Case green e Direttiva UE: non dimenticare il rischio sismico

di Redazione tecnica - 24/01/2023

"L'attività normativa italiana ed europea è ormai concentrata (giustamente) sul tema energia ma prima o poi la natura e le pessime condizioni strutturali degli immobili presentano un conto che, storicamente, è sempre salato". Si conclude così l'editoriale del Direttore, ing. Gianluca Oreto, sulle problematiche connesse alla discussione sulla nuova Direttiva Green che prenderebbe in considerazione solo la parte "energetica" delle abitazioni, dimenticando completamente i temi legati alla riduzione del rischio sismico.

Case green e Direttiva UE: il punto di vista di ISI

Un tema su cui si è espressa efficacemente l'Associazione ISI - Ingegneria Sismica Italiana in un comunicato in cui senza mezzi termini si afferma "A nulla serve un buon intervento di riqualificazione se è stato applicato su un edificio strutturalmente non idoneo".

Considerazioni di buon senso accompagnate da alcuni numeri che riguardano la gestione post terremoto che, almeno dal 1968 ad oggi, ha prodotto costi per le casse dello Stato pari a 170 miliardi di euro che ogni giorno paghiamo con le accise sui carburanti. Costi che secondo ISI sarebbero 6 volte maggiori di una buona azione di prevenzione.

Ed è su queste considerazioni che ISI commenta la proposta d Direttiva Green, su cui la Commissione UE si esprimerà il 9 febbraio 2023 e che al momento prevede delle tempistiche ben precise, introducendo l’obbligo per tutti gli edifici residenziali di rientrare nella classe energetica E entro l'1 gennaio 2030 e classe D entro il 2033. Un obbligo che ANCE ha stimato costerà decisamente di più rispetto agli investenti per il superbonus 110%.

Barocci: "non possiamo prescindere dalla nostra realtà di paese sismico"

Sull’argomento è intervenuto il Presidente ISI, ing. Andrea Barocci, grande conoscitore della materia e professionista esperto di interventi di riduzione del rischio sismico. "Ci auguriamo -spiega Barocci- che nell’ipotesi sia dato corso a nuovi obblighi o aiuti economici da parte dell’Europa legati all’efficientamento energetico, vengano inclusi dal nostro Governo provvedimenti tali da aumentare, almeno, la conoscenza della sicurezza dell’immobile da efficientare. Siamo consapevoli della maggiore attenzione che l’UE ha per i temi legati alla sostenibilità, ma non possiamo prescindere dalla nostra realtà di paese sismico che periodicamente deve leccarsi le ferite e utilizzare ingenti risorse per intervenire dopo l’ennesimo disastro”.

ISI da tempo rimarca la necessità di incrementare la conoscenza e la consapevolezza del rischio sismico nei diversi livelli della società e pur comprendendo l’opportunità e la strategia “eco”, soprattutto in questo periodo storico, non si può non riconoscere che in Italia vi siano terremoti distruttivi mediamente ogni cinque anni e in questi casi a nulla serve un buon intervento energetico se è stato applicato su un edificio strutturalmente non idoneo. Tra le proposte di ISI per rendere più virtuose queste politiche, vi è ad esempio l’obbligatorietà della verifica di sicurezza e l’agevolazione dell’installazione di sistemi di monitoraggio qualora su un immobile si fruiscano incentivi per il solo eco-bonus.

Tra l’altro - continua Barocci - da tempo il Governo è perfettamente a conoscenza del grande sforzo economico necessario dopo un evento sismico. Dal 1968 a oggi sono stati necessari circa 170 miliardi di Euro, attualizzati, coperti per intero dalle accise sui carburanti. Proprio in questi giorni in cui infuria il dibattito sul costo della benzina, sempre nell’ottica della consapevolezza, è fondamentale che ogni cittadino sappia che circa 12 centesimi di Euro per litro di carburante sono tasse introdotte per coprire l’esborso dello Stato dopo gli innumerevoli terremoti”.



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