Decreto Cessioni: riqualificazioni energetiche verso la paralisi

di Redazione tecnica - 24/02/2023

Non ha lasciato indifferenti nemmeno le imprese del settore, l’entrata in vigore del D.L. n. 11/2023 (cd. "Decreto Cessioni"), con il quale è stato sancito il divieto, dal 17 febbraio 2023 in poi, di usufruire delle opzioni previste dall’art. 121 del Decreto Rilancio alternative alla detrazione diretta per i bonus edilizi, ovvero la cessione del credito e lo sconto in fattura, oltre che il divieto per le pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti fiscali.

Decreto Cessioni: stop alla riqualificazione energetica

Sulla questione è infatti intervenuto anche il Consorzio Cortexa che, tramite il Presidente Stefano Deri, lancia l’allarme di un rischio paralisi totale del mercato delle riqualificazioni energetiche: “La decisione del governo di intervenire in modo così drastico sul meccanismo di cessione del credito e sconto in fattura, imponendone il divieto, rischia seriamente di paralizzare il mercato delle riqualificazioni energetiche degli edifici”.

Una misura che Cortexa ritiene incoerente rispetto agli impegni presi dall’Italia e dall’Europa in termini di riduzioni di consumi energetici ed emissioni, tenendo conto dell’aggiornamento della Direttiva EPBD, già approvato dalla Commissione Energia e che a breve sarà definitivamente confermato dal Parlamento Europeo.

Perdite ingenti per le imprese del settore

Non solo blocco, ma anche perdite ingenti. Come spieda Deri, l’intera filiera, a fronte dell’aumento delle richieste di interventi, si era attrezzata incrementando la produzione di materiali, rifornendo i magazzini e assumendo personale qualificato.

Di fatto, con l’entrata in vigore del Decreto Cessioni, la domanda subirà un tracollo, con conseguenze pesantissime per le imprese che avevano investito. “Il Governo aveva espresso l’intenzione di facilitare l’accesso ai bonus per i cittadini meno abbienti; in realtà, in assenza delle opzioni dello sconto in fattura e cessione del credito, non potendo questi disporre di un capitale iniziale elevato per seguire i lavori, saranno ancor più svantaggiati”, continua Deri.

A essere fortemente colpito sarà uno dei principali protagonisti della transizione energetica nel settore edile: il sistema a cappotto. Ricorda il presidente del Consorzio che il cappotto termico consente di ridurre del 45% i consumi energetici di un condominio e del 33% i consumi di una villetta a due piani: “Insieme a un piano coerente e a lungo termine di incentivazione fiscale, rappresenta l’unica vera strada percorribile per riqualificare gli edifici esistenti più energivori e soddisfare quanto previsto dalla direttiva europea EPBD sull’efficienza e prestazione energetica degli edifici, inserita all’interno del pacchetto clima “Fit for 55%.”

E sottolinea la criticità del patrimonio immobiliare italiano, “composto al 78% da edifici risalenti all’epoca in cui non venivano adottate vere misure di risparmio energetico, ossia prima della Legge n. 373/1976. Alla luce degli ultimi provvedimenti non ci sono le condizioni per intervenire in maniera significativa su un problema così vasto”, conclude Deri.

 



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