Efficienza energetica: approvata la nuova direttiva UE
di Redazione tecnica - 28/07/2023
È stata adottata dal Consiglio Europeo la Direttiva per la riduzione dei consumi di energia all’interno della UE, c.d. "Direttiva Efficienza Energetica", che modifica il testo della Direttiva attualmente in vigore dal dicembre 2018 e che stabilisce un obiettivo di riduzione del consumo di energia sia primaria che finale del 32,5% entro il 2030 a livello dell'UE rispetto alle previsioni di consumo energetico per il 2030 formulate nel 2007.
Il principale obiettivo stabilito dalla nuova Direttiva è la riduzione del consumo di energia da parte degli utenti finali, in tutta la UE, dell'11,7% entro il 2030, ma è prevista flessibilità per i singoli Stati membri.
Direttiva Efficienza Energetica: arriva l'approvazione del Consiglio UE
Complessivamente, gli Stati membri garantiranno collettivamente una riduzione del consumo di energia finale di almeno l'11,7% nel 2030 rispetto alle previsioni di consumo energetico formulate nel 2020. Questo valore si traduce in un limite massimo pari a 763 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio per i consumi finali e a 993 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio per il consumo primario.
Il limite per il consumo finale, ovvero l’energia consumata dai consumatori finali, sarà vincolante a livello collettivo per gli Stati membri, mentre quello relativo al consumo di energia primaria (comprendente anche ciò che viene utilizzato per la produzione e la fornitura di energia) sarà indicativo.
Le integrazioni nel PNIEC
Come spiega il Consiglio, tutti gli Stati membri contribuiranno al conseguimento dell'obiettivo generale, stabilendo nei rispettivi piani nazionali integrati per l'energia e il clima (PNIEC) i contributi nazionali indicativi e le strategie per il conseguimento dell'obiettivo. I progetti aggiornati di PNIEC erano previsti per giugno 2023, mentre i piani definitivi sono previsti per il 2024.
Il calcolo dei contributi nazionali all'obiettivo verrà fatto con la formula definita nell'allegato I della proposta, con la possibilità di discostarsene del 2,5%. Essa si basa, tra l'altro, sull'intensità energetica, sul PIL pro capite, sullo sviluppo delle energie rinnovabili e sul potenziale di risparmio energetico.
La Commissione valuterà se tutti i contributi nazionali avranno raggiunto la riduzione dell’11,7%, apportando correttivi nel caso di contributi nazionali inferiori all'importo che si otterrebbe utilizzando la formula.
Gli obiettivi di risparmio energetico
Scendendo nel dettaglio, l'obiettivo di risparmio energetico annuale per il consumo di energia finale aumenterà gradualmente dal 2024 al 2030. In media gli Stati membri garantiranno un nuovo risparmio annuale dell'1,49% sul consumo di energia finale, raggiungendo gradualmente l'1,9% il 31 dicembre 2030.
Tra le nuove norme, di particolare rilievo l’obbligo per il settore pubblico di conseguire una riduzione annuale del consumo energetico dell'1,9%, a esclusione dei trasporti pubblici e delle forze armate. Inoltre, gli Stati membri dovranno ristrutturare ogni anno almeno il 3% della superficie totale degli immobili di proprietà di enti pubblici.
La contabilizzazione del calcolo può essere effettuata mediante misure politiche nell'ambito della direttiva attuale e della Direttiva Green, attraverso le misure derivanti dal sistema di scambio di quote di emissione dell'EU (per gli impianti e per l'edilizia e i trasporti) e le misure di emergenza in materia di energia.
L'importanza della riqualificazione edilizia
Come riporta il considerando (42) della Direttiva, l'edilizia e i trasporti sono, insieme all'industria, i settori che più consumano energia e rilasciano emissioni. Gli edifici sono responsabili di circa il 40 % del consumo energetico totale dell'Unione e del 36 % delle emissioni di gas a effetto serra prodotte dall'energia. "Gli edifici sono fondamentali per conseguire l'obiettivo dell'Unione di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Gli edifici di proprietà degli enti pubblici rappresentano una quota considerevole del parco immobiliare e godono di notevole visibilità nella vita pubblica. È pertanto opportuno fissare un tasso annuo di ristrutturazione per gli edifici di proprietà di enti pubblici nel territorio di uno Stato membro in modo da migliorarne la prestazione energetica e trasformarli in edifici a emissioni zero o quanto meno in edifici a energia quasi zero. Gli Stati membri sono invitati a stabilire un tasso di ristrutturazione più alto, se economicamente efficace nell'ambito della ristrutturazione del loro parco immobiliare in conformità delle rispettive strategie di ristrutturazione a lungo termine o dei programmi nazionali di ristrutturazione. Tale tasso di ristrutturazione dovrebbe far salvi gli obblighi relativi agli edifici a energia quasi zero di cui alla direttiva 2010/31/UE. Gli Stati membri dovrebbero poter applicare requisiti meno stringenti ad alcuni edifici, ad esempio quelli di particolare valore architettonico o storico".
Dopo la sua adozione formale, si attende adesso la pubblicazione della Direttiva nella Gazzetta ufficiale dell'UE a cui seguirà 20 giorni dopo l'entrata in vigore.
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