Digitalizzazione appalti pubblici: proposta la proroga per i microaffidamenti
di Redazione tecnica - 26/01/2024
Il 31 marzo 2023 è approdato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo n. 36/2023 (Codice Appalti) che ha riformato la disciplina applicabile agli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture. La sua entrata in vigore, per rispondere agli obblighi presi con l’Europa in sede di approvazione del PNRR, è stata fissata all’1 aprile 2023 con operatività a partire dall’1 luglio 2023.
1 gennaio 2024: la svolta digitale per gli appalti pubblici
Ma la vera svolta è arrivata solo l’1 gennaio 2024 con la piena operatività della Parte II, Libro I del nuovo Codice, relativa alla digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti. Un processo di digitalizzazione, che come atteso, ha portato in dote parecchie criticità e problematiche applicative soprattutto per le stazioni appaltanti.
Tra queste l’utilizzo delle piattaforme certificate anche agli appalti sotto i 5mila euro (c.d. microaffidamenti) sui quali sono arrivate conferme:
- dal Supporto Giuridico del Servizio Contratti Pubblici del MIT con il Parere del 27 luglio 2023, n. 2196;
- dall’Autorità Nazionale Anticorruzione con il Comunicato del Presidente del 10 gennaio 2024.
Sostanzialmente, così come stabilito all’art. 25 del Codice dei contratti, dall’1 gennaio 2024, l’obbligo per le stazioni appaltanti e gli enti concedenti di utilizzare le piattaforme di approvvigionamento digitale vige per tutte le procedure di affidamento e di esecuzione dei contratti pubblici.
Considerate le difficoltà previste, al fine di favorire le Amministrazioni nell’adeguarsi ai nuovi sistemi e allo scopo di consentire lo svolgimento delle ordinarie attività di approvvigionamento in coerenza con gli obiettivi della digitalizzazione, l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha esteso fino al 30 settembre 2024 l’utilizzo dell’interfaccia web messa a disposizione dalla piattaforma contratti pubblici (PCP) anche agli affidamenti diretti di importo inferiore a 5.000 euro.
L’utilizzo di tale piattaforma non esonera, comunque, le stazioni appaltanti dal garantire la tempestiva trasmissione delle informazioni alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici (BDNCP), attraverso la compilazione dell’apposita scheda (AD5).
Il Milleproroghe
Com’è noto, però, l’Italia è il Paese del “Milleproroghe”, un provvedimento d’urgenza (Decreto Legge) che da un decennio arriva insieme alla Legge di Bilancio (gli ultimi giorni di dicembre) e che prevede la proroga di quelle disposizioni “critiche” che riguardano i diversi settori della pubblica amministrazione.
Su queste pagine, benché la digitalizzazione fosse uno dei punti chiave in salsa europea, non avevamo mai nascosto la possibilità che il Governo potesse intervenire proprio sulla digitalizzazione degli appalti pubblici. Stranamente il Decreto Legge del 30 dicembre 2023, n. 215, recante “Disposizioni urgenti in materia di termini normativi”, non è intervenuto sulle scadenze previste per l’entrata in vigore delle disposizioni di cui alla Parte II, Libro I del nuovo Codice.
Essendo un Decreto Legge, il Parlamento ha, però, 60 giorni per convertirlo con modifiche, con la conseguenza che la partita risulta ampiamente aperta come dimostrato anche tra i 1218 emendamenti presentati ed in discussione alla Camera dei Deputati.
Sarà proroga per i microaffidamenti?
Non saranno sfuggite le criticità evidenziate dall’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) che, in una lettera inviata ad ANAC, ha definito “ragionevole” la scelta semplificatoria di estendere l’utilizzo della PCP ai contratti di modestissima entità, evitando così di aggravare inutilmente i procedimenti di acquisto.
Intanto, tra gli emendamenti all’art. 1 del D.L. n. 215/2023 segnaliamo quello presentato dai deputati di Fratelli d’Italia, Fabrizio Comba, Marcello Coppo, Chiara La Porta e Riccardo Zucconi, che prevede l’inserimento all’art. 225 del D.Lgs. n. 36/2023 del seguente comma 13-bis:
“Fino al 31 dicembre 2024 per gli affidamenti diretti di importo inferiore a 5.000 euro non sarà obbligatorio il ricorso alle piattaforme certificate”.
Un emendamento che ha una valenza importante proprio perché arriva dal partito di maggioranza e di Governo, e che consentirebbe almeno per tutto il 2024 di evitare l’utilizzo delle piattaforme certificate per i microaffidamenti diretti.
La scadenza per la conversione è fissata al 28 febbraio 2024. L’emendamento non figura tra quelli inammissibili quindi sarà certamente valutato. Nel caso di approvazione, sarà poi necessaria una conferma del Senato. Intanto, l’obbligo è vigente.
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