Frode Bonus facciate: nuovo maxi sequestro preventivo
di Redazione tecnica - 05/09/2023
Mentre prosegue il circo mediatico sul superbonus, continuano anche le attività di controllo della Guardia di Finanza sui bonus edilizi. Attività che ha portato ad un nuovo maxi sequestro di 52 milioni di crediti di imposta frutto di una frode che riguarda (neanche a dirlo) il bonus facciate.
I controlli sui bonus edilizi
Nonostante la pessima informazione che arriva da giornali e televisioni generaliste, e le stucchevoli dichiarazioni che ruotano intorno al superbonus (frutto di una scarsa conoscenza o, peggio ancora, di una precisa scelta), chi sa come funziona il mondo dei bonus edilizi è a conoscenza dell'esistenza di diversi gradi di controllo (che riguardano tutte le detrazioni dopo il 12 novembre 2021, data di entrata in vigore del D.L. n. 157/2021, c.d. Decreto antifrode):
- i professionisti dell'area tecnica che si occupano dei titoli edilizi, direzione lavori, collaudo, asseverazione del rispetto dei requisiti minimi e della congruità dei costi;
- i commercialisti che si occupano del visto di congruità che attesta la regolarità della documentazione;
- l'Enea con i suoi controlli in sito e documentali tramite la sua piattaforma;
- l'Agenzia delle Entrate mediante la piattaforma di comunicazione della cessione;
- la Guardia di Finanza con due diversi applicativi:
- Prisma (Portale RIScossioni Monitoraggi e Applicazioni) che consente la consultazione per singolo codice fiscale dei crediti di cui è titolare il contribuente e dei dati registrati sulla piattaforma di cessione crediti dell'Agenzia delle Entrate, verificando se si tratti di soggetto cedente o cessionario, gli importi, la tipologia di credito e tutte le informazioni relative alla data di accettazione o rifiuto del credito stesso;
- Monic (MONItoraggio delle Compensazioni) che consente interrogazioni puntuali o massive attraverso l'elaborazione dei dati dei modelli F24, per individuare le indebite compensazioni dei crediti d'imposta, compresi quelli di natura agevolativa cedibili a terzi.
La dimostrazione del funzionamento e dell'efficacia di questi sistemi di controllo è offerta dagli ultimi dati che riguardano la scoperta di circa 12 miliardi di euro di truffe scovate nell'ambito dei bonus edilizi. Considerato che le detrazioni non sono costi diretti ma una riduzione delle imposte, è evidente a tutti che questi 12 miliardi di truffe scovate non saranno più un problema per il Bilancio dello Stato.
Nuova truffa sul bonus facciate
Nell'ambito delle attività di controllo della Guardia di Finanza è stata data esecuzione ad un provvedimento che dispone il sequestro preventivo di oltre 52 milioni di euro di crediti d’imposta, frutto di una articolata frode perpetrata nell’ambito del cosiddetto bonus facciate.
Secondo i dati forniti dalla Guardia di Finanza, il provvedimento di sequestro è già stato emesso dal GIP del Tribunale di Locri e convalidato dal GIP del Tribunale di Roma. Al momento, fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità, risultano:
- indagati, a vario titolo, 31 soggetti per indebita percezione di erogazioni pubbliche, truffa a danno dello Stato, riciclaggio e autoriciclaggio.
- 37 società coinvolte, tra prime e seconde cessionarie del credito.
Lo scopo finale sarebbe stato quello di monetizzare parte dei crediti ricevuti presso sportelli di intermediari finanziari dislocati sul territorio nazionale.
Truffa in condominio
L’operazione scaturisce dalla denuncia presentata da parte di alcuni proprietari di appartamenti di un condominio della provincia di Reggio Calabria, rivoltisi alle Fiamme Gialle del Gruppo di Locri dopo aver notato, all’interno dei propri cassetti fiscali, la presenza di crediti di imposta, connessi ad agevolazioni finalizzate a interventi di recupero edilizio, da loro mai richiesti né tantomeno realizzati. I citati crediti sono risultati ceduti a 4 imprese con sede a Roma (RM) ed a San Cesareo (RM).
Gli accertamenti hanno consentito di appurare che le 4 imprese “prime cessionarie”, tutte amministrate dallo stesso soggetto attualmente indagato, risultavano avere accettato cessioni di crediti inesistenti, per un ammontare di € 52.026.930,00, da parte di nr. 160 cedenti “ignari”. Le 4 società “prime cessionarie”, hanno provveduto a monetizzare parte del predetto credito cedendo la restante parte ad altre 33 società “seconde cessionarie”, con sedi ricadenti su tutto il territorio nazionale, che hanno proceduto a loro volta a monetizzare parte dei crediti.
L’attività costituisce chiara testimonianza del costante impegno profuso dalla Procura della Repubblica di Locri e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria nel contrasto alle più articolate forme di frode ed ai fenomeni illeciti perpetrati a danno del bilancio dello Stato, al fine di garantire la corretta destinazione delle ingenti risorse pubbliche stanziate per sostenere le famiglie e le imprese.
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