Equo compenso, DDL ancora bloccato in Senato
di Redazione tecnica - 31/08/2022
Equo compenso, un ennesimo appuntamento mancato (o bidone, che dir si voglia). Ne torna a parlare, con un'amara riflessione, l’Associazione ProfessionItaliane, che sottolinea come l’ultima conferenza dei capigruppo in Senato si sia conclusa senza appunto l’approvazione definitiva e decisamente attesa, del disegno di legge sull’Equo compenso.
Equo compenso, ancora fumata nera in Senato
“Sebbene ci sia la consapevolezza di una generale condivisione della necessità di portare al più presto in aula la discussione sull’approvazione definitiva dell’Equo compenso, anche da parte di quelle forze politiche che l’hanno sin qui avversato, ProfessionItaliane esprime il proprio rammarico per l’ennesimo rinvio e torna a chiedere, in vista dei prossimi passaggi, l’approvazione definitiva del provvedimento”.
Equo compenso, una tutela per i professionisti
L’espressione “equo compenso” definisce un corrispettivo proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, oltre che al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale, conforme ai compensi previsti per:
- gli avvocati, con decreto del Ministro della Giustizia;
- i professionisti iscritti ai rispettivi ordini, con appositi decreti ministeriali;
- le associazioni professionali, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del disegno di legge, che andrà aggiornato ogni due anni.
Licenziato già da più di 3 mesi alla Camera, il DDL è ancora fermo in Senato. Il provvedimento nasce a tutela dei professionisti verso banche, assicurazioni, pubblica amministrazione ed imprese con più di 50 dipendenti, o con un fatturato superiore a 10 milioni di euro, prevedendo appunto un compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, alle caratteristiche della prestazione e definito con i parametri dei decreti ministeriali di riferimento, oltre che aggiornato con cadenza biennale su proposta dei Consigli nazionali degli ordini o collegi professionali.
In caso si accerti l'iniquità del compenso pattuito, è previsto un indennizzo, pari al pagamento della differenza tra l’equo compenso e quanto già versato dal committente al professionista.
L'appello di ProfessionItaliane
Sulla questione, ProfessionItaliane ha ribadito che la battaglia sull’equo compenso abbia richiesto anni di lavoro lungo e complesso “che i professionisti italiani non possono assolutamente permettere venga disperso”. A questo proposito l’Associazione attende con vivo interesse il nuovo incontro della capigruppo, previsto il prossimo 6 settembre, “per conoscere in via definitiva le posizioni che assumeranno le varie forze politiche”.
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