comune per gli appalti pubblici (CPV).


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