Crisi settore delle costruzioni e blocco cessione del credito: ANCE chiede soluzioni
di Redazione tecnica - 03/01/2023
Nonostante la soddisfazione dell’esecutivo – il ministro del MEF Giancarlo Giorgetti in testa – il varo della Legge di Bilancio 2023 lascia molte perplessità in alcuni settori, tra i quali quello delle costruzioni, che invita a dei correttivi in vista di un possibile default.
Crisi settore costruzioni, ANCE chiede misure immediate
L’allarme arriva dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE), attraverso le parole della Presidente Federica Brancaccio: “Siamo consapevoli che questa manovra di bilancio sconta una grave carenza di risorse che in gran parte sono andate a coprire il caro energia e altre misure emergenziali, ma le imprese sono allo stremo e dobbiamo subito intervenire per frenare l’emorragia di liquidità che rischia di farne fallire migliaia, mettendo a repentaglio i lavori in corso, sia pubblici che privati”.
Mentre la celerità con cui si sono chiusi i lavori parlamentari è motivo di plauso, è la destinazione delle risorse prevista dalla legge n. 197/2022 a lasciare perplessi. “Occorre prevedere subito una misura straordinaria che sia in grado di ridare fiato alle imprese e restituire la liquidità necessaria per continuare a portare avanti i lavori”. Il riferimento è a una possibile e necessaria moratoria sul credito, “soluzione ponte necessaria per una risposta immediata a questo problema di liquidità”.
La richiesta di ANCE ricalca il modello adottato due anni fa nel corso della pandemia, caratterizzato dalla sospensione della restituzione della quota capitale sui finanziamenti. “Si tratta di una misura che ha funzionato molto bene perché la sua automaticità ha permesso di salvare centinaia di migliaia di imprese che altrimenti avrebbero inesorabilmente chiuso”, spiega Brancaccio.
La questione dei crediti fiscali bloccati
E la Presidente ricorda come nel settore delle costruzioni, ai problemi derivanti dal caro energia e caro materiali (basti pensare che alle imprese finora non sono ancora arrivate tutte le compensazioni previsti), si sia aggiunto quello che può essere definito come un vero e proprio blocco del mercato della cessione dei crediti derivanti da efficientamento del patrimonio immobiliare: una situazione che ANCE reputa insostenibile e alla quale va posto subito rimedio.
Conclude Brancaccio: “è la stessa Banca d’Italia ad aver lanciato per prima l’allarme sul progressivo deterioramento della qualità del credito, che dovrebbe raggiungere il picco alla fine del 2024” e invita il Governo a “inserire subito una norma salva imprese nel decreto di gennaio”.
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