Correttivo Codice Appalti: normativa a rischio esplosione
di Gianluca Oreto - 13/11/2024
Una cosa è certa: dal prossimo correttivo approvato dal Consiglio dei Ministri e bollinato dalla Ragioneria Generale dello Stato (RGS), il D.Lgs. n. 36/2023 (Codice dei contratti) ne uscirà profondamente rinnovato (se non riformato).
La riforma della riforma
Una riforma della riforma del 2023 che prevede:
- 58 articoli modificati;
- 1 articolo sostituito (193 “Procedure di affidamento”);
- 3 nuovi articoli (82-bis “Accordo di collaborazione”; 225-bis “Ulteriori disposizioni transitorie”; 226-bis “Disposizioni di semplificazione normativa”);
- 19 allegati modificati;
- 1 allegato sostituito (V.2 “Modalità di costituzione del Collegio consultivo tecnico (Articolo 215, comma 1)”);
- 3 nuovi allegati (I.01 “Definizioni dei soggetti, dei contratti, delle procedure e degli strumenti”; II.2-bis “Modalità di applicazione delle clausole di revisione dei prezzi (articolo 60, comma 4-ter)”; II.6-bis “Accordo di collaborazione (articolo 82-bis, comma 3)”).
Ricordiamo che il correttivo nasce dall’esigenza di razionalizzare e semplificare ulteriormente la disciplina vigente, tenendo conto delle principali esigenze rappresentate dagli stakeholders del settore, nonché delle richieste, presentate in sede europea, di modifica e integrazione di taluni istituti giuridici introdotti, al fine sia di scongiurare sia l’avvio di nuove procedure di infrazione da parte della Commissione europea sia di risolvere quelle eventualmente già in essere.
Quindi, così come previsto dall’art. 1, comma 4, della Legge delega 21 giugno 2022, n. 78, l’attuale Governo ha deciso di avvalersi della facoltà di apportare correzioni ed integrazioni entro due anni dalla data di entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 36 del 2023.
Da allegati legislativi ad allegati regolamentari
Tra le correzioni previste all’interno del nuovo correttivo, da segnalare è l’art. 62 che inserisce al Codice il nuovo art. 226-bis (Disposizioni di semplificazione normativa), mediante il quale viene prevista la prossima pubblicazione di uno o più Decreti Ministeriali che sostituiranno gran parte degli allegati al D.Lgs. n. 36/2023.
Pur comprendendo la ratio di sostituire un allegato legislativo con uno regolamentare (più facilmente modificabile nel corso del tempo), vale la pena evidenziare che in questo modo il quadro normativo subirà un’esplosione in tanti provvedimenti attuativi, così come già accaduto con la riforma del 2016.
Il rischio sarà quello di dover nuovamente rincorrere il provvedimento aggiornato che in corsa potrà essere modificato dai diversi Ministeri e Autorità coinvolte (Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Ministro per la pubblica amministrazione, Ministro del lavoro, Ministro dell'economia e delle finanze, Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica, Ministro della cultura, Ministro della giustizia, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), Conferenza unificata, Consiglio superiore dei lavori pubblici, ISTAT).
Sembra, dunque, che dopo il sistema duale Codice + Regolamento del 2006, l’esplosione del 2016 e la regolamentazione del 2023 con gli allegati legislativi, il Governo voglia nuovamente fare marcia indietro tornando al sistema del 2016 che ha già mostrato tutti i suoi limiti.
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