Lettera di un tecnico a Babbo Natale (in anticipo)

di Gianluca Oreto - 15/05/2022

Siamo ancora a maggio, ma per non arrivare impreparati a dicembre, ho deciso di giocare in anticipo sui regali di Natale. Ecco quindi la lista di quello che vorrei, nella speranza che qualcuno possa esaudire anche solo uno dei miei desideri.

1. Chiarezza normativa

Ormai lo sappiamo tutti. Le norme sono un continuo rimando ad altre norme spesso risalenti nel tempo. Ricostruire una disposizione normativa non è spesso facile, perché serve avere sottomano diversi testi da integrare. Se il legislatore riuscisse a definire un concetto senza fare ricorso ad altri riferimenti sarebbe fantastico.

2. Stabilità normativa

Anche questo è un problema conosciuto da tutti. L'urgenza di emanare continuamente provvedimenti normativi (i decreti legge) porta in dote errori e difetti sistemici. La conseguenza è un susseguirsi di modifiche, correzioni e spesso riforme che non consentono quella che definisco "sedimentazione normativa", ovvero la possibilità che tutti gli operatori del settore e le stesse amministrazioni possano aver chiare le disposizioni, applicandole senza difficoltà.

3. Suddivisione tra potere legislativo ed esecutivo

Sempre più spesso il Governo ha cominciato ad assumere un ruolo centrale nell'attività legislativa del Paese. Si è dimenticato che al Governo compete il potere-dovere di eseguire il volere del Parlamento che rappresenta i cittadini. La conseguenza è che sempre più spesso le due parti sono in disaccordo, generando mostri e ripicche che penalizzano solo i cittadini.

4. Formazione

Non si fa di tutta l'erba un fascio ed è chiaro che esistono molti casi di eccellenza, ma anche un solo lavoratore della pubblica amministrazione non correttamente formato riesce a fare molti più danni di quanto possa farne uno in ambito privato. Cosa desidero? Un ricambio generazionale che consenta alla pubblica amministrazione di fare quel salto di qualità richiesto da tempo, un investimento maggiore in formazione del personale, una corretta suddivisione dei compiti e delle responsabilità.

5. Digitalizzazione

Nel processo di ammodernamento del Paese non dovrebbero esistere procedure cartacee o pubbliche amministrazioni prive di strumenti e piattaforme informatiche. In ambito privato si è giunti a livelli di tecnologia impensabili che hanno migliorato la qualità dei processi e del risultato finale. Digitalizzare la pubblica amministrazione darebbe la spinta verso lo snellimento della burocrazia, la riduzione dei tempi e l'incentivazione all'investimento privato.

6. Coinvolgimento tecnico

Professionisti e imprese giocano un ruolo sociale nella progettazione e realizzazione dei luoghi che viviamo quotidianamente (case, strade, scuole, ospedali...). Non dovrebbero rappresentare solo un "patrimonio esecutivo" da tutelare, ma l'architrave su cui basare le scelte politiche nella definizione dei provvedimenti normativi tecnici. Coinvolgerli direttamente significherebbe mettere maggiore competenza al servizio delle norme.

7. Testo unico delle detrazioni in edilizia

L'attuale quadro normativo riferito alle detrazioni fiscali risulta essere molto eterogeneo e poco strutturato. Il mondo delle costruzioni è completamente cambiato nell'ultimo decennio privilegiando il recupero del patrimonio edilizio esistente al consumo di nuovo suolo. Da anni il legislatore ha correttamente attivato dei bonus fiscali per incentivare la ristrutturazione edilizia. Con il recente superbonus 110%, il legislatore e tutti gli attori coinvolti hanno fatto grande esperienza nell'utilizzo di questi meccanismi fiscali. Attualmente i riferimenti normativi sono troppi, troppo frammentati e con continui rimandi (vedi punto 1): questa esperienza dovrebbe essere utilizzata per la definizione di un testo unico che raggruppi tutti i bonus edilizi.

8. Testo Unico Edilizia

Come per il punto precedente, l'attuale normativa edilizia è stata pensata e strutturata in un momento storico diverso. Oggi si prova a recuperare il patrimonio edilizio esistente, vittima di decenni di interventi incontrollati, 3 condoni e una normativa che non ha chiaro lo stato di salute in cui versa l'edificato. La riforma del d.P.R. n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia) dovrebbe basarsi su pochi concetti, chiari e ineluttabili: si demolisce o si sana, senza gradazioni intermedie.

9. Codice dei contratti

La spesa in appalti pubblici rappresenta una parte sostanziosa del PIL di tutti i Paesi al passo con i tempi. Il PNRR sta provvedendo a colmare l'assenza di fondi per le opere pubbliche. Ma l'attuale quadro normativo, costituito dal D.Lgs. n. 50/2016 (Codice dei Contratti Pubblici) e da una serie incalcolabile di provvedimenti attuativi, vincolanti o no, pubblicati o ancora in pubblicazione, oltre che da correttivi su correttivi che hanno stravolto la stessa filosofia con la quale è stata progettata (se mai lo fosse stata) la riforma del 2016, risulta il più grande dei mostri normativi che potrebbe fagocitare le possibilità di uscita definitiva dalla recessione. Occorre avere poche regole ma scritte bene, possibilmente col coinvolgimento dei professionisti e delle imprese (vedi punto 6).

10. La scuola

L'ho lasciata per ultima non perché sia la meno importante. Un Paese che investe sulla scuola è un Paese che investe sul proprio futuro. La scuola rappresenta il luogo dove si formano le menti che governeranno le nostre città. Questi sono luoghi del "sapere" ma anche della condivisione sociale in cui ogni cittadino diventa uomo e viceversa. Senza dimenticare che senza sapere, non c'è competenza.

A dicembre saprò dirvi se almeno uno tra questi desideri sarà stato esaudito. Di una cosa però sono certo: non mi considero un santo ma se sotto l'albero non troverò nulla, ad essermi comportato male non sarò stato io.



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