Crediti Superbonus: operazioni sospette in diminuzione

di Redazione tecnica - 02/07/2024

Dopo la rilevante crescita delle segnalazioni di operazioni sospette (SOS) dei due anni precedenti, il flusso inviato dai segnalanti ha registrato una lieve diminuzione, soprattutto con riferimento alle operazioni legate ai crediti fiscali. A confermarlo è l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia nel rapporto annuale 2023.

Segnalazione operazioni sospette: diminuiscono le frodi per crediti Superbonus

In generale, il calo delle segnalazioni è stato concentrato fra i maggiori segnalanti, come banche e Poste, istituti di moneta elettronica (IMEL), istituti di pagamento (IP) e i relativi punti di contatto; nei confronti di alcuni di questi segnalanti la UIF ha condotto nel 2023 un’azione di sensibilizzazione per migliorare la qualità dei flussi segnaletici. 

Cresce invece la collaborazione attiva dei professionisti, particolarmente intensa per i Notai e il Consiglio Nazionale del Notariato (CNN) ed è in significativo aumento anche per le comunicazioni trasmesse dalle Pubbliche amministrazioni, soprattutto nell’attuale contesto di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR); tuttavia, spiega la UIF, la collaborazione attiva è rimasta circoscritta a pochi enti e il numero delle segnalazioni resta ancora ridotto.

Un contributo alla valutazione della rischiosità delle operazioni da parte dei segnalanti è stata la pubblicazione da parte della UIF dei nuovi indicatori di anomalia, entrati in vigore all’inizio del 2024 e fondamentali, alla luce di nuovi espedienti si affiancano ai tradizionali schemi di frode per rendere più complessa la rilevazione e la ricostruzione degli illeciti.

Proprio in questo ambito Inoltre sono state ispezionate attività innovative e ad alto rischio, quali il crowdfunding e la compravendita di crediti fiscali tramite piattaforme digitali.

Operazioni sospette: le segnalazioni sui crediti Superbonus

Nel report si evidenza come le segnalazioni di operazioni sospette afferenti all’ambito fiscale continuano a ricoprire un ruolo primario nell’ambito della collaborazione attiva, con un’incidenza del 19% sul flusso segnaletico complessivo. In particolare il 29% dei casi riguarda le frodi nelle fatturazioni.

Di particolare rilievo il forte ridimensionamento delle segnalazioni relative a cessioni di crediti di imposta ex DL 34/2020 (c.d. “decreto Rilancio”), passate a 743 dalle 2.816 del 2022, anche per effetto delle modifiche normative che, a partire dal 2021, hanno inciso sulla cedibilità dei crediti di imposta generati da interventi edilizi.

Fatta la legge, trovato però l’inganno: sono infatti emersi casi di società che, attraverso l’utilizzo di tecnologie basate sulla blockchain, associano i crediti di imposta ex DL Rilancio a crypto-assets liberamenti trasferibili (c.d. “tokenizzazione”) attribuendo al titolare del token la facoltà in ogni momento di richiedere la cessione del credito di imposta sottostante secondo le modalità normativamente previste.

Questo meccanismo rende estremamente difficoltosa l’identificazione dei crediti di imposta rappresentati dai tokens e la relativa origine, permettendo una sostanziale elusione dei predetti limiti; si espongono inoltre così gli acquirenti dei tokens a possibili truffe qualora i crediti in essi incorporati risultino inesistenti o già trasferiti a terzi.

Le analisi hanno mostrato che i rapporti sono spesso alimentati, anche per importi ingenti, da imprese operanti nel settore edile, alcune di recente costituzione o riconducibili a soggetti indagati o ad alta intensità di lavoro (agenzie per il lavoro, società di gestione di mense aziendali, ecc.); i fondi sono poi destinati principalmente a professionisti e imprese operanti in settori eterogenei.

Su tutte le attività, la UIF ha implementato i controlli, rafforzando anche la collaborazione con gli istituti segnalanti e aggiornando gli indicatori di rischio.



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