Efficienza energetica: il report Enea 2023

di Redazione tecnica - 18/12/2023

A che punto è l’Italia nell’attuazione delle politiche di efficienza energetica, alla luce della EED 3 recentemente approvata, della EPBD in fase di definizione e del nuovo PNIEC, attualmente in revisione presso la UE? Quanto hanno consentito di risparmiare gli interventi di riqualificazione supportati dagli incentivi fiscali, e quali fonti di energia vengono usate? Come contrastare la povertà energetica?

Efficienza energetica: il report ENEA 2023

Sono tanti i quesiti a cui cerca di rispondere il Rapporto Annuale ENEA sull’Efficienza Energetica 2023: la dodicesima edizione, appena pubblicata, analizza lo stato e l’evoluzione dell’attuazione delle misure per l’efficienza energetica a livello nazionale, valutando le performance rispetto ai risultati ottenuti nel 2022 a livello di politiche e di strumenti attuativi.

Il Rapporto si focalizza sulle ricadute tecnico-economiche per la transizione energetica, con una particolare attenzione alla dimensione sociale e agli strumenti per rendere più efficaci strategie e politiche, attraverso un processo di innovazione culturale nella gestione dell’energia a livello istituzionale e organizzativo.

Il valore degli interventi di riqualificazione

Guardando agli interventi per la riqualificazione e il recupero del patrimonio edilizio, secondo i dati consolidati al 31 dicembre 2022 sul Superbonus il numero totale delle asseverazioni è pari a 352.101 unità, per un totale di circa 60,76 miliardi di euro di investimenti ammessi a finanziamento (45,2 miliardi per lavori già conclusi), da cui è derivato un risparmio energetico di energia primaria non rinnovabile per il complesso dei progetti contenuti nel database ENEA è pari a 9.050,04 GWh/anno.

Al 31 dicembre 2022, il numero degli interventi incentivati raggiunge quota 352.101 e un ammontare di investimenti ammessi a detrazione di oltre 51 miliardi (35,3 per lavori già terminati). Il risparmio energetico conseguito risulta pari a 9.410,5 GWh/anno.

Per quanto riguarda l’ecobonus, nel 2022 si è registrata una frenata degli interventi il cui numero risulta pari a 940.686 contro i 1.039.901 del 2021. I relativi investimenti ammontano a 6.823,2 milioni di euro contro i 7.537 milioni di euro mobilitati nell’anno precedente. I risparmi generati dall’Ecobonus sono prevalentemente derivati da interventi finalizzati alla sostituzione dell’impianto per la climatizzazione invernale (64,7%). Seguono gli interventi per la sostituzione dei serramenti (20,6%). Per quest’ultima tipologia, in particolare, si evidenzia una sostanziale invarianza della quota rispetto al dato 2021, in cui risultava pari a poco più dl 20% del totale. Analogamente per la percentuale di interventi di sostituzione degli impianti di climatizzazione (65,5% nel 2021).

Il Bonus Casa registra un notevole decremento del numero degli interventi. Nel 2022 sono stati registrati 508 mila interventi (-42,36% rispetto al 2021). Utilizzando i dati pervenuti attraverso il portale di trasmissione Bonus Casa, si è proceduto alla stima del risparmio annuo di energia primaria non rinnovabile conseguito sulla base dei dati medi nazionali di consumo. In termini di risparmio energetico il decremento è inferiore (10%,) si passa da 925.033 MWh/anno del 2021 a 833.294 MWh del 2022. Ciò è dovuto ad un miglioramento qualitativo degli interventi sugli impianti.

Infine, al computo complessivo dei risparmi generati dalle misure di detrazione fiscale sugli edifici esistenti, si aggiungono ancora 4.732 interventi finanziati dal Bonus Facciate, su una superficie di 1.201.268 metri quadri. L’investimento complessivo nel 2022 ammonta a 393,8 milioni di euro per un nuovo risparmio di energia finale pari a 59,1 GWh/anno.

Gli interventi soggetti a detrazione che sono stati effettuati nel 2022 hanno generato risparmi di energia finale pari a 0,841 Mtep. Sommando a questi i risparmi prodotti nel medesimo anno da interventi realizzati nel 2021, il totale ammonta a 1,36 Mtep, pari al 98,1% del risparmio atteso secondo le traiettorie fissate dal PNIEC 2023.

La prestazione energetica degli edifici

Analizzando gli APE presenti nel sitema SIAPE ed emessi nel 2022, la distribuzione degli immobili certificati tra settore residenziale e non residenziale rimane approssimativamente la stessa del 2021 (rispettivamente 87,6% e 12,4%).

Gli immobili certificati sul SIAPE mostrano un buon miglioramento delle prestazioni energetiche tra il 2021 e il 2022, con l’incremento di circa il 4,5% dei casi ricadenti nelle classi energetiche comprese tra A4 e B (15,4%); le classi energetiche peggiori (F e G) scendono al 51,3%, mentre quelle intermedie (da C a E) rimangono stabili.

Guardando al mercato immobiliare rispetto alla dimensione dell’efficienza energetica, il quadro restituisce, anche per il 2022, un settore chiaramente caratterizzato da immobili di scarsa qualità energetica e in cui gli edifici nelle classi più performanti (A e B) sono principalmente di nuova costruzione (70%), mentre quelli ristrutturati registrano una lenta ma costante crescita (35%), dopo il calo registrato tra il 2019 e il 2020.

Secondo gli agenti immobiliari intervistati nel corso della rilevazione, l’Attestato di Prestazione Energetica è ritenuto uno strumento capace di orientare le scelte di chi acquista un immobile residenziale esistente verso edifici di maggiore qualità energetica (59%), oltre a tradurre efficacemente gli altri vantaggi di un edificio energeticamente efficiente (e.g. in termini di maggiore comfort generale), mentre tra le principali barriere resta il fattore finanziario legato alla disponibilità di spesa (37%, in crescita rispetto al 2021).

La scarsa capacità del mercato di riflettere adeguatamente il valore aggiunto associato all’efficienza energetica è identificata come la maggiore difficoltà del sistema creditizio ad offrire prodotti di finanziamento che possano supportare la riqualificazione energetica degli immobili (43%).

 



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