Edilizia e Salva Casa: per Legambiente è un condono mascherato
di Gianluca Oreto - 14/06/2024
Con l’avvio del percorso di conversione in legge del D.L. n. 69/2024 (Decreto Salva Casa) è cominciato anche il ciclo di audizioni informali in VIII Commissione Ambiente alla Camera in cui sono già stati ascoltati Legambiente, Anci, Confedilizia, Confprofessioni, Italia Nostra, Associazione proprietari immobiliari (APRI), ANCE e CNA.
Le audizioni proseguiranno nella giornata di oggi con i rappresentanti della Rete Professioni Tecniche (RPT), Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori (CNAPPC), Consiglio nazionale degli ingegneri (CNI), Consiglio nazionale dei geologi (CNG) e Consiglio nazionale geometri e geometri laureati (CNGeGL).
Legambiente: è un condono mascherato
Tra le audizioni segnaliamo quella di Legambiente che ha proposto 7 emendamenti al disegno di legge di conversione ma non prima di aver dato un giudizio complessivamente negativo sull’attuale versione del Decreto Salva Casa considerato un vero e proprio “condono mascherato”.
Legambiente contesta, in particolare, i contenuti del nuovo art. 36-bis del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia), la modifica al regime della doppia conformità (rimasto comunque per gli abusi più gravi, così come prevede l’art. 36 del TUE) e il limite dei 45 giorni, decorso il quale scatta il meccanismo del “silenzio assenso” sulle domande di accertamento di conformità degli interventi edilizi.
Soluzioni che secondo Legambiente costituirebbero un condono mascherato e che hanno portato ad un giudizio complessivamente negativo e inefficace al contrasto dei fenomeni di illegalità largamente diffusi nel territorio nazionale.
Il Rapporto 2022 sul BES (Benessere Equo e Sostenibile)
A supporto della sua tesi Legambiente cita il Rapporto 2022 sul BES (Benessere Equo e Sostenibile) secondo il quale nel 2022 ci sarebbe stato un aumento del 9,1% di case abusive (crescita maggiore dal 2004).
Situazione aggravata nel Sud dove sono state registrate:
- 42,1 abitazioni costruite illegalmente ogni 100 realizzate nel rispetto delle regole;
- crimini ambientali accertati dalle forze dell’odine e dalle Capitanerie di porto: con 12.216 reati contestati, ha sfiorato il 40% del totale, in crescita del 28,7% rispetto al 2021.
Inoltre, al 31 dicembre 2022 risulterebbe eseguito soltanto il 15,3% delle oltre 70mila ordinanze di demolizione emesse dai 485 Comuni di Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Lazio (le regioni più colpite dal fenomeno) che hanno risposto al monitoraggio civico promosso da Legambiente e pubblicato nel dossier “Abbatti l’abuso. I numeri delle mancate demolizioni nei comuni italiani”.
Le proposte di Legambiente
Alla luce di questi numeri, Legambiente ha confermato la sua ferma contrarietà alle norme previste dal Decreto “Salva-casa” e al contempo ha provato ad elaborare una serie di emendamenti che puntano:
- da un lato a ridurre l’impatto negativo dell’eventuale conversione in legge del decreto;
- dall’altro a inserire, sempre nell’ambito delle modifiche previste al DPR 380/2001, misure con cui rafforzare l’azione preventiva e repressiva dello Stato nei confronti dell’abusivismo di gravi e rilevanti dimensioni, che si dichiara di non voler sanare ma, allo stesso tempo, senza agire concretamente per impedirne la drammatica diffusione, nel nostro Mezzogiorno e non solo.
Infine, Legambiente propone la redazione di linee guida nazionali capaci di modificare la pianificazione urbanistica. “I cambiamenti apportati - rilevano gli ambientalisti - avrebbero un impatto determinante sulle nostre città e sul modo di viverle, e non soltanto sulle singole unità immobiliari. Significherebbe far prevalere l’interesse particolaristico su quello collettivo”.
Nelle prossime sezioni il contenuto dei 7 emendamenti presentati in audizione.
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