Correttivo Codice Appalti: garantire l’applicazione dell’equo compenso

di Redazione tecnica - 10/10/2024

L’equo compenso è un principio espressamente richiamato dallo stesso Codice Appalti e va tutelato in ogni modo, allo scopo di rendere giusta e dignitosa la remunerazione per i professionisti, ineludibile in alcun modo. Per questo è necessario introdurre nel d.Lgs. n. 36/2023 i correttivi adeguati, non ritenendo sufficienti quelli attualmente proposti dopo le consultazioni avviate tra MIT e stakeholders a partire dalla scorsa estate.

Equo compenso: apportare i giusti correttivi al Codice dei Contratti Pubblici

A specificarlo è stata la Rete Professioni Tecniche, dopo l'ultimo incontro presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, tenutosi per illustrare i correttivi in corso di elaborazione al Codice dei Contratti Pubblici.

Un’occasione per ribadire le richieste di modifica, contenute in precisi e documentati atti inviati al Ministero e comprendenti:

  • la revisione dei requisiti economico-finanziari e di capacità tecnico-professionali per la partecipazione alle gare dei professionisti, ampliando il periodo di validità delle prestazioni eseguite;
  • la limitazione dell’utilizzo dell’appalto integrato;
  • il divieto di utilizzabilità dell’accordo quadro per i servizi di architettura e ingegneria;
  • le modifiche alle fasi di selezione nei concorsi di progettazione a due fasi (idea e progetto);
  • indicazione di elaborati integrativi al Progetto di fattibilità tecnico economica;
  • determinazione dei compensi per prestazioni non comprese nel D.M.17/06/2016;
  • l’ampliamento della partecipazione ai collegi consultivi tecnici di professionisti tecnici.

Da questo punto di vista, per i Consigli Nazionali di Ordini, Collegi e Federazioni dell’area tecnica, rappresentata dal coordinatore Armando Zambrano, non sono sicuramente risolutive proposte quali la sola verifica dell’anomalia dell’offerta, l’introduzione di pesi limitati per la componente economica e formule di assegnazione dei punteggi. Si tratta di accorgimenti già venivano suggeriti in passato nelle linee guida ANAC sui SIA e non hanno scongiurato il verificarsi di ribassi scandalosi.

Ricordano i professionisti che per equo compenso si intende “la corresponsione di un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale, nonché conforme ai compensi previsti da appositi decreti ministeriali”.

Diventa quindi prioritario tutelare l’attività dei professionisti per garantire un futuro ai più giovani e la sostenibilità economica e la dignità professionale, il valore del lavoro autonomo, la qualità delle prestazioni e la tutela contro il dumping contrattuale: “Le professioni contribuiscono al benessere e la crescita economica del Paese e per questo ritiene fondamentale che il Codice dei Contratti sia modificato secondo le sue istanze, frutto di un confronto responsabile tra i Consigli Nazionali associati”.

Applicazione dell'equo compenso negli appalti pubblici: le proposte della RPT

Proprio per questo sulla base di un attento e coerente studio delle disposizioni normative attualmente vigenti, la Rete ha proposto che, sui corrispettivi posti a base di gara:

  • sia possibile prevedere ribassi esclusivamente sulle voci relative a spese e oneri accessori;
  • il ribasso offerto sarà comunque oggetto di verifica di anomalia, secondo le previsioni del Codice;
  • non sarà possibile proporre ribassi sull’onorario base. A tale scopo sarà opportuno redigere nuovi parametri da utilizzare per la determinazione del corrispettivo totale della prestazione d’opera intellettuale.

Si attendono quindi sviluppi, anche se il ministro Matteo Salvini ha già fatto presente che pur essendo sensibile alla tematica, sarà sicuramente necessario trovare delle soluzioni di compromesso.

 



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