Cambiamenti climatici: il MASE approva il Piano nazionale di adattamento
di Redazione tecnica - 22/02/2024
Con il decreto del Mase del 21 dicembre 2023, è stato approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, (PNACC), che ha come obiettivo principale fornire un quadro di indirizzo nazionale per l'implementazione di azioni finalizzate a ridurre al minimo possibile i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, a migliorare la capacità di adattamento dei sistemi socioeconomici e naturali, nonché a trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche.
Cambiamenti climatici: approvato il Piano Nazionale di adattamento
Il piano è strutturato in 6 macrosezioni:
- Il quadro giuridico di riferimento
- Il quadro climatico nazionale
- Impatti dei cambiamenti climatici in Italia e vulnerabilità settoriali
- Misure e azioni del PNACC
- Finanziare l’adattamento ai cambiamenti climatici
- Governance dell’adattamento.
A completare il documento, quattro allegati tecnici, che potranno essere revisionati nel caso di modifiche normative nell’arco dei 6 anni di validità del Piano:
- Allegato I - Metodologie Strategie Piani Regionali;
- Allegato II - Metodologie Strategie Piani Locali;
- Allegato III - Impatti e vulnerabilità;
- Allegato IV - Database Azioni.
I primi due allegati rappresentato documenti di indirizzo per la definizione di strategie/piani regionali e locali di adattamento ai cambiamenti climatici; il terzo allegato portante il quadro delle conoscenze sugli impatti dei cambiamenti climatici in Italia, prodotto nell’arco degli anni 2017-2018 da una ampia comunità di esperti; il quarto rappresenta un quadro organico di “possibili opzioni di adattamento” che troveranno applicazione nei diversi strumenti di pianificazione, a scala nazionale, regionale e locale, con le modalità che saranno individuate dalla struttura di governance.
Le finalità del Piano
Come riportato nell’introduzione, i cambiamenti climatici rappresentano e rappresenteranno in futuro una delle sfide più rilevanti da affrontare anche nel territorio italiano, che si trova nel c.d. “hot spot mediterraneo", area identificata come particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici.
Il territorio nazionale è, inoltre, notoriamente soggetto ai rischi naturali (fenomeni di dissesto, alluvioni, erosione delle coste, carenza idrica) e già oggi è evidente come l’aumento delle temperature e l’intensificarsi di eventi estremi connessi ai cambiamenti climatici (siccità, ondate di caldo, venti, piogge intense, ecc.) amplifichino tali rischi i cui impatti economici, sociali e ambientali sono destinati ad aumentare nei prossimi decenni.
Da qui l’importanza dell’attuazione di azioni di adattamento nel territorio per far fronte ai rischi provocati dai cambiamenti climatici, con oltre 300 misure riguardanti i temi più disparati, comprendenti attività come agricoltura, turismo, trasporti, industrie ed energia, fenomeni come desertificazione, siccità e dissesto idrogeologico, fino agli ecosistemi naturali.
Tutte le misure sono state classificate secondo l’entità degli interventi richiesti:
- azioni “soft”, che non prevedono interventi strutturali e materiali diretti;
- azioni “green” , con interventi sulle risorse naturali già a nostra disposizione;
- azioni “grey” con la costruzione di nuovi impianti e infrastrutture.
Il piano avrà una durata di 6 anni e sarà supportato da attività di monitoraggio e reporting, per valutarne l'efficacia e lo stato di attuazione.
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