Equo compenso: i professionisti dicono no alla nuova legge
di Redazione tecnica - 27/01/2023
"Avevamo un’occasione storica: scrivere una norma che difenda i professionisti e che renda applicabile il principio dell’equo compenso. Si sta approvando una legge che rischia di essere una trappola per i professionisti". Ad affermarlo è AssO Ing e Arch, con una nota durissima all’indomani dell’approvazione alla Camera della proposta di legge sull’equo compenso, che ha ripreso il suo iter dopo essere rimasta al palo per parecchi mesi.
Legge sull'equo compenso: le reazioni delle Associazioni professionali
Un’attesa che non si è conclusa con i risultati sperati: “La legge risulta dannosa e sbagliata, perché colpisce con sanzioni inique i professionisti sottopagati e non i committenti inadempienti. Inoltre è una legge che tutelerà un professionista su dieci”, spiega il presidente Alberto Molinari, sottolineando come la posizione dell’Associazione sia sempre stata rivolta a garantire ai professionisti compensi equi, senza sanzioni e discriminazioni per chi, tra di essi, lavora attraverso rapporti non convenzionali.
Per Molinari, si è passati dalla proposta di una norma finalizzata ad allargare la platea di committenti e a spostare su di essi l’onere delle sanzioni, raddoppiando l’indennizzo previsto per il professionista pagato sotto soglia, alla ricerca di un capro espiatorio, il professionista stesso, che verrà sanzionato e punito dagli Ordini, mentre le figure non ordinistiche avranno la via libera a comportarsi in modo diverso.
Per AssO è mancato un dialogo della politica con le Associazioni: “Ora la partita si gioca al Senato, dove serve una ulteriore riflessione, non un blitz per blindare il testo e votarlo in fretta e furia, senza la possibilità reale di modificarla in Aula. Su questa linea AssO ci sarà”.
La lettera delle Associazioni
Il commento di Molinari fa da corollario al documento firmato da AssO ing e arch, Inarsind, ADC e AIDC (commercialisti) e PLP (psicologi).
Il testo si apre presentando la legge appena approvata come uno scandaloso unicum: nata per tutelare i professionisti ed evitare che gli stessi possano essere sottopagati dai grandi Committenti (Banche, Assicurazioni, Partecipate, P.A.), finisce per sanzionarli se accettano compensi inferiori a quelli stabiliti, lasciando invece indenni i Committenti. "Si sanziona il lavoratore autonomo e non chi, invece, compie materialmente l’illecito, ossia il Committente. Inoltre la sanzione potrà essere applicata soltanto agli iscritti agli Ordini Professionali affermando di fatto l’imposizione del concetto di distinzione tra professioni ordinistiche e professioni senza Ordini di riferimento, come se appartenere ad un Ordine fosse una discriminante colpevole".
E, nel ribadire la costante opposizione delle Associazioni professionali a questa legge, si suggeriscono delle soluzioni per rivederla, tra cui:
- assicurare al professionista l’equa remunerazione della propria prestazione nei rapporti con PA e grandi committenti;
- in caso di violazione di tale principio, sanzionare il committente inadempiente, senza alcun onere a carico del professionista;
- legittimare il professionista quale unico soggetto per attivare l’azione per vedersi riconoscere il giusto compenso con la possibilità, per gli Ordini, di intervenire nel procedimento “ad adiuvandum”.
Tutto invano: come sottolineano le Associazioni sottoscrittrici, “il Legislatore è rimasto sordo alle richieste e alle proposte, dimostrando il retropensiero dietro a questa legge che colpisce i professionisti, senza esclusive, ed evita di toccare i grandi Committenti, tra cui la PA”.
Si sarebbe persa così un’altra occasione per dotare il Paese di una Legge che rappresenti una garanzia di legalità e giusta remunerazione per oltre un milione e cinquecentomila professionisti, dando vita invece ad un’evidente stortura “che punisce la vittima e non il colpevole”.
Amara è la riflessione finale: “Oggi più che mai rimane evidente la differenza tra Consigli nazionali che tutelano i terzi e le associazioni dei professionisti che tutelano gli iscritti. Ce ne rammarichiamo, ma continueremo a lavorare nel tentativo di riuscire ad ottenere le modifiche necessarie”.
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