Blocco bonus edilizi: quali soluzioni sono possibili?
di Redazione tecnica - 06/03/2023
Sono diverse le proposte messe sul tavolo da ANAIP (Associazione Nazionale Amministratori Immobiliari Professionisti) per sbloccare i bonus edilizi, partendo da tre parole d’ordine: efficientamento energetico, vulnerabilità sismica e capacità reddituale.
A parlarne è il presidente nazionale Alessandro De Pasquale, che propone un piano decennale di rilancio per gli edifici a prevalenza di civile abitazione.
Bonus edilizi e sblocco dei crediti: le proposte di ANAIP
De Pasquale evidenzia l’impossibile sostenibilità dei superbonus con le attuali modalità e le numerose modifiche apportate dai vari Governi nel corso degli ultimi tre anni, e propone lo stanziamento da parte dello Stato italiano di un budget su base percentuale, in rapporto alla legge di bilancio nazionale annuale, per i prossimi dieci anni, da destinare alla riqualificazione delle abitazioni ed alla riqualificazione urbana in collaborazione con gli enti locali.
Inoltre propone l’istituzione di una graduatoria degli edifici, a prevalenza d’uso abitazione prima casa e che necessitino prioritariamente di interventi di riqualificazione, per accedere agli incentivi secondo tre parametri:
- l’indice di vulnerabilità sismica dell’edificio;
- l’efficientamento energetico;
- la capacità reddituale del singolo condomino, prediligendo le opere di demo-ricostruzione.
Sulla base di essi si potrà determinare il contributo statale da applicare e la priorità nell’esecuzione dell’intervento.
Necessario un investimento a lungo termine
Secondo De Pasquale, l’errore più grande commesso dai precedenti governanti è stato quello di non valutare l’investimento dello Stato nel tempo, mentre con i nuovi parametri si potrebbero risolvere diverse problematiche di programmazione dei budget e generare investimenti a lunghissimo termine, garantire una distribuzione equa degli incentivi secondo le reali necessità dei contribuenti, permettendo di ottenere un miglioramento energetico programmabile per rispettare gli obbiettivi europei prefissati.
In questo modo, sarebeb possibile generare un andamento costante del mercato edilizio senza che ci siano picchi di incremento dei prezzi delle materie prime e della manodopera. Non solo: per calmierare i prezzi delle opere da appaltare si potrebbe prevedere l’applicazione di una scontistica sui prezzari regionali, in base alla media annua dei ribassi applicati dalle imprese per gli appalti pubblici similari.
Le proposte per la riqualificazione urbana
Inoltre è possibile pensare alla riqualificazione urbana per mezzo della demo-ricostruzione, che garantisce anche l’aggiornamento delle tecnologie, oggi indispensabili per gli edifici di civile abitazione, inerenti a: reti di distribuzione dell’energia, incremento di parcheggi atti a ricaricare i veicoli elettrici, accumulo e riutilizzo dell’acqua piovana per contrastare i cambiamenti climatici, connessioni e le reti d’informazione pubblica, salubrità delle abitazioni, adeguamento dei sistemi di prevenzione incendi, distanziamento degli edifici per ridurre i danni in caso di sisma e incremento di comunità energetiche, che riducono notevolmente i costi di implementazione delle reti distributive nazionali in funzione dei maggiori carichi richiesti.
Secondo De Pasquale, anche per garantire la riqualificazione urbana è necessario prevedere tempistiche di attuazione decennali o pluridecennali che consentano a tutti i soggetti coinvolti di organizzarsi e prendere le decisioni nei giusti tempi. Un modus operandi ben diverso da quello attuale, con continui cambi di rotta che stanno causando un enorme contenzioso condominiale che vede coinvolti i condòmini, gli amministratori di condominio, i tecnici incaricati, le imprese appaltatrici e tutti i fornitori dell’indotto edilizio.
Proprio per questo il presidente di ANAIP propone di concedere a tutti i soggetti che hanno avviato le procedure una proroga biennale per l’esecuzione dei lavori e permettere una riorganizzazione degli interventi, senza generare ulteriori aggravi di costi dovuti alla maggior richiesta di materiali e servizi secondo le normali leggi di mercato.
“Queste misure da adottare sono indispensabili, oltre che per i motivi riportati, per evitare il fallimento di numerose imprese che non riescono a monetizzare i crediti fiscali. Auspichiamo che le Istituzioni, nell’ottica di una fattiva collaborazione e nell’interesse della collettività, vogliano valutare positivamente la nostra proposta”, conclude De Pasquale.
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