Cessione superbonus 110% e bonus edilizi: cosa cambia con il Decreto Aiuti-bis

di Gianluca Oreto - 14/09/2022

Dopo l'approvazione da parte del Senato, è stata calendarizzata per il 15 settembre 2022 la discussione alla Camera dei Deputati (che si preannuncia una formalità) del disegno di legge di conversione del Decreto Legge n. 115/2022 (Decreto Aiuti-bis).

Cessione superbonus 110% e bonus edilizi: cosa prevede il Decreto Aiuti-bis

Tra i contenuti su cui si è concentrata maggiormente l'attività parlamentare (oltre che lo scontro con il Governo), vi sono senza dubbio i tanti emendamenti che hanno riguardato il superbonus 110% e il meccanismo di cessione dei bonus edilizi. Sostanzialmente le richieste di alcune forze parlamentari chiedevano:

  • di dare più tempo ai soggetti beneficiari del bonus 110% il cui tempo scade il 30 settembre 2022;
  • di eliminare la responsabilità solidale dei cessionari.

Sul primo punto sin dall'inizio si è capito che nessuna proroga sarebbe stata prevista (perché avrebbe richiesto nuovi stanziamenti) e che al momento il quadro delle scadenze del superbonus sarebbe rimasto quello che conosciamo e che può essere così riassunto:

Sul secondo punto si è lavorato parecchio perché si è dovuto trovare un accordo tra chi affermava di non volere "condoni" (e che avrebbe dovuto spiegarci in cosa sarebbero consistiti questi condoni) e chi, invece, chiedeva solo la riapertura del mercato delle cessioni, bloccato a causa delle continue modifiche del 2022 e dalla circolare n. 23/E/2022 dell'Agenzia delle Entrate che (valicando probabilmente i contenuti della norma) è entrata a gamba tesa sul concetto di responsabilità solidale dei cessionari.

Le modifiche apportate prevedono sostanzialmente che la responsabilità solidale sia limitata ai soli casi di dolo e colpa grave quando si tratti di cessione di superbonus o di altri bonus edilizi per i quali è stata prodotta la documentazione prevista dal primo Decreto Legge antifrode (il D.L. n. 157/2021).

Cessione superbonus 110% e bonus edilizi: cambierà qualcosa?

Se queste modifiche avranno un effetto sulla riapertura dei soggetti interessati all'acquisto dei bonus edilizi, lo sapremo solo nelle prossime settimane. Intanto, complice le prossime elezioni del 25 settembre 2022, le forze politiche si rincorrono a colpi di dichiarazioni e accuse per prendersi il merito di una disposizione che (a detta loro) dovrebbe salvare 40.000 imprese con i crediti bloccati in piattaforma.

Come detto, però, chi potrà confermare la riapertura del mercato saranno solo ed esclusivamente le Banche, ovvero i soggetti che più di tutti hanno inciso nel primo biennio di applicazione del Decreto Rilancio. Tra le certezze, vi è la necessità che l'Agenzia delle Entrate adegui la circolare n. 23/E modificando il paragrafo 5.3 "Attività di controllo e profili di responsabilità in tema di utilizzo dei crediti", soprattutto rivedendo i contenuti dei profili oggettivi e soggettivi relativi alla valutazione della sussistenza o meno del profilo della diligenza richiesto.

Ricordiamo, infatti, che l'Agenzia delle Entrate ha indicato i seguenti profili per la valutazione della sussistenza o meno del profilo della diligenza:

  • assenza di documentazione o palese contraddittorietà rispetto al riscontro documentale prodotto;
  • incoerenza reddituale e patrimoniale tra il valore e l’oggetto dei lavori asseritamente eseguiti e il profilo dei committenti beneficiari delle agevolazioni in esame;
  • sproporzione tra l’ammontare dei crediti ceduti ed il valore dell’unità immobiliare;
  • incoerenza tra il valore del credito ceduto e il profilo finanziario e patrimoniale del soggetto cedente il credito qualora non primo beneficiario della detrazione;
  • anomalie nelle condizioni economiche applicate in sede di cessione dei crediti;
  • mancata effettuazione dei lavori.

Fatta esclusione per il primo e gli ultimi due, tutti gli altri indici sono risultati pesantemente incoerenti con la normativa, creando notevoli problematiche a tutto il comparto.

Qualche considerazione, invece, andrebbe fatta su una attività legislativa che da gennaio 2022 ha sconvolto il patto scritto a maggio 2020 tra Stato, professionisti, imprese e contribuenti. Un patto cui tutti hanno fatto la loro parte meno lo Stato che con provvedimenti in corsa ha stravolto la filosofia stessa con la quale era stato concepito il meccanismo di cessione dei crediti edilizi, ovvero il vero motore che ha rilanciato il comparto delle costruzioni.



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