Livelli di progettazione ed equo compenso, interviene OICE
di Redazione tecnica - 22/05/2022
La scorsa settimana l'Autorità Nazionale Anticorruzione è intervenuta in tema di equo compenso e qualità della progettazione, con un comunicato a firma del Presidente Giuseppe Busia, con il quale sono state fornite indicazioni sul calcolo dei compensi professionali in caso di riduzione dei livelli progettuali, a tutela dei progettisti spesso danneggiati da scelte inique delle stazioni appaltanti.
Equo compenso e livelli progettuali, il parere di OICE
Sul documento, OICE ha espresso un parere estremamente positivo.
In particolare, l’Associazione delle società di ingegneria e
architettura aderente a Confindustria, attraverso le parole del
presidente Gabriele Scicolone, ha
sottolineato che “l’intervento dell’Autorità è
particolarmente apprezzabile perché chiarisce, in generale, che la
riduzione di livelli progettuali non può essere funzionale alla
riduzione dei corrispettivi perché così facendo si viola la legge
sull’equo compenso. Sembra banale, ma è un’affermazione che
riconosce la dignità del progettista e tiene conto di una legge che
dal 2017 dovrebbe sempre essere seguita dalle stazioni appaltanti
in nome della qualità del progetto”.
Per OICE riveste particolare importanza il fatto che sia stato
precisato che l’omissione di un livello non
equivale alla sua soppressione ma significa un'unificazione
con quello successivo e che le relative attività devono
comunque essere remunerate applicando il parametro Q del decreto
parametri proprio del livello omesso. "Non c’è quindi alcun
riassorbimento della remunerazione della prestazione inerente il
livello omesso, salvo rare e di fatto inesistenti eccezioni laddove
alcune prestazioni siano identiche nelle varie fasi progettuali.
Questo perché, diversamente si incorrerebbe nella violazione
del principio dell’equo compenso”.
OICE: sbagliata l'eventuale riduzione dei livelli di progettazione
In prospettiva, c'è la probabile revisione e riduzione dei livelli di progettazione che dovrebbe concretizzarsi con la riforma del codice degli appalti. Secondo Scicolone, questo potrebbe essere un errore: "Pur nel pieno rispetto delle scelte del legislatore, riteniamo che sia un errore e che non si possa a priori dare un input che miri sempre e comunque, in via generale e astratta, alla riduzione degli attuali tre livelli. Riteniamo che l’attuale art. 23 del codice, rappresenti la soluzione ottimale e che la strada maestra sia sempre quella di arrivare a progetti di qualità, accurati e dettagliati, con i necessari approfondimenti tecnici e con il necessario tempo di cui devono potere disporre i progettisti. E questo soprattutto per gli interventi del Pnrr, per evitare problemi della fase di esecuzione dei lavori”.
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