Direttiva Green: necessaria una politica di incentivi a lungo termine

di Redazione tecnica - 09/02/2023

Sta per entrare nel vivo la discussione in Commissione energia del Parlamento europeo sulla Direttiva “Case Green” che dovrebbe introdurre l’obbligo per gli Stati membri, di portare tutti gli edifici esistenti in classe energetica E entro il 2030 e in classe energetica D entro il 2033, con l’obiettivo finale di diventare ad emissioni zero entro il 2050.

Direttiva Green: sostenere la riqualificazione energetica con gli incentivi fiscali

Sappiamo bene che sul tema si sono aperte due fazioni contrapposte, una che considera la direttiva come una sorta di “nuova patrimoniale” per gli italiani, costretti ad effettuare lavori di riqualificazione energetica per non svalutare i propri immobili, e chi invece vede le indicazioni come un’opportunità per attuare concretamente la transizione energetica ed ecologica di cui troppo spesso si parla soltanto in astratto. Transizione che potrebbe essere “democratica”, se attuata con gli incentivi fiscali (Superbonus, Ecobonus, Bonus Facciate) che, negli ultimi due anni e mezzo, hanno sostenuto il comparto edilizio, ma adesso fortemente compressi nel loro utilizzo.

In mezzo il Governo e il MASE cercano di rassicurare tutti, specificando che la Direttiva è una “cornice” entro cui i membri della UE devono poi agire e che in ogni caso l’obbligo riguarda gli Stati e non i singoli contribuenti.

Cortexa: necessaria una politica di incentivi strutturale

Sulla questione è intervenuto anche il consorzio Cortexa, che ha ribadito come la direttiva sia indispensabile per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, attraverso una politica strutturale di incentivazione e l’adozione di rigorosi criteri di qualità per la corretta realizzazione degli interventi

Cortexa ricorda che il parco immobiliare europeo è composto da edifici responsabili del 40% dei consumi di energia e del 36% delle emissioni di CO2; scendendo nel particolare, quello italiano è composto per il 78% da edifici risalenti all’epoca in cui non venivano adottate vere misure di risparmio energetico, ossia prima della Legge n. 373/1976. In totale, riprendendo i dati ANCE, su 12,2 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni risultano particolarmente inquinanti e non sono in grado di garantire le performance energetiche richieste.

Quale può essere la soluzione, considerati i tempi stretti chiesti dalla Direttiva per l’adeguamento della prestazione energetica degli immobili? Sicuramente importante il ruolo di incentivi fiscali come il Superbonus, per sostenere i costi degli interventi di riqualificazione energetica. Sul punto, Cortexa evidenzia che “Questi obiettivi, se realmente si intende conseguirli entro il 2030, sono raggiungibili solo mediante una politica di incentivi fiscali continuativa, con il Superbonus che deve diventare strutturale nella misura del 110%. Il Superbonus rappresenta l’unica vera opportunità per efficientare gli edifici più obsoleti ed energivori in tempi così stretti e in modo capillare”.

Il ruolo del Sistema a Cappotto

Non solo: dal punto di vista degli interventi è il Sistema a Cappotto il principale protagonista della transizione ecologica degli edifici: come riporta il Centro Studi Cortexa, esso infatti consente di ridurre del 45% i consumi energetici di un condominio e del 33% i consumi di una villetta a due piani, naturalmente a fronte di un intervento eseguito a regola d’arte, dai materiali utilizzati, fino alla posa in opera.

In particolare, per garantire che le risorse degli incentivi fiscali non vadano sprecate in interventi di efficientamento dell’involucro edilizio non efficaci, secondo Cortexa sarebbe sufficiente richiedere il rispetto di questi tre aspetti:

  • kit fornito da un unico produttore e dotato di certificato ETA e marcatura CE;
  • sistema progettato secondo la norma UNI TR/11715 e il Manuale Cortexa, da un progettista che abbia esperienza con il Sistema;
  • cappotto posato a regola d’arte, secondo la norma UNI 11716 e il Manuale Cortexa.


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