Bonus restauro edifici storici, la nuova risoluzione del Fisco
di Redazione tecnica - 29/07/2022
Con la risoluzione n. 43/E del 27 luglio 2022, l’Agenzia delle Entrate ha istituito il codice tributo per l’utilizzo, tramite F24 del cosiddetto “Bonus restauro edifici storici”, il credito d’imposta previsto per il restauro e per gli altri interventi conservativi sugli immobili di interesse storico e artistico di cui all’articolo 65-bis del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni dalla legge 23 luglio 2021, n. 106.
Cos’è il bonus Restauro edifici storici
Ricordiamo che con l’articolo 65-bis, comma 1, del D.L. n. 73/2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 106/2021, è stato istituito il Fondo per il restauro e per altri interventi conservativi sugli immobili di interesse storico e artistico soggetti alla tutela prevista dal D.Lgs. n. 42/2004 (Codice dei Beni culturali e del Paesaggio). Le risorse del Fondo sono destinate alle persone fisiche che detengono a qualsiasi titolo gli immobili di cui al comma 1, sotto forma di un credito d'imposta per le spese sostenute negli anni 2021 e 2022 per la manutenzione, la protezione o il restauro, utilizzabile in compensazione oppure ceduto.
Tale detrazione è pari al 50% delle spese sostenute nel 2021 e 2022, fino a un importo massimo complessivo di 100mila euro per ogni immobile e comunque nel limite di spesa di 1 milione di euro per ciascuno dei due anni e fino all’esaurimento delle risorse disponibili per ognuno di essi. Tra gli interventi agevolabili, rientrano quelli mirati al miglioramento della sicurezza, alla conservazione dell’edificio e all’eliminazione delle barriere architettoniche.
Possono beneficiare del Bonus Restauro le persone fisiche che detengono a qualsiasi titolo gli immobili agevolabili, per gli interventi autorizzati, a condizione che il fabbricato non sia utilizzato nell’esercizio di impresa.
Presentazione domande e riconoscimento del credito di imposta
Le domande accettate per il riconoscimento del bonus sono quelle presentate esclusivamente per via telematica dal 1° al 28 febbraio dell'anno successivo a quello in cui è stata sostenuta la spesa, al ministero della Cultura, direzione generale archeologia belle arti e paesaggio (Dg Abap).
Ogni beneficiario può visualizzare l’ammontare dell’agevolazione fruibile in compensazione con invio del modello F24 tramite il proprio cassetto fiscale, nell’area riservata del sito dell’Agenzia delle entrate. Come specificato nella Risoluzione, il codice tributo per l’utilizzo in compensazione è “6979”, denominato “credito d’imposta per il restauro e per gli altri interventi conservativi sugli immobili di interesse storico e artistico di cui all’articolo 65- bis del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73".
Una volta inviato il modello F24, il Fisco verifica che l’ammontare del credito d’imposta utilizzato in compensazione non ecceda l’importo indicato in tale elenco, pena lo scarto della comunicazione.
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