Ultime notizie Istat: Prezzi al consumo luglio 2021
di Redazione tecnica - 12/08/2021
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Luglio 2021; l'indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, nel mese di luglio 2021 ha registrato un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’1,9% su base annua (dal +1,3% del mese precedente); la stima preliminare era +1,8%.
La forte accelerazione dell’inflazione a luglio è di nuovo dovuta ai prezzi dei Beni energetici, in particolare di quelli regolamentati, che registrano così la crescita più alta dal 1996, ossia da quando è disponibile la serie storica degli indici dei prezzi al consumo di questo aggregato (il valore più alto fu pari +16,2% a dicembre 2008). Seppur in misura contenuta, una maggiore vivacità dell’inflazione si manifesta però anche in altri comparti merceologici, determinando così una ripresa dell’inflazione di fondo che rimane comunque meno di un terzo di quella generale
Trattamento di fine rapporto
Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Luglio 2021 ed il 14 Agosto 2021, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2020 del +2,267962%.
Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Aumento dello 0,50% su base mensile e dell’1,9% su base annua
Nel mese di luglio, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,5% su base mensile e dell’1,9% su base annua (dal +1,3% del mese precedente); la stima preliminare era +1,8%.
L’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve prevalentemente a quella dei prezzi dei Beni energetici (da +14,1% di giugno a +18,6%) e in particolare di quelli della componente regolamentata che registrano a luglio un’impennata della crescita (da +16,9% a +34,2%), mentre i prezzi della componente non regolamentata rallentano (da +12,8% a +11,2%). Contribuiscono all’accelerazione dell’inflazione, ma in misura minore, i prezzi degli Alimentari lavorati (che invertono la tendenza da -0,4% a +0,2%), quelli degli Alimentari non lavorati (che riducono la flessione da -1,1% a -0,2%), i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (la cui crescita passa da +1,0% a +1,3%) e la minore flessione di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da -1,4% a -0,2%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano rispettivamente a +0,6% e a +0,4% (entrambe da +0,3% di giugno).
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto principalmente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+11,3%), cui si aggiunge quella dei Servizi relativi ai trasporti (+1,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%); in calo i prezzi degli Alimentari non lavorati (-1,6%).
L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,6% per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo.
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano una variazione tendenziale nulla (da -0,7%), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +1,6% a +2,0%).
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una diminuzione dell’1,0% su base mensile, a causa dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e un aumento dell’1,0% su base annua (da +1,3% di giugno); la stima preliminare era +0,9%. Il rallentamento dell’IPCA (diversamente dal NIC che accelera) si deve ai prezzi di Abbigliamento e calzature che su base annua registrano un’inversione di tendenza da +0,6% a -12,1% a causa del calo congiunturale (-18,2%) molto più ampio di quello di luglio 2020 (-6,4%), quando l’avvio dei saldi fu posticipato al primo agosto nella maggior parte delle regioni.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,4% su base mensile e dell’1,9% su base annua.
Per le modalità con le quali è stata affrontata, per le stime nel mese di luglio e nei mesi precedenti, l’emergenza sanitaria si veda la Nota metodologica alle pagine 18, 19 e 20.
Indice annuale e biennale locazioni
Per quanto concerne le locazioni l'indice annuale, ridotto al 75%, si è attestato al +1,425% e l'indice biennale al +1,125%.
Variazioni congiunturali
L'Istat spiega che, nel mese di luglio 2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi congiunturali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+2,4%), Trasporti (+1,4%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,7%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,4%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,1%)
Variazioni nulle si sono registrate nei capitoli Istruzione, Mobili, articoli e servizi per la casa, Servizi sanitari e spese per la salute, Comunicazioni, Altri beni e servizi.
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Prodotti alimentari e bevande analcoliche (-0,6%), Abbigliameno e calzature (-0,1%).
Variazioni tendenziali
L'Istat spiega che, nel mese di luglio 2021, per quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività, gli incrementi tendenziali più significativi si sono verificati nelle divisioni di spesa Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+9,1%), Traporti (+5,2%), Altri beni e servizi (+1,0%), Servizi ricettivi e di ristorazione (+2,1%), Servizi sanitari e spese per la salute (+1,1%), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,8%), Abbigliameno e calzature (+0,2%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,1%), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,1%).
Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.
Variazioni tendenziali negative si sono verificate nelle divisioni di spesa Istruzione (-3,7%), Comunicazione (-2,0%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,6%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti endenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Reggio Emilia (+2,7%), Trento (+2,6%), Bari e Bolzano (+2,5% per entrambe), Genova e Trieste (+2,4% per entrambe), Bologna, Catania, Catanzaro, Parma e Reggio Calabria (+2,2% per tutte e cinque), Campobasso, Livorno, Messina, Modena, Padova e Potenza (+2,1 per tutte e sei), Aosta, Palermo e Perugia (+2,0% per tutte e tre), Cagliari, Napoli e Ravenna (+1,9% per tutte e tre), Venezia (+1,8%), Verona (+1,7%), Firenze e Roma (+1,6% per entrambe), Torino (+1,4%), Brescia e Milano (+1,3% per entrambe), Ancona, (+1,0%).
I prossimi indici saranno pubblicati il 15 Settembre 2021.
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