Direttiva case green: raggiunto nuovo accordo
di Redazione tecnica - 11/12/2023
Dopo la fumata nera delle ultime settimane, alla fine l’accordo provvisorio tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione europea è arrivato su un testo della Direttiva case green per l’efficientamento energetico degli edifici (EPBD - Energy Performance of Buildings Directive) notevolmente diverso da quello che conoscevamo.
Direttiva case green: allenamento dei paletti
Dalla revisione della direttiva arriva un allentamento delle regole tanto contestate soprattutto dall’Italia, la cui situazione del patrimonio immobiliare è particolarmente critica (e non solo dal punto di vista energetico).
La nuova versione della Direttiva case green resta sempre indirizzata sugli edifici meno performanti con l’obiettivo di abbassare le bollette energetiche e ridurre le emissioni. Viene previsto che ciascuno Stato membro adotterà la propria strategia nazionale per ridurre la media del consumo energetico degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, consentendo sufficiente flessibilità per tenere conto delle particolarità territoriali.
In tal senso, gli Stati membri saranno liberi di scegliere quali edifici prendere in considerazione e quali misure adottare. Gli Stati membri avranno la possibilità di esentare determinate categorie di immobili residenziali e non residenziali da tali obblighi, compresi gli edifici storici o le case di vacanza.
Gli Attestati di prestazione energetica (APE) migliorati si baseranno su modello comune a tutti gli Stati membri dell’UE, per informare meglio i cittadini e prendere decisioni di finanziamento in tutta l’UE più facilmente.
Mutui green e Locazioni
Altro aspetto riguarda le misure di finanziamento (i cosiddetti Mutui Green) necessarie per incentivare e accompagnare la riqualificazione energetica con particolare riferimento ai soggetti più “vulnerabili” e gli edifici con le peggiori prestazioni in cui vive una quota maggiore di famiglie povere.
Altro aspetto riguarda le locazioni degli immobili soggetti a questi interventi di riqualificazione. Gli Stati membri dovranno garantire gli inquilini affinché sia scongiurato il rischio di aumenti sproporzionati degli affitti a seguito di una ristrutturazione.
La strategia europea
In base alle disposizioni concordate, gli Stati membri dovranno:
- stabilire piani di ristrutturazione edilizia per delineare la strategia nazionale di decarbonizzazione del patrimonio immobiliare e affrontare gli ostacoli rimanenti, quali finanziamenti, formazione e attrarre lavoratori più qualificati;
- istituire programmi nazionali di “passaporti” per la ristrutturazione degli edifici per guidare i proprietari di edifici nella loro ristrutturazioni graduali verso edifici a emissioni zero;
- istituire sportelli unici per i proprietari di case, le PMI e tutti gli attori coinvolti nel valore della ristrutturazione catena, per ricevere supporto e guida dedicati e indipendenti.
Caldaie, mobilità sostenibile e rinnovabili
L’accordo ha, inoltre, l’obiettivo di eliminare gradualmente le caldaie alimentate da combustibili fossili. Non saranno previsti sussidi per l'installazione di caldaie autonome alimentate da combustibili fossili a partire dall’1 gennaio 2025.
L’accordo stimolerà l’adozione della mobilità sostenibile grazie alle disposizioni sul precablaggio, punti di ricarica per veicoli elettrici e parcheggi per biciclette. Il precablaggio diventerà norma per gli edifici nuovi e ristrutturati, facilitando così l’accesso alle infrastrutture di ricarica e contribuire alle ambizioni climatiche dell’UE.
Secondo l'accordo tutti i nuovi edifici residenziali e non residenziali dovranno avere zero emissioni da combustibili fossili:
- dall’1 gennaio 2028 per gli edifici di proprietà pubblica
- dall’1 gennaio 2030 per tutte le altre nuove costruzioni, con possibilità di specifiche deroghe.
Gli Stati membri dovranno inoltre garantire che i nuovi edifici siano predisposti per l’energia solare ovvero idonei ad ospitare impianti fotovoltaici e solare termico sul tetto.
Prossimi passi
Dopo l’accordo da parte del “Trilogo”, il prossimo passo sarà l’adozione formale da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. Una volta completato questo processo, la nuova normativa sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione ed entrerà in vigore.
Riforma Direttiva Case green: i commenti
“Finisce qui il sogno dei Verdi di mettere le mani sulla casa degli italiani” ha affermato Isabella Tovaglieri, Europarlamentare Lega che dopo l’approvazione della nuova Direttiva ha commentato “E' da pochi minuti terminato l'ultimo incontro di negoziazione sulla direttiva che ha portato con sè l'accordo definitivo sulla direttiva Casa Green: è saltato anche l’obbligo di installare pannelli solari sugli edifici, che ora esclude totalmente il residenziale e si concentra solo sugli edifici pubblici e non-residenziali di grandi dimensioni e con ampie eccezioni, mentre l’obbligo di abbandonare i combustibili fossili nelle caldaie è stato spostato dal 2035 al 2040. L’adesione allo schema di incentivi finanziari per i mutui “green” è stato reso opzionale e volontario per gli Stati Membri e gli obiettivi intermedi di riduzione dei consumi per il parco edilizio è stato fissato al 16% al 2030 e al 20-22% al 2035. Un successo contro gli obiettivi ideologici della sinistra che rivendichiamo e accogliamo con grande soddisfazione dopo le vittorie degli scorsi incontri di negoziazione. Il buonsenso ha trionfato!”.
“Alla fine, è prevalsa la ragionevolezza, grazie all'impegno continuo prima di tutto di Forza Italia ma anche delle categorie economiche italiane, in primis Confedilizia, e di tutti coloro che legittimamente hanno una casa da difendere - ha affermato Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia - Queste ecofollie ambientaliste, purtroppo alimentate anche dal PD italiano ed europeo, finiranno una volta per tutte in soffitta con la vittoria del Centrodestra, grazie a una Forza Italia protagonista, alle prossime europee: non siamo ancora alla guida dell'Europa ma già blocchiamo provvedimenti nocivi come questo. Questo ci dà tempo e modo di lavorare a una nuova politica per la casa e per l'abitare, l'ultimo a progettarla è stato infatti Silvio Berlusconi, partendo da riqualificazione energetica, sismica e idrica e rigenerazione urbana, sociale ed economica di cui c'è bisogno in tante aree della nostra splendida nazione. Questo però nei tempi e nei modi che decidiamo noi, senza imposizioni e ingerenze esterne".
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