CNI: il Covid non piega il mercato SIA
di Redazione tecnica - 28/02/2022
Il mercato dei servizi di ingegneria e di architettura sembra avere attraversato indenne la tempesta causata dalla pandemia. I numeri parlano addirittura di crescita, con un importo complessivo dei bandi pubblicati nel 2021 che si aggira intorno a 1 miliardo e 840mila euro: circa 200.000 euro in più rispetto all’anno precedente, che a sua volta aveva segnato un consistente rialzo rispetto al 2019.
Mercato servizi ingegneria e archiettura: il rapporto CNI
Sono questi i dati evidenziati dal periodico rapporto dedicato ai Sia dal Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri, che raccontano un anno rimasto in linea con quello precedente. A cominciare dalla suddivisione degli importi tra le tipologie di gare d’appalto, con un peso determinante DEgli accordi quadro, pari al 39% degli importi destinati ai servizi di ingegneria.
Restringendo il campo ai soli bandi “puri” per servizi di ingegneria ed architettura - escludendo quindi gli accordi quadro, i concorsi di idee e di progettazione, gli appalti integrati, le concessioni, i project financing, le locazioni finanziarie e le gare per i servizi ICT - si osserva un lieve incremento (0,7%) degli importi posti a base d’asta. Resta ancora da recuperare il valore massimo toccato nel 2019, con un importo complessivo 891,6 milioni di euro, si era toccato il massimo degli ultimi anni.
Nel rapporto si evidenzia come oltre la metà delle gare (52,1%), avendo un importo a base d’asta inferiore a 75.000 euro, poteva essere affidata mediante una procedura diretta: questa percentuale è destinata ad aumentare con l’entrata in vigore, da novembre 2021, del decreto legge n.77/2021 (cd. “Decreto Semplificazioni”) che stabilisce l’affidamento diretto delle gare con importo fino a 139.000 euro.
Aggiudicazioni a liberi professionisti
In riferimento alle aggiudicazioni, il 40,3% delle gare è stato aggiudicato a liberi professionisti, anche se la percentuale di importi aggiudicati è piuttosto ridotta, pari al 11,3% del totale. Anche aggiungendo alla quota “esclusiva” dei liberi professionisti quella delle aggiudicazioni di RTI o ATI miste, quindi di raggruppamenti o associazioni tra società e professionisti, anche se il numero di gare aggiudicate sale ben oltre il 53%, la quota di importi aggiudicati arriva ad appena il 22% del totale.
Questo perché i liberi professionisti si aggiudicano per lo più gare di importi ridotti con importo a base d’asta inferiore a 75.000 euro: circa i due terzi sia in termini numerici che di importi ottenuti.
Lo scenario muta totalmente nel caso di gare più grandi con importi a base d’asta superiori a 75.000 euro, ambito in cui i liberi professionisti incontrano le tradizionali difficoltà ad affermarsi: in tal caso, infatti, sono riusciti ad aggiudicarsi nel 2021 solo il 17,8% delle gare ed appena il 6,8% degli importi.
Importi medi di aggiudicazione
Per quanto riguarda gli importi medi di aggiudicazione, il valore sale leggermente, sfiorando nel 2021 i 58.000 euro, contro i 53.600 euro del 2020. Numeri più alti per i i professionisti che partecipano alle gare mediante associazioni o raggruppamenti temporanei “misti”, dal momento che l’importo medio di aggiudicazione in tal caso arriva a quasi 180mila euro. Il valore è però inferiore ai 220mila euro circa rilevati nel 2020 e molto distante da quello registrato tra le società (oltre 361mila euro) e i consorzi (416mila euro circa).
Infine, dopo l’impennata del 2020, torna a calare, infine, il valore medio dei ribassi di aggiudicazione che, pur in presenza di una gara aggiudicata con un ribasso pari al 93%, scende al 29,2%, valore minimo registrato negli ultimi anni.
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