Decreto Aiuti e appalti pubblici, professionisti penalizzati
di Redazione tecnica - 17/06/2022
Nonostante la buona volontà, i sostegni da parte del Governo nel settore dei lavori pubblici lasciano sempre qualcuno scontento. E non si tratta di una questione da poco: come spiega la Fondazione Inarcassa, per evitare il blocco dei cantieri finanziati con le risorse del PNRR, il decreto legge n. 50/2022 – il cd. "Decreto Aiuti” – ha previsto nuove misure, volte a fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi di materiali da costruzione, ma non ha preso in considerazione i professionisti del settore.
Appalti e onorari professionisti, il parere della Fondazione Inarcassa
Come ha spiegato il Presidente della Fondazione, l’ing. Franco Fietta, l’onere maggiore ricade proprio sui professionisti che, in quanto direttori dei lavori, sono obbligati a rifare la contabilità anche nei casi in cui lo stato di avanzamento dei lavori sia stato già adottato, tra l’altro dovendo usare criteri di calcolo assolutamente nuovi, interpretazioni normative ancora confuse e spesso in assenza di prezziari aggiornati.
Più incombenze e responsabilità per i professionisti, senza però un altrettanto maggiore riscontro economico. I direttori dei lavori, infatti, denunciano una forte resistenza da parte dei RUP a rivedere gli onorari per questo nuovo impegno. In ogni caso, la Fondazione rileva come alcune forze politiche, abbiano già colto la criticità sottesa all’art. 26 del decreto, richiamando opportunamente l'articolo 106 del D.lgs. n. 50/2016 (Codice dei Contratti Pubblici), relativo alla Modifica di contratti durante il periodo di efficacia.
Il blocco del mercato dei crediti
Ancora più grave però, come riscontra Fietta, è la mancata risoluzione al problema degli istituti di credito, che hanno smesso da qualche mese di acquistare i crediti fiscali collegati alle agevolazioni per la ristrutturazione di case e palazzi. “Le precedenti norme introdotte dal legislatore hanno bloccato il mercato dei crediti fiscali ed i nostri professionisti non hanno più liquidità per mandare avanti i loro studi, pagare il personale o i fornitori. Hanno solamente dei pezzi di carta che nessuno accetta più e questo non per leggi di mercato, ma per l’entropia delle norme”.
Conclude il Presidente: “La Fondazione Inarcassa con difficoltà si sta adoperando con diversi istituti di credito per trovare nuove vie, ma purtroppo non stiamo parlando di piccole cifre, sono cinque miliardi di euro sospesi che stanno mettendo in ginocchio l’intero settore. Auspichiamo che nel corso dell’esame di conversione in legge del decreto Aiuti sia possibile correggere la norma”.
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