Carenza manodopera qualificata, nel mercato del lavoro è emergenza

di Redazione tecnica - 30/05/2022

L’elevato squilibrio tra domanda e offerta tiene banco da tempo nel dibattito sul mercato del lavoro, evidenziando la carenza di lavoratori qualificati che soddisfino i requisiti ricercati dalle imprese.

Manodopera qualificata, le proposte di FederTerziario

Ne ha parlato FederTerziario nel corso del convegno che si è tenuto presso il Parlamentino CNEL, specificando un dato particolarmente preoccupante: secondo una ricerca Anpal-Unioncamere, il 38,3% dei candidati non risponde ai requisiti richiesti, in un mercato del lavoro sempre meno specializzato, caratterizzato quindi dalla transizione di ogni lavoratore da una competenza all’altra, a volte anche nel corso del medesimo rapporto di lavoro.

Segnali di complessità già intuiti e affrontati dal professore Marco Biagi e che sono stati appunto, a vent’anni dalla sua morte, al centro dell'incontro “Le nuove sfide del mercato del lavoro tra esigenze di flessibilità e valorizzazione delle professionalità: quali prospettive?”.

A tenere le fila della Tavola rotonda, introdotta da Alessandro Franco, segretario generale di FederTerziario, è il volume “Il modo di Biagi. Dizionario della modernità del lavoro” scritto da Maurizio Sacconi, già Ministro del Lavoro, presente all’incontro. “Biagi aveva compreso - ha sottolineato Franco nel corso del suo intervento - che lavoratori e imprese necessitano di misure nuove rispetto al mercato statico di 30 o 40 anni fa, quando il passaggio da unoccupazione a unaltra rappresentava uneccezione alla regola perché oggi, al contrario, occorre accompagnare il lavoratore in tutto l’arco di vita lavorativa, al fine di implementarne le competenze e facilitarne l’occupabilità”.

Proprio per operare in questa direzione il professore bolognese aveva lavorato su concetti come il lavoro agile oppure il lavoro per obiettivi, quindi sganciato dai tradizionali concetti di tempo, spazio e orario.

I cambiamenti del mercato

Partendo dalla classica distinzione tra flessibilità e protezione, il dibattito si è focalizzato sul cambiamento del mercato del lavoro, con una rilettura che oltrepassa la tradizionale opposizione tra tutele dei lavoratori e diritti degli imprenditori proponendo una prospettiva multidisciplinare centrata sullo sviluppo sostenibile.

Diventa quindi sempre più indispensabile potenziare la formazione, che le imprese invece sottovalutano: solo una su cinque investe in formazione obbligatoria (Istat) - e anche i potenziali lavoratori registrano numeri che sono ai margini d’Europa. In Italia solo il 20,1% della popolazione (di 25-64 anni) possiede una laurea contro il 32,8% nell’Ue. E la situazione del Mezzogiorno è decisamente peggiore rispetto alla media nazionale.

In questo quadro FederTerziario si interroga sulle modalità per avvicinare i lavoratori alle esigenze delle imprese, soprattutto delle piccole che costituiscono il 79,5% del tessuto produttivo italiano (dati Istat, censimento delle imprese), considerando in particolare modo i giovani. Da questo punto di vista, i corpi intermedi diventano la chiave di volta per costruire un ponte tra tutti i soggetti, incluse le istituzioni pubbliche, con la realizzazione ad esempio di partenariati pubblico-privato.

A causa delle varie emergenze, i lavoratori a termine sono più 3,1 milioni (marzo 2021-2022) anche se già nel marzo 2022, i nuovi occupati, rispetto a febbraio 2022, sono stati principalmente a tempo indeterminato con un aumento di 103 mila unità, seguiti da occupazione a termine con un aumento di 19 mila unità. “Ciò ci fa capire come il problema non sia la disponibilità di tipologie di lavoro flessibili - spiega Dario Montanaro, presidente ANCL - ma creare delle basi sistemiche per il rilancio delleconomia”.

E ripartire da qui significa anche ricominciare nel nome di Biagi che “in unepoca lontana dal web 2.0, dall'Internet of Thing e dallIntelligenza Artificiale - aggiunge Andrea Cozzolino, eurodeputato relatore FESR e Politica di Coesione 2021-2027 - aveva intuito che stava emergendo un momento in cui i lavoratori dovevano riacquistare unidentità, un volto, e, per contro, le imprese una originalità che le distingue le une dalle altre”. Una profonda cultura europea, quella del giuslavorista, che “anticipava la strategia FLEXICURITY che, appunto, coniuga due pilastri dellidea di Biagi come la flessibilità e lagilità coniugate con la sicurezza sul e del mercato del lavoro”.

“Un innovatore capace di leggere i cambiamenti in atto senza ideologia – conclude Nicola Patrizi, Presidente FederTerziario -. I corpi intermedi come il nostro possono leggere i cambiamenti in atto nella logica di individuare nuove soluzioni e prevenire problematiche e contrasti”.



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