Ciclovie turistiche: la Corte dei Conti bacchetta le Amministrazioni
di Redazione tecnica - 26/06/2024
Progetti e lavori decisamente in ritardo, con riflessi critici sulla gestione delle ingenti risorse messe a disposizione tra il 2018 e il 2023. È critico il giudizio espresso dalla Corte dei Conti nella relazione di controllo sulla progettazione e realizzazione del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche e degli interventi a sostegno della ciclabilità cittadina, approvata con Delibera n. 64/2024/G.
Ciclovie nazionali: la relazione della Corte dei Conti
Dall’analisi sullo stato di avanzamento complessivo delle 10 ciclovie nazionali (tra cui la Ciclovia del Sole Firenze-Verona, la ciclovia Venezia-Torino, quella dell’acquedotto pugliese e il Grande raccordo anulare delle biciclette a Roma), di 10 itinerari archeologico-culturali a bassa velocità, a carico dei Ministeri delle infrastrutture e trasporti, della cultura e del turismo, è emerso un quadro carente sia sul piano della programmazione che sulle procedure.
In particolare, specificano i magistrati contabili, le carenze emerse sono legate anche alla tardiva adozione (agosto 2022) del Piano Generale della mobilità ciclistica, atteso sin dal 2018; le lentezze procedurali osservate hanno inciso direttamente sulla gestione delle risorse, con diverse criticità inerenti al loro effettivo utilizzo e indicative di una capacità di spesa davvero ridotta.
Altra nota dolente, l’insufficiente coordinamento fra le PA interessate, di particolare problematicità sul versante realizzativo, anche in considerazione delle tempistiche dell’intervento PNRR sul “Rafforzamento della mobilità ciclistica”, ancora in corso.
Infine, da una comparazione dei costi medi sostenuti per le varie ciclovie, emerge come sia indispensabile intervenire per garantire una maggiore economicità, possibilmente con un controllo centrale più efficace e coordinato nella gestione delle risorse e delle procedure, per il rispetto dei criteri programmatici e, in caso di interventi non più avviabili, per il recupero delle risorse erogate e l’eventuale riutilizzo, che renderanno fondamentale la collaborazione con il Mef.
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