Enea: la parabola (infelice) del Superbonus
di Gianluca Oreto - 07/08/2024
Se due indizi non costituiscono una prova, tre lo sono certamente. Dopo il pesante ridimensionamento di aprile e maggio, anche giugno 2024 conferma e certifica il viale del tramonto per l’anima energetica del superbonus.
Una decrescita infelice che, al momento, ha lasciato irrisolte almeno due questioni: il problema dei crediti rimasti incagliati (sul quale il silenzio è l’unica strategia rimasta al Governo) e il futuro del comparto delle costruzioni (che dall’1 gennaio 2025 non potrà più contare sulla maggior parte degli incentivi fiscali).
Superbonus: i nuovi dati Enea
Enea ha pubblicato il report aggiornato al 30 giugno 2024 con i dati del superecobonus, dai quali è ormai chiaro quanto le detrazioni fiscali di cui all’art. 119 del D.L. n. 34/2020 (Decreto Rilancio) abbiano completamente perso il loro appeal.
Per comprendere al meglio le “dimensioni” di questa decrescita, ricordiamo che il superbonus energetico ha viaggiato alle seguenti velocità:
- nel biennio 2020-2021 oltre 16 miliardi di investimenti ammessi a detrazione (il monitoraggio Enea è cominciato solo ad agosto 2021);
- nel 2022 oltre 46 miliardi di investimenti ammessi a detrazione ovvero una media di circa 3,8 miliardi di euro al mese;
- nel 2023 oltre 40 miliardi di investimenti ammessi a detrazione ovvero una media di circa 3,3 miliardi di euro al mese;
- nel primo trimestre 2024 oltre 14,5 miliardi di investimenti ammessi a detrazione ovvero una media di circa 3,8 miliardi di euro al mese (dovuti al fatto che l’asseverazione Enea può essere inviata entro 90 giorni dal fine lavori).
Superbonus: l’inversione di marcia
Chiuso il 2023 (e le asseverazioni Enea relative agli interventi realizzati entro il 31 dicembre 2023), a partire da aprile 2024 sono cominciati gli effetti della “cura Giorgetti”:
- avviati con il Decreto-Legge 16 febbraio 2023, n. 11 (Decreto Cessioni), convertito con modificazioni dalla Legge 11 aprile 2023, n. 38;
- proseguiti con il Decreto Legge 29 dicembre 2023, n. 212 (Decreto Superbonus) convertito senza modificazioni dalla Legge 22 febbraio 2024, n.17;
- e completati con il Decreto Legge 29 marzo 2024, n. 39 (Decreto tagli cessioni), convertito con modificazioni dalla Legge 23 maggio 2024, n. 67, che ha messo definitivamente la parola fine al meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito) di cui all’art. 121 del Decreto Rilancio.
Terminato il meccanismo delle opzioni alternative (il vero motore che ha stimolato in questi anni l’utilizzo dei bonus edilizi), il superbonus è diventato una detrazione fiscale utilizzabile esclusivamente dai soggetti con capienza fiscale e capacità economica necessaria per avviare i cantieri.
Da una media mensile da 3,8 (2022)/3,3 (2023)/3,8 (primo trimestre 2024) miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione, si è, quindi, passati a:
- 344,9 milioni di euro ad aprile 2024;
- 121,3 milioni di euro a maggio 2024;
- 64,4 milioni di euro a giugno 2024.
Di seguito il grafico mensile relativo agli investimenti ammessi a detrazione.
I problemi irrisolti
Terminato ufficialmente il superbonus restano due grandi nodi da sciogliere:
- il problema dei crediti incagliati, che ha generato gli “Esodati del Superbonus” e sul quale sembra che il Governo si sia completamente disinteressato;
- il futuro dei bonus edilizi, senza i quali (notoriamente) l’edilizia non si muove o resta "sommersa".
Sul primo nodo non si conosce la corretta dimensione. Le cifre “ballano” di molto e solo l’Agenzia delle Entrate riuscirà a chiarire a quanto ammonta l’importo delle detrazioni fiscali andate perdute per assenza di capienza fiscale. Non c’è dubbio, però, che il blocco dei crediti stia favorendo azioni di usura e sciacallaggio.
Relativamente al secondo, il 31 dicembre 2024 termineranno le principali detrazioni fiscali (sismabonus ed ecobonus) mentre il bonus casa sarà ridimensionato al 36% (anziché 50%) con limite di spesa pari a 48.000 euro (anziché 96.000 euro), per passare al 30% per le spese sostenute dall’1 gennaio 2028 al 31 dicembre 2033 (ma siamo certi che nel frattempo arriverà qualche aggiornamento normativo, soprattutto in previsione degli obblighi “green” della Direttiva UE 2024/1275).
Risulta evidente che, grazie anche all'esperienza maturata in questi anni di superbonus, il Governo dovrà trovare nuovi strumenti fiscali, magari mettendo a punto il meccanismo delle opzioni alternative, che possano incentivare la transizione green e al contempo migliorare le condizioni strutturali di un patrimonio immobiliare che da anni necessita di un serio piano di recupero.
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