Laboratori prove in situ: arrivano le nuove autorizzazioni ministeriali
di Giacomo Mecatti - 11/01/2022
Era una novità attesa da quattro anni e dopo un lungo percorso ricco anche di difficoltà e colpi di scena, col nuovo anno vedono finalmente la luce i nuovi laboratori "prove in situ", autorizzati dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, che si occuperanno dello svolgimento, su strutture ed infrastrutture esistenti, di tutte quelle prove "sul campo" ancora non ufficialmente autorizzate sebbene richiamate dalle Norme Tecniche sulle Costruzioni 2018.
Norme Tecniche per le costruzioni (NTC 2018): cosa prevedono
Proprio così: nel febbraio 2018 le Nuove NTC indicavano, al paragrafo 8.5.3, che: "il prelievo dei campioni dalla struttura e l’esecuzione delle prove stesse devono essere effettuate a cura di un laboratorio di cui all’articolo 59 del DPR 380/2001".
Di fatto però, per ben quattro anni, a tale obbligo non è corrisposto un soggetto formalmente e compiutamente autorizzato a svolgere le prove sul costruito, tanto che negli anni si sono succeduti vari "correttivi" ed aggiustamenti.
Subito dopo l'entrata in vigore delle NTC, per sopperire nell'immediato, furono individuati i già esistenti laboratori prove su materiali: emerse però il dubbio di come tali strutture potessero assolvere al "nuovo" compito, non essendo formalmente autorizzate per questo ed in mancanza spesso di un background culturale e professionale coerente con esso.
Altre figure professionali, di estrazione "ingegneristica", potevano invece del resto "rivendicare" una competenza e una formazione specifiche in tale ambito, frutto anche di anni di esperienza "sul campo".
Prove in situ: la Circolare n. 633/2019 del Servizio Tecnico Centrale del CSLP
Questo percorso di, potremmo dire, "fusione" di due sfere professionali e lavorative finora distanti, ha visto la sua sintesi nell'emanazione della Circolare 633 del Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici: nel dicembre 2019, veniva infatti pubblicata la Circolare "Criteri per il rilascio dell’autorizzazione ai Laboratori per prove e controlli sui materiali da costruzione su strutture e costruzioni esistenti di cui all’art. 59, comma 2, del D.P.R. n. 380/2001", che veniva descritta (nella premessa alla stessa), come: "piena attuazione ai principi delle vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni, oggi D.M. 17.01.2018 (...). Al fine di garantire la massima credibilità ai parametri di progetto, non si può prescindere da un sistema di controllo e certificazione, al quale conferire valore di legge. Tale sistema di certificazione della conoscenza dei materiali e delle strutture finora pienamente attuato per le nuove costruzioni, come previsto dal disposto comunitario e dal Regolamento 305/2011 (UE), si completa così anche per i materiali da costruzione già impiegati sulle strutture e le costruzioni esistenti, dando attuazione ai principi di cui al Capitolo 8 delle vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni. (…) Con la presente si disciplina un settore di primaria importanza nel processo di verifica strutturale per la garanzia d’uso e prestazione del patrimonio edilizio, infrastrutturale e storico esistente. (...) al fine di garantire migliori condizioni di qualità, affidabilità, indipendenza e terzietà nelle attività di prove e certificazione. Tutto ciò in coerenza con il quadro normativo introdotto dall’entrata in vigore dell’aggiornamento delle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al D.M. 17 gennaio 2018, (...) di fondamentale rilevanza nel raggiungimento dell’obiettivo di avere opere sicure e di qualità".
Prove in situ: i temi cardine dei nuovi soggetti
Credibilità, controllo, certificazione, qualità, affidabilità, indipendenza, terzietà, sicurezza divengono, per il Ministero, i temi cardine che devono forgiare i nuovi soggetti coinvolti nell'esecuzione delle prove.
Col gennaio 2022, dopo anni di attesa e varie proroghe per il rilascio delle autorizzazioni, vengono quindi formalizzate le prime autorizzazioni e viene segnato un cambiamento epocale che sottolinea l'importanza, per tutti i soggetti coinvolti nel processo di analisi, controllo e verifica del costruito, (siano essi enti, liberi professionisti, utenti finali) di sentirsi garantiti tramite la certificazione delle prove eseguite da parte di tali nuovi soggetti direttamente autorizzati dal Ministero.
Un nuovo approccio che costituisce un'avanguardia, non solo a livello nazionale, e che risponde ad una crescente esigenza di conoscenza certificata (ovvero "certa e controllata") sul costruito esistente.
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