Cessione del credito: in arrivo il "bollino" del Fisco?
di Gianluca Oreto - 18/09/2023
Nella storia del meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito) contenuto nell'art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) e delle sue principali modifiche è possibile rilevare 2 momenti chiave.
Cessione del credito: il primo momento chiave
Il primo coincide con il 12 novembre 2021, data di entrata in vigore del Decreto Legge n. 157/2021 (Decreto antifrode), in vigore fino al 31 dicembre 2021 e poi abrogato, con contenuti rimessi (per velocizzare i tempi) all'interno della Legge n. 234/2021 (Legge di Bilancio 2022).
Questa è certamente una data fondamentale per chi si è occupato di bonus edilizi utilizzando il meccanismo delle opzioni alternative, perché a partire dal 12 novembre 2021 diventano obbligatorie:
- l'asseverazione di congruità delle spese sostenute;
- il visto di conformità.
I due strumenti, già previsti nel superbonus, vengono estesi (colpevolmente in ritardo) a tutti i bonus edilizi che fino a quel momento hanno consentito una circolazione del credito senza controllo. Le principali frodi accertate dall'Agenzia delle Entrate e dalla Guardia di Finanza hanno, infatti, riguardato proprio queste detrazioni, come il bonus facciate (principale artefice delle truffe), antecedenti il 12 novembre 2021.
Il Decreto antifrode, inoltre, potenzia i controlli dell'Agenzia delle Entrate inserendo l'art. 122-bis all'interno del decreto Rilancio. Un articolo che rafforza i controlli preventivi, prevedendo che il Fisco possa intervenire entro 5 giorni per sospendere le cessioni che presentano alcuni particolari profili di rischio.
Cessione del credito: il secondo momento chiave
Benché già con il D.L. n. 157/2021 fossero state risolte le principali cause delle frodi e potenziati i controlli del Fisco, comincia a passare il messaggio (sbagliato e che continua a circolare ai nostri giorni) che il problema non fosse la detrazione ma il meccanismo di cessione. Piuttosto che agire sulla verifica e sul controllo del credito, il Governo interviene il 27 gennaio 2022 con il Decreto Legge n. 4/2022 (Decreto Sostegni-ter) che dall'oggi al domani stravolge lo strumento fiscale che più di tutti era riuscito a fare raggiungere l'obiettivo del Decreto Rilancio: la cessione del credito.
Da questo momento terminano le possibilità di circolazione infinita del credito (la moneta fiscale) e le cessioni vengono limitate prima a 1 e progressivamente a 2, 3, 4 e le 5 dei nostri giorni.
I problemi rimasti
Nonostante l'aumento del numero di cessioni, restano almeno tre problematiche:
- la scarsa fiducia del mercato, bombardata da interviste e articoli di stampa che parlano delle frodi nel superbonus (fatto che è stato ampiamente smentito dai dati che parlano di frodi per appena lo 0,5% degli investimenti complessivi in questa misura);
- la parte di crediti ante 12 novembre 2021, molti dei quali nelle pance di istituti bancari e altri soggetti (Poste Italiane su tutti) che fino a quel momento li avevano acquistati senza preoccuparsi di una attenta verifica preventiva;
- il sequestro preventivo dei crediti fiscali (art. 321 del c.p.p.) che coinvolgerebbe anche il cessionario senza responsabilità.
La soluzione del Governo
Dopo quasi due anni di interventi normativi che hanno provato a riaprire l'acquisto dei crediti edilizi, potrebbe arrivare all'interno della legge di conversione del Decreto Legge n. 104/2023 (Decreto Asset) la soluzione definitiva.
Una soluzione anticipata dal Ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti che nel corso di un Question Time alla Camera ha affermato "Sono lo studio dell'esecutivo strumenti attraverso i quali consentire la verifica della bontà di quelli ancora in possesso dei cittadini e imprese e sorti nel periodo antecedente l'introduzione dei vincoli di appropriatezza tale circostanza dovrebbe contribuire a rimuovere gli ostacoli frapposti alla loro cessione".
Potrebbero arrivare, dunque, dei controlli sul credito che ne accerterebbero la veridicità. Una sorta di "bollino" da parte del Fisco che renderebbe il credito più appetibile perché esente dalle problematiche relative al sequestro preventivo o dalla necessità di dover controllare adeguatamente tutta la documentazione.
Una soluzione che allungherebbe necessariamente i tempi di cessione ma che probabilmente rappresenta l'unico vero strumento per consentire la riapertura della circolazione dei crediti edilizi e, chissà, ritornare sul progetto di moneta fiscale, frettolosamente abbandonato nonostante gli effetti positivi sul Pil (ma io resto un inguaribile ottimista).
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