Equo compenso e riforma TUE: per ASSO professionisti sempre più sviliti
di Redazione tecnica - 26/11/2021
Equo compenso e riforma Testo Unico per l'Edilizia: due temi caldi in cui il ruolo e la parola dei professionisti dovrebbe avere grande peso, per scoprire poi invece che per le istituzioni sono visti come meri esecutori. Sembra questa la morale da trarre rispetto alle ultime scelte relative all’equo compenso e alla revisione del testo unico per l’edilizia, come ha espresso Asso Ingegneri & Architetti rispetto agli ultimi sviluppi delle due questioni.
Equo compenso: chi tutela gli interessi dei professionisti?
In una nota stampa, ASSO fa riferimento alle audizioni al Senato sull’equo compenso del 24 novembre 2021, durante le quali sono emerse posizioni opposte: mentre CNI e RTP approvano la legge, di parere opposto è Confprofessioni, associazione sindacale a cui Asso aderisce. Secondo Confprofessioni sono necessarie ampie modifiche alla legge per non danneggiare i liberi professionisti e non lasciare compiti e mansioni agli ordini professionali. E proprio da qui le perplessità di Asso: com’è possibile che in tema di compensi e di rapporti di lavoro per i liberi professionisti, possano intervenire anche gli ordini professionali, ossia enti di diritto pubblico ad iscrizione obbligatoria?
Riforma TUE: critiche alla Commissione MIMS
ASSO si unisce al coro di critiche sulla composizione della Commissione istituita dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) per la redazione del nuovo testo unico dell’edilizia: ha fatto davvero scalpore l’assenza totale di ingegneri dal tavolo che si presume essere tecnico.
Asso non discute la preparazione della Commissione, ma esprime preoccupazione “per la possibile assenza di una cultura ingegneristica. Nella figura dell’ingegnere vi rientra il mondo dei tecnici che vivono la realtà lavorativa delle costruzioni, operando in modo efficace per risolvere i problemi quotidiani nella piena legalità”. L’Associazione sottolinea che il lavoro affidato alla Commissione è tutt’altro che semplice e in assenza di tecnici si rischia di creare ulteriori complicazioni: “lasciare fuori dalla porta i veri attori che applicano il d.P.R. 380/01, comporterà un aggiornamento legislativo, sicuramente aggiornato nei propri criteri, ma che non contemplerà in modo esaustivo tutte le possibili casistiche ed ambiti. Ciò si tradurrà, nuovamente, in un testo di difficile applicabilità diventando inevitabilmente materia di discussione nei tribunali, a scapito dei cittadini. L'aggettivo Unico è la chiave di lettura perché i presupposti secondo cui è nato questo testo, vent'anni fa, era quello di coordinare in un unico testo l’edilizia”.
Asso fa riferimento anche all'applicazione tormentata degli incentivi fiscali applicati all'edilizia, che paragona a una lunga via crucis: “cinque provvedimenti legislativi divenuti otto con le conversioni in legge, che hanno mandato in tilt la possibile applicazione degli stessi”. Ultimo solo in ordine temporale, il decreto antifrode, “giusto nei principi, meno nelle declinazioni per la difficile interpretazione e per i tempi di entrata in vigore”. Al centro c’è sempre lui, il Professionista: su di lui ricade la responsabilità di asseverare e progettare in quadro normativo in continua evoluzione, con continui e repentini aggiornamenti ed aggiustamenti da parte degli organi di emissione e controllo degli stessi provvedimenti.
Tante buone ragioni per chiedere al Governo un maggiore riconoscimento del ruolo del professionista, del suo spessore intellettuale e della capacità di “problem solving”: esso può essere uno stimolo e un contributo fondamentale nella Commissione Tecnica che farà le nuove proposte per l'ammodernamento in termini di efficacia e rapidità del nuovo Testo per l’Edilizia.
© Riproduzione riservata
- Tag: