Crisi Superbonus 110%, l'appello di ANCE Sardegna
di Redazione tecnica - 03/07/2022
È giunta in redazione una nuova lettera, questa volta a firma del Presidente ANCE Centro Nord Sardegna, Silvio Alciator, sull’attuale situazione Superbonus 110% e sui possibili effetti, nemmeno tanto a lungo termine, causati dalle modifiche normative apportate dal Goveno e dalla mancata presentazione di soluzioni incisive all’impasse che il sistema sta scontando, con la saturazione del mercato dei crediti e il conseguente blocco delle cessioni.
Un intervento a tratti duri, che il Presidente ha intitolato “Superbonus 110%: far fallire le imprese oneste per punire i delinquenti”, stigmatizzando la morsa in cui gli imprenditori si ritrovano, senza che si veda una luce in fondo al tunnel. Un contributo non solo critico, ma anche costruttivo, con la proposta di alcune possibili soluzioni che, ribadisce Alciator, ANCE ha più volte indicato al Governo, senza mai ricevere risposta.
Crisi Superbonus, l'intervento di ANCE Sardegna
“In qualità di Presidente di ANCE Centro Nord Sardegna, mi trovo tutti i giorni ad ascoltare ed analizzare le problematiche generate dalla misura del Superbonus 110%. Problematiche che, se non risolte, determineranno il fallimento di decine di migliaia di aziende oneste.
Vi chiedo, vista la vostra sensibilità ed attenzione ai problemi del nostro Paese, di voler prendere in considerazione questo tema dal nostro punto di vista, in maniera da spiegare bene al Governo e ai cittadini quali sono e saranno gli effetti delle azioni e delle scelte fatte e che il Parlamento si appresta a fare, al fine di impedire il fallimento di migliaia di imprese oneste e di conseguenza il licenziamento di centinaia di migliaia di operai.
Premesso che quasi tutti gli intervistati in TV, anche tra i parlamentari, ad oggi non hanno mai spiegato chiaramente le dinamiche e gli errori che la normativa ha prodotto a danno delle imprese - da sempre anima dell’economia del Paese e che meritano di essere tutelate - ma si sono sempre semplicemente soffermati a parlare delle truffe, peraltro dovute a profondi buchi normativi.
Come ANCE Nazionale abbiamo segnalato le distorsioni e le falle della legge, senza mai veder accolte le nostre segnalazioni. Abbiamo molto da dire in merito a tali errori, che si potrebbero ancora correggere. Ne segnalo alcuni clamorosi:
- se preventivamente ci fosse stato l'obbligo della prenotazione dei fondi tramite l'Agenzia delle Entrate con allegato il computo dei lavori, lo Stato avrebbe conosciuto e riservato i fondi sui singoli interventi, senza scoprirlo a posteriori come accade oggi; inoltre, si sarebbe accorto in anticipo della prenotazione di ingenti somme a carico di singole partite iva, che avrebbero potuto dar corso ad accertamenti in via preventiva, senza veder svuotare le casse dello stato con truffe miliardarie;
- se ci fosse stato da subito, l'obbligo di poter eseguire i lavori, solo da parte di aziende Qualificate SOA (quindi dotate dei requisiti tecnici, economici finanziari e di macchinari e attrezzature per eseguire i lavori), e si fosse posto come limite di esecuzione dei lavori, il massimale ad azienda, riferibile al triplo di quanto fatturato nell'esercizio precedente, non ci sarebbero imprese con contratti per centinaia di commesse, senza averne poi la capacità realizzativa;
- come per i Lavori Pubblici, se si fosse previsto l'obbligo per le imprese esecutrici, di essere iscritte nelle "White list" delle Prefetture, e quindi di poter dimostrare di non avere infiltrazioni mafiose, si sarebbe impedito a sospetti mafiosi, camorristi, ‘ndranghetisti etc.. di approfittare di dette norme per riciclare e ripulire somme illegali;
- se solo l’Agenzia delle Entrate avesse utilizzato gli studi ISA (studi di settore) dai quali si ricava l'affidabilità fiscale delle imprese, impedendo i lavori a chi detiene un punteggio inferiore a 6, le aziende poco affidabili e che non hanno mai pagato imposte non avrebbero avuto vita facile;
- in ultimo, se si fosse dilatato il tempo di applicazione della norma, sin da subito, a tutto il 2032 rendendola strutturale, non ci sarebbero stati i fenomeni speculativi a danno delle imprese, da parte dei fornitori di ponteggi e di materiali, considerando che l'applicazione dei prezzi è fissa e determinata dalle norme contenute nella legge.
Non vanno dimenticati, gli effetti che detta norma hanno comunque prodotto a vantaggio dello Stato, che si possono riassumere in benefici:
- gettito immediato dell'IVA su tutto il fatturato prodotto (ipotizziamo 33 miliardi) contro una ripartizione del credito fiscale in 4 annualità;
- assunzione di operai sino ad esaurimento delle figure professionali disponibili sul mercato, (oggi non si trovano più operai disoccupati, tranne chi beneficiato dal reddito di cittadinanza, evita di accettare il posto di lavoro) con maggior gettito verso INPS, INAIL e CASSE EDILI, con una media del + 36%;
- emersione di molto lavoro nero da parte delle micro e piccole imprese che oggi sono obbligate ad assumere per poter gestire i bonus;
- ripresa delle attività produttive, i produttori di infissi, isolanti, gru, sollevatori telescopici e ponteggi, non hanno mai prodotto e venduto così tanto come in questo periodo, a prezzi molto remunerativi per loro;
- maggior gettito fiscale, derivante dai maggiori fatturati di professionisti, imprese, produttori e operai.
Non vorrei infine trascurare, né dimenticare, i casi di tutte quelle imprese oneste, che fidandosi delle norme di legge in vigore, hanno assunto contratti di appalto e che ad oggi hanno anche iniziato nuovi cantieri, producendo lavori, acquistando materiali ed attrezzature, impegnandosi finanziariamente per eseguire lavori che ancora non risultano censiti sul sito ENEA perché gli stessi non hanno ancora raggiunto il 30% d'avanzamento e pertanto risultano in un limbo non censito e non conosciuto. Lavori che però hanno già coinvolto Tecnici, Professionisti, fornitori e maestranze e magari hanno già prodotto indebitamento da parte dell'impresa esecutrice ed esborso di fondi propri.
Mi chiedo come si faccia a dimenticare di analizzare e valutare tutti questi casi, come si faccia a dare una passata di spugna e a non considerare gi effetti che le attuali norme produrranno su imprese e condomini. Mi chiedo se qualcuno in Parlamento ci abbia pensato, oppure preferisca fare finta di nulla e veder fallire migliaia di imprese e che sicuramente non potranno che reagire a una situazione così aberrante.
A breve ci ritroveremo in un Paese con migliaia di famiglie senza lavoro, condomini che dovranno affrontare cause legali con le imprese esecutrici e altrettante migliaia di imprese condannate al fallimento.
E tutto ciò per l’assenza di leggi chiare e prive di buchi normativi, più volte segnalati da ANCE e mai presi in considerazione.
Fermo restando che mi fido ancora dello Stato e auspico che possa ascoltare la nostra voce.
Silvio Alciator
Presidente ANCE Centro Nord Sardegna
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