Condominio: una dimensione di non semplice gestione
di Redazione tecnica - 04/11/2023
È complicato, il quadro che emerge dal sondaggio condotto da ANAMMI, l’Associazione Nazional-europea AMMinistratori d’Immobili, tra i suoi oltre 13mila iscritti: tra social media onnipresenti, lamentele continue e morosità in aumento, l’attività degli Amministratori di condominio sembra infatti tutto tranne che una passeggiata.
L'attività degli amministratori di condominio: il sondaggio di ANAMMI
Un’indagine nata proprio con l’intento di mostrare da un lato le difficoltà dei condòmini, dall’altro quelle dei professionisti che gestiscono questo complicato microcosmo. Per il 66,61% degli associati, il condominio resta una comunità con pregi e difetti; per il restante 33,39% lo ritiene un vero campo di battaglia. “Il nostro non è un mestiere semplice - spiega il presidente, Giuseppe Bica- ed in alcune aree del Paese è sicuramente più difficile esercitarlo. Tuttavia, dopo la riforma del condominio, competenza e professionalità sono obbligatorie. Ecco perché la maggioranza degli amministratori, pur riconoscendo le criticità, vede nel condominio una comunità, un gruppo sociale”.
E come in ogni comunità, non mancano le lamentele. per il 48% degli iscritti all’ANAMMI, la critica più diffusa riguarda i soldi: secondo i condomini si spende troppo; il 42,39% degli amministratori indica invece il cattivo rapporto con i vicini. Ma, a pesare più di tutto, è anche la scarsa conoscenza della materia condominiale da parte dei loro amministrati, come attestato dal 75,23% dei soci ANAMMI.
Altre “piaghe” i social, con Whatsapp sche i configura sempre più come il nuovo pianerottolo, oltre a rincari e crisi economica, principale preoccupazione dei condòmini: per il 53,58% dei professionisti interpellati, la morosità crescerà del 20%, per il 40,55% raddoppierà addirittura.
La fotografia dei condomini
In ogni caso il condomino che crea più problemi è senza dubbio il professionista che crede di saperne più dell’amministratore (52,84%), seguito dal condomino moroso (42,49%).
“Nel primo caso, si crea una competizione spiacevole, che provoca liti in assemblea - precisa il presidente dell’ANAMMI - nel secondo caso, la questione è ancora più spinosa: chi non paga, grava con i suoi debiti su chi invece versa regolarmente le quote, mettendo in difficoltà l’amministratore”.
Altre figure problematiche sono le generazioni agli antipodi: da una parte i condomini più anziani e avvezzi alle critiche (34,31%),, dall'altra i giovani che non sanno convivere con gli altri (30,64%). Senza dimenticare dott. Google: per il 6% dei professionisti interpellati, c’è anche “il condomino che crede alla Rete”, ovvero chi discute in assemblea sulla base di quanto letto su Internet.
La media anagrafica di chi vive in condominio si situa tra i 40 ed i 50 anni, mentre gli ultrasessantenni rappresentano circa un quarto dei condòmini. Appena il 2,57% ha tra i 30 e i 40 anni. Più ampia, invece, l’appartenenza anagrafica dei partecipanti alle assemblee condominiali, che va dai 30 ai 60 anni nell’83% dei casi.
Scarsa la presenza femminile in assemblea condominiale: appena il 25,69% contro il 74,31% di uomini. “Ecco perché si discute così tanto in assemblea: le donne, come dimostrano le amministratrici nostre associate, sanno mediare in modo molto efficace”.
Una fotografia sulla quale il presidente Bica esorta alla riflessione. “Invitiamo le istituzioni a riflettere sulle criticità delle famiglie in vista della Legge di bilancio. Non vanno però dimenticate le problematiche degli amministratori, che si trovano a fronteggiare morosità e malcontento dei condòmini senza alcun sostegno, rischiando di scontare l’aggressività crescente anche in assemblea”.
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