Decreto Aiuti-bis: ultima chiamata per evitare il tracollo dell'edilizia
di Gianluca Oreto - 31/08/2022
Un comparto delle costruzioni sempre più in crisi chiede un intervento risolutore urgente che possa evitare il tracollo e mandare all'aria i risultati ottenuti nell'ultimo biennio.
Il declino del comparto edile
Sembrava funzionare tutto bene, le detrazioni fiscali del 110% (superbonus) unite al "vecchio" meccanismo alternativo ai bonus edilizi di cui all'art. 121 del D.L. n. 34/2020 (Decreto Rilancio), sono riusciti nell'intento di rilanciare il settore dell'edilizia con una misura shock e una modalità di utilizzo dei crediti edilizi che potesse consentire a tutti di intervenire sul proprio immobile grazie al coinvolgimento delle banche.
Tutto sembrava funzionare a meraviglia e, al netto delle frodi rilevate sui bonus edilizi senza controllo (problema risolto a novembre 2021 con il primo Decreto antifrode, il D.L. n. 157/2021), i risultati prodotti nel primo biennio di applicazione degli articoli 119 e 121 del Decreto Rilancio hanno evidenziato:
- una misura giovane e da migliorare;
- un meccanismo alternativo che è riuscito a rendere trasversale l'utilizzo dei bonus edilizi.
Risultati a cui occorre affiancare:
- le rilevazioni dell'Enea sull'utilizzo del super ecobonus 110%;
- le rilevazioni di Nomisma sugli investimenti generati e l'effetto sociale in termini occupazionali;
- le stime dell'ANCE sulla sostenibilità economica del superbonus;
- i numeri pubblicati dall'Agenzia delle Entrate sulle frodi fiscali relative ai bonus edilizi.
Numeri che avrebbero dovuto far riflettere il Governo in carica, quando a gennaio 2022 ha deciso di intervenire (ripetutamente) sul meccanismo delle opzioni alternative alle detrazioni fiscali, con l'unico risultato di bloccare l'acquisto dei crediti edilizi da parte delle Banche e dei soggetti più attivi nel primo biennio (CDP e Poste Italiane in testa).
9 provvedimenti normativi emanati nel 2022 non sono riusciti a bloccare contratti in corso ed interventi (anche se molti cantieri si sono dovuti fermare) ma sono riusciti a far ritrovare imprese e professionisti senza la liquidità necessaria alla loro sopravvivenza. Cassetti fiscali pieni e zero possibilità di convertire i crediti in denaro liquido, con in mezzo il periodo estivo e l'approssimarsi delle prossime elezioni nazionali, hanno anestetizzato il comparto delle costruzioni ad un passo dal default finanziario.
Situazione paradossale se si pensa alla quantità di interventi realizzati, alla mobilitazione di imprese, operai, forniture, progetti,...
Decreto Aiuti-bis ultima chiamata
Considerato che le recenti modifiche apportate dal Decreto Semplificazioni fiscali non hanno prodotto risultati significativi e che il mercato dei crediti edilizi risulta prigioniero della recente super circolare dell'Agenzia delle Entrate, l'ultima possibilità di svolta è rappresentata dalla legge di conversione del Decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115 (Decreto Aiuti-bis) il cui percorso parlamentare comincerà il 6 settembre al Senato e dovrà terminare l’8 ottobre 2022.
La sensazione è che difficilmente ci saranno modifiche significative e che forse l'unica speranza potrà essere quella di eliminare la responsabilità solidale di chi acquista un credito edilizio da una Banca, ovvero da un soggetto vincolato dalla normativa ad effettuare pressanti controlli sulla veridicità della detrazione prima dell'acquisto
L'appello social
Intanto, come detto, è dai social che arrivano gli appelli al Governo e al Parlamento. Dal Gruppo facebook "Superbonus 110%", Riccardo Vasta, Metalmeccanico operaio specializzato, ha pubblicato la seguente lettera aperta unitamente ad una petizione.
Il Governo e il Parlamento ascoltino il grido dei Cittadini!
In qualità di privati cittadini, titolari di imprese edili e professionisti, segnaliamo la drammatica situazione che investe tutto il comparto che guardava con speranza e fiducia all’ecobonus 110%, per colpe che investono molti soggetti, a cominciare dai truffatori che hanno speculato sin dai primi momenti, approfittando delle lacune normative che hanno consentito facili e lucrosi abusi.
Senza ripercorrere un percorso irto di ostacoli, ma esaustivamente trattato a livello mediatico, intendiamo contestare con fermezza e determinazione i tentativi di “affossare” quello che forse si può definire il più serio e concreto provvedimento varato da un Governo, dal dopoguerra ai giorni nostri. Provvedimento che acquisisce valenza ancora più marcata in virtù della drammatica realtà contingente, che alimenta paura e sgomento per la cupezza di un futuro pregno di incertezze.
Da oltre otto mesi, oramai, il mercato della cessione del credito è completamente bloccato! Le imprese hanno i cassetti fiscali pieni e i conti correnti vuoti! Molte famiglie sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni, sventrate da lavori iniziati e non ultimati a causa dei cantieri bloccati! La loro disperazione è palpabile: le imprese chiedono di coprire i costi per ultimare i lavori, ma ovviamente sono tanti coloro che non hanno alcuna possibilità di ottemperare alla richiesta, avendo solo avuto fiducia nelle decisioni varate dal Governo per quell’efficientamento energetico bramato più del pane. Per tante famiglie si può parlare di un vero e proprio “sfratto forzoso”, essendo costrette a farsi ospitare da amici o parenti, a dormire nei garage, o addirittura (per chi se lo possa permettere) ad affittare qualche modesta abitazione, magari lontano da quella di proprietà, sottoponendosi a esosi e dolorosi esborsi dopo aver “sognato” un futuro scevro di oneri energetici grazie ai forti risparmi assicurati dall’installazione dei pannelli fotovoltaici e dagli altri efficientamenti. Che beffa!
