Energia, in Italia crescono consumi ed emissioni
di Redazione tecnica - 21/06/2022
Nel I trimestre 2022 continuano a crescere i consumi di energia, registrando il quinto aumento consecutivo, sebbene a livelli ancora inferiori a quelli pre-pandemia. In rialzo anche le emissioni di CO2 (+8% circa) a causa del maggiore utilizzo di fonti fossili (+7% circa) dovuto alla contrazione dell’import di energia elettrica (-20,5%) e delle rinnovabili elettriche (-9,5%), penalizzate dal crollo dell’idroelettrico (-40%) non compensato dall’incremento di eolico e solare (+11%).
Consumi energetici ed emissioni: l'Analisi trimestrale ENEA
Sono questi i dati salienti dell’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’ENEA, che sottolinea anche una nuova diminuzione dell’indice ENEA-ISPRED (-29% sul trimestre precedente) con cui si misura l’andamento della transizione energetica sulla base di prezzi, emissioni di CO2 e sicurezza degli approvvigionamenti.
Dall’Analisi emerge che il forte aumento di emissioni di CO2 è riconducibile:
- per circa il 40% ai settori terziario, trasporti e residenziale;
- per il 60% a industrie energivore, raffinerie e, in particolar modo, alla produzione di energia elettrica da carbone che ha determinato un incremento tendenziale delle emissioni di oltre il 25%, la variazione più marcata degli ultimi 20 anni.
Buona parte della ripresa della domanda del I trimestre 2022, infatti, è legata al forte aumento dei consumi di carbone (+0,4 Mtep, pari a +25%), tornati nella generazione elettrica quasi ai livelli pre-covid, e di petrolio (+1,6 Mtep, pari a +14%), mentre il gas naturale segna solo +1% (+0,2 Mtep).
Come spiega ENEA, con questo balzo delle emissioni di anidride carbonica e i prezzi record dell’energia, per rispettare i nuovi obiettivi europei Fit for 55 (riduzione al 2030 del 55% delle emissioni nette dell’UE rispetto al 1990) sarà necessario un taglio di oltre 100 milioni di tonnellate di CO2 nei prossimi otto anni.
I valori dei consumi
L’Analisi rileva comunque che i consumi sono cresciuti meno del PIL per effetto del calo della produzione industriale, dell’inverno mite, ma anche dei prezzi record che hanno contribuito a frenare la domanda (in particolare quella di gas negli usi diretti: -8% nell’industria, -2% nel civile). Si stima una crescita dei consumi di energia ben superiore al 2% anche nel secondo trimestre, con una previsione di oltre il 2% per tutta la prima metà dell’anno dovuta alla forte ripresa dei volumi di traffico di passeggeri e merci su strada, tornati ai livelli pre-pandemia.
Sul fronte dell’elettricità, il prezzo medio di borsa del I trimestre 2022 ha superato i 250 €/MWh (il quadruplo di un anno fa) e, nonostante la leggera contrazione prevista nel II trimestre, la media del I semestre resterà ampiamente al di sopra dei 200 €/MWh, pari al doppio della media 2021. Non solo: sale il differenziale tra il prezzo italiano e quello delle altre principali borse europee: quasi 70€/MWh rispetto alla borsa tedesca, che tradotto in percentuale significa il 40%. Nonostante gli interventi del Governo abbiano attenuato l’impatto sui consumatori, i prezzi hanno raggiunto nuovi record storici nel trimestre (+55% per le famiglie, +40% per le imprese) e nei primi quattro mesi dell’anno risultano in aumento più marcato che negli altri paesi UE.
Consumi e approvvigionamento gas naturale
Massimi storici anche per i prezzi al consumo del gas naturale: nel I trimestre si registra il valore di 1,4 €/m3 per i consumatori, quasi il doppio rispetto a un anno fa; inoltre, nonostante il leggero calo nel II trimestre (e gli interventi governativi), per i primi sei mesi dell’anno si prevede un incremento di oltre il 60% rispetto ai massimi raggiunti nella prima metà 2019. Per quanto riguarda le imprese meno energivore, il prezzo si è attestato nel trimestre a circa 1 €/m3, pari al triplo rispetto allo stesso periodo 2021. Secondo le stime più aggiornate per i primi sei mesi del 2022, anche per il gas è previsto un aumento superiore alla media Ue per tutte le fasce di consumo.
Per quanto riguarda la sicurezza energetica, si registrano già alcuni effetti rilevanti sull’obiettivo dell’Italia di affrancarsi dal gas russo: nei primi cinque mesi del 2022, la quota delle importazioni di gas dalla Russia sul totale è scesa in media sotto il 24% con punte al di sotto del 20% in aprile e maggio, superata anche dalla quota del gas algerino (31%).
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