Decreto Salva Casa: il primo passo per riordinare la disciplina edilizia e urbanistica

di Redazione tecnica - 13/06/2024

Il decreto Salva Casa non costituisce né una sanatoria né tantomeno un'intrusione nelle competenze degli enti territoriali, ma rappresenta un punto di svolta per la normativa edile dopo anni in cui, soprattutto dopo la modifica del Titolo V, si sono andate aggiungendo norme, spesso in palese conflitto.

Da questo punto di vista, il D.L. n. 69/2024 rappresenta quindi il primo passo per semplificare il Testo Unico Edilizia (d.P.R. n. 380/2001) e soprattutto riordinare norme nel settore e renderle chiare, univoche, uniformi.

Decreto Salva Casa: verso la semplificazione del Testo Unico Edilizia

È questa in sintesi l’opinione dell'On. Erica Mazzetti, Deputata e responsabile lavori pubblici di Forza Italia e presidente intergruppo parlamentare "Progetto Italia", sul Decreto Salva Casa, resa nell’ambito della dichiarazione di voto contrario alla pregiudiziale della minoranza oggi in aula.

Non si tratta di condono, sulle casistiche di minore gravità, spiega Mazzetti: “Per esempio, nel caso delle tolleranze costruttive, fissate in percentuali più che accettabili, e di quelle esecutive, che sono pressoché quotidiane. Non solo, tutto questo è in linea con ciò che le regioni già fanno, da anni, per le piccole difformità non strutturali con procedura di attestazione conformità in sanatoria", Non solo: tra i tanti punti positivi del decreto ci sono gli interventi sullo stato legittimo dell'immobile, sul cambio di destinazione d'uso e sulla doppia conformità, oltre che la riduzione degli oneri amministrativi in capo ai cittadini.

L'obiettivo finale, sottolinea Mazzetti, è comunque arrivare a un nuovo testo, meglio un codice del costruttore, con principi unici e univoci a livello nazionale, con un regolamento specifico per ogni regione.

“Compito del Parlamento e del governo è fornire un quadro normativo chiaro e stabile che permetta di tutelare la casa quale investimento degli italiani, dando stabilità e certezze soprattutto nel rapporto Stato-Regione e individuazione delle caratteristiche degli atti abilitativi. La Camera, attraverso la Commissione ambiente, ha una grande occasione per intervenire in modo concreto, su un tema che è decisivo per tutti gli italiani, riducendo tutti quegli intoppi burocratici che rendono sempre più difficile godere del proprio bene. Pertanto invece di affrontare il tema con modalità pretestuose e approssimative sarebbe più apprezzabili delle migliorie concrete e costruttive, con emendamenti mirati”, conclude Mazzetti.

 



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