Il Decreto aiuti bis, che sarà discusso al Senato nei primi giorni di settembre, purtroppo non risolverà nulla e fa pensare a chi si accinga a spegnere l’incendio di una foresta con il tubo dell’acqua allacciato alla fontana del giardino.
Noi tutti siamo solo “colpevoli” di esserci fidati dello Stato! Lo Stato ora deve riguadagnare la nostra fiducia con provvedimenti seri, facendo tesoro anche degli errori commessi in passato.
Si combatta senza indugio ogni tentativo di truffa; si sbattano in galera (buttando le chiavi) i truffatori già individuati e si recuperi quanto riscosso in modo fraudolento, sequestrando beni mobili e immobili.
Si stabiliscano proroghe sine die affinché quante più persone possibili possano aderire al progetto e si revochi la scadenza per gli interventi nelle case unifamiliari, penalizzazione semplicemente vergognosa, oltre che ingiusta, in quanto molte di esse sono state costruite prima che fossero stabiliti quegli accorgimenti che comunque hanno avvantaggiato le costruzioni più recenti.
Si stabiliscano regole chiare per quanto concerne “la responsabilità” in caso di accertamenti. Per nessuna ragione si “deve” colpire il committente, che potrebbe trovarsi esposto a esborsi insostenibili e rovinarsi la vita. Gli accertamenti vanno fatti in chiave preventiva da “tecnici esperti”, i quali dovranno asseverare, sotto la loro piena responsabilità, che la struttura beneficiaria dell’ecobonus risponda ai requisiti previsti dalle norme vigenti. A prescindere bisogna creare i presupposti affinché piccole difformità riscontrate dai tecnici possano essere “agevolmente e velocemente sanate”. L’unico principio che deve diventare un “mantra”, infatti, è quello di riuscire a realizzare un efficientamento energetico che possa veramente proiettare il Paese verso un futuro “Green”.
Siamo sgomenti per come si stia fronteggiando la crisi energetica scaturita senz’altro dalla ignominiosa invasione dell’Ucraina, ma della quale sarebbe sciocco non evidenziare le cause remote, dettate dalla dissennata politica energetica dei tanti governi che non sono stati all’altezza dei tempi, rendendo l’Italia “prigioniera” di Stati esteri, Russia in particolare, per l’approvvigionamento del gas.
Ora si torna a parlare di nuovo di “energia nucleare” e ripristino delle centrali a carbone, con una leggerezza che non si comprende fino a che punto sia figlia di ignoranza o di altro, non fosse altro per i tempi necessari alla realizzazione dei progetti da taluni invocati, prescindendo dal fatto che “non esiste” il nucleare pulito e che “l’unica strada” da perseguire è lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Intanto, però, occorre intervenire SUBITO per frenare una deriva verso condizioni di vita insostenibili perché, se nel 219 A.C. “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”, oggi si può dire con non minore amarezza che “mentre a Roma ciascuno pensa alla propria sopravvivenza politica il Paese intero muore” e senza drastici interventi la guerra non scoppierà, come accadde allora, solo perché in Europa è già scoppiata e ci vede direttamente coinvolti.
È semplicemente pazzesco che lo Stato, dopo aver stabilito delle regole, possa impadronirsi dei soldi dei cittadini per poi abbandonare il “tavolo” al momento dell'avvio del piano di restituzione, lasciando milioni di famiglie e imprese in rovina e nella disperazione! Il Superbonus è un “contratto a tre” fra committenti, appaltatori e Stato e, parafrasando ancora una volta gli antichi romani, va detto che “pacta sunt servanda”. Se alcuni sono venuti meno si puniscano costoro, senza buttare il bambino con l’acqua sporca!
Questa lettera, pubblicata nel gruppo Facebook “110% Superbonus”, che al momento conta oltre 53.000 iscritti, condivisa da decine di associazioni di categoria, professionisti e privati cittadini, vuole costituire un appello disperato alle forze politiche e al Governo affinché si rendano conto, al di là delle chiacchiere senza costrutto, della “gravità della situazione”.
L’augurio e la speranza è che riscuota l’attenzione dei media affinché giunga lì dove si puote ciò che si vuole, magari con adeguati commenti che inducano i destinatari a guardarsi allo specchio e fare i conti con la propria coscienza. Non esistono problemi senza soluzioni ma solo uomini che non si pongono problemi, per cinismo, irresponsabilità o incapacità e soprattutto perché le condizioni agiate e di potere consentono loro di fare “agli altri” il gesto dell’ombrello e saltare per primi sulle scialuppe di salvataggio, proprio come accadde col “Titanic”. Noi cerchiamo persone serie e capaci, che si compenetrino nei problemi di chi soffre e confidiamo di trovarle. Prima che sia troppo tardi.
Grazie
Riccardo Vasta - Metalmeccanico operaio specializzato
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Michele D'Amelio - Committente privato
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Liviana Moraschinelli - Committente privato
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Mazza Nicoletta - Perito Termotecnico
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Sabina Boero - Committente privato
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Pasquale Manica - Consulente tecnico
